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    RENZI, STAI BONINO – COL PD IN CALO, L’ASCESA DI EMMA SPAVENTA L’EX ROTTAMATORE: SE LA LISTA DELLA LEADER RADICALE VA OLTRE LA SOGLIA MAGICA DEL 3%, L' OBIETTIVO DI DIVENTARE IL PRIMO GRUPPO PARLAMENTARE PER IL PD VA A FARSI BENEDIRE…


     
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    Marcello Sorgi per la Stampa

     

     

    L' ultima serie di sondaggi (nella fase finale della campagna non è più consentito pubblicarli) ha confermato le tendenze già note, senza variazioni significative: nessuna delle tre forze in campo è in grado di arrivare alla maggioranza, tranne forse il centrodestra, che tuttavia ancora non può vantare alcuna certezza. I 5 stelle non risentono del caso falsi bonifici e mancate restituzioni. Il Pd è in calo.

     

    bonino bonino

    Due dei suoi alleati, "Civica e Popolare" del ministro Lorenzin e "Insieme" dei cattolici, socialisti e verdi associati corrono il rischio di non superare la soglia di sbarramento dell' 1 per cento, cioè di disperdere i voti.

     

    L' unica vera novità riguarda la lista Bonino-Tabacci "Più Europa", accreditata al 3,5 per cento, oltre la soglia in cui i voti si sommerebbero con quelli del Pd. La Bonino, in altre parole, avrebbe potuto anche correre da sola ed entrare in Parlamento senza l' aiuto della collocazione in coalizione, che consente di abbassare la soglia di ingresso dal 3 all' 1 (ciò che hanno cercato di fare, finora senza risultati, gli altri due alleati di Renzi).

    michelle obama con agnese renzi maurizio martina emma bonino giuseppe sala a milano michelle obama con agnese renzi maurizio martina emma bonino giuseppe sala a milano

     

    Naturalmente nessuno è in grado di prevedere fino a che punto arriverà la corsa della leader radicale e ex-ministro degli Esteri. Dai dati delle sue precedenti esperienze si può però ricavare una tendenza: Bonino ha sempre preso più voti quando s' è presentata da sola, come ad esempio alle Europee del 1999, quando la sua lista arrivò all' 8,45 per cento, che non quando s' è alleata, come accadde alle amministrative del 2000, quando scelse D' Alema (il cui governo tra l' altro fu travolto dall' insuccesso nelle urne), e la sua percentuale calò precipitosamente fino al 2.

     

    Il negoziato tra Renzi e Bonino, si sa, è stato piuttosto tormentato: ma cosa succederebbe se davvero la lista "Più Europa" dovesse superare il 3 per cento e andare addirittura a sfiorare il 4? Semplice: il Pd, benché alleato, non potrebbe sommare ai suoi i voti radicali e di Tabacci, con la conseguenza di dover allineare nelle tabelle dei risultati soltanto i propri consensi.

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    L' obiettivo dichiarato dal segretario del Pd di diventare il primo gruppo parlamentare singolo per seggi, battendo i 5 stelle, diventerebbe più difficile da raggiungere.

    Ancora una volta il Rosatellum, pensato per rallentare l' ascesa dei grillini e limitare i danni del ritorno al proporzionale, finirebbe con il ritorcersi contro chi lo ha pensato, proposto e fatto approvare in extremis al termine della scorsa legislatura.

     

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