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    SCALA, E ORA CHE SUCCEDE? DOPO LO SCIVOLONE CON GLI SCEICCHI, PEREIRA TRABALLA (TRA I SUCCESSORI SI FA IL NOME ANCHE DI FUORTES DELL’OPERA DI ROMA) – IL SOVRINTENDENTE AUSTRIACO HA UN ASSO NELLA MANICA: È GIÀ PRONTO UN NUOVO SPONSOR ITALIANO – PHILIPPE DAVERIO, CONSIGLIERE IN QUOTA FONTANA, PROPONE DI "SEPARARE SOVRINTENDENZA E DIREZIONE ARTISTICA" - L'IPOTESI FORTUNATO ORTOMBRINA


     
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    Alberto Mattioli per “la Stampa”

     

    E adesso che succede?

    alexander pereira alexander pereira

    È chiaro che la poltrona di Alexander Pereira traballa come se fosse sull' ottovolante.

    Eppure intonargli il de profundis è prematuro.

    L' uomo ha doti di incassatore formidabili, è già sopravvissuto a una tempesta anche peggiore (l' affare degli spettacoli comprati a Salisburgo, destinato a riproporsi quando arriverà da lì un Trovatore tremendo), è appoggiato dai sindacati e resta il numero uno in quella che oggi è la principale missione di un manager d' opera: trovare i soldi per farla.

    Anzi, morto uno sponsor se ne fa subito un altro. Pereira, pare, ha un asso nella manica, un nuovo dovizioso mecenate con cui sta concretizzando un accordo da annunciare prossimamente: e italiano, quindi indiscutibile. Il mandato di Pereira scadrà nel febbraio del '20 e il sindaco Sala ha confermato ieri che lo concluderà.

    il sindaco beppe sala (3) il sindaco beppe sala (3)

     

    Però a Sala non dispiacerebbe, nonostante l'«affaire» saudita, una sua riconferma: non per un quinquennio pieno, ma almeno fino al '21, quando terminerà il mandato lo stesso sindaco, o al '22, quando finirà quello del direttore musicale, Riccardo Chailly. In fin dei conti, le scelte artistiche di Pereira possono essere discusse, e molto, ma la pace sindacale è garantita e i soldi arrivano.

    carlo fuortes carlo fuortes

     

    Non solo: i nemici numero uno di Pereira sono oggi la Lega in generale e il governatore Fontana in particolare. Ma sono anche gli avversari principali di Sala, e si sa che il nemico del mio nemico è mio amico.

    Nel CdA, però, c' è chi di Pereira non vuole più sentir parlare. Per esempio, il finanziere Francesco Micheli, lì in rappresentanza del Mibact. Micheli era il capo dell' opposizione anche all' epoca del predecessore francese di Pereira, Stéphane Lissner, e sostiene che dopo due stranieri adesso alla Scala ci voglia un italiano.

     

    Per esempio, Carlo Fuortes dell' Opera di Roma, l' uomo che ha preso il teatro italiano più bolso e l' ha trasformato in quello più brillante. Fuortes ha tre controindicazioni: i sindacati non lo vogliono e sono pronti alle barricate, è molto Pd e, più grave ancora, è molto romano, il che a Milano non giova. Ma sembra al momento il candidato più forte alla successione, quando sarà.

    fontana salvini fontana salvini

     

    Intanto Sala ha affidato la ricerca del nuovo sovrintendente ai cacciatori di teste della Egon Zehnder. Per la verità, per ora i nomi che girano sono quelli che potrebbe fare qualsiasi melomane medio, e per molto meno di 50 mila euro.

    Sala però rivendica la scelta («Serve a evitare discussioni») e annuncia che entro un mese i suoi «head hunter» produrranno una lista ristretta per la scelta finale. Però ieri ha anche aggiunto due cose interessanti.

     

    ALEXANDER PEREIRA SCALA ALEXANDER PEREIRA SCALA

    La prima, che è «opinione prevalente in CdA» che si debbano spacchettare i due ruoli apicali del teatro, insomma che sarebbe bene avere un sovrintendente e un direttore artistico invece che un sovrintendente-direttore artistico, come del resto succedeva prima di Lissner e Pereira. Seconda, che questo permetterebbe di risolvere l' altra diatriba sull' italiano sì-italiano no. Per inciso, almeno su questo è d' accordo Philippe Daverio, consigliere in quota Fontana: «Anche per me ci vorrebbe un italiano, perché il sovrintendente della Scala non ha una funzione solo tecnica ma anche sociale , e deve saper leggere la psicologia dell' Italia di oggi. E concordo sul fatto che sia bene separare sovrintendenza e direzione artistica, in una dialettica che potrebbe essere mediata dal CdA».

    daniela de souza e alexander pereira daniela de souza e alexander pereira

     

    Sembra la descrizione di Fortunato Ortombina, già alla Scala, poi a lungo direttore artistico della Fenice e adesso anche sovrintendente, l' altro nome «forte» fra gli italiani. Poi circola anche quello di Filippo Fonsatti, attualmente allo Stabile di Torino dove sta facendo benissimo, però musicista di formazione e già consigliere al Regio: ma forse, come prima sovrintendenza, quella della Scala è un po' «tanta». Nessuno, invece, cita Cristiano Chiarot, già a Venezia e ora a Firenze, dove sta faticosamente risollevando il Maggio.

     

    E Pereira? Finito il mandato, o il suo prolungamento, potrebbe andare in una dorata pensione. Oppure, se alla Scala fossero intelligenti, continuare per il teatrone a fare fundraising, insomma a trovare i soldi (sempre, beninteso, che una volta trovati glieli facciano anche incassare).

    l eleganza di philippe daverio (3) l eleganza di philippe daverio (3) l eleganza di philippe daverio (2) l eleganza di philippe daverio (2) fortunato ortombrina fortunato ortombrina

    maria elisabetta alberti casellati con alexander pereira maria elisabetta alberti casellati con alexander pereira daniela weisser alexander pereira daniela weisser alexander pereira ALEXANDRE PEREIRA ALEXANDRE PEREIRA bartoli pereira bartoli pereira STEFANO BOLOGNINI - MATTEO SALVINI - ALEXANDER PEREIRA STEFANO BOLOGNINI - MATTEO SALVINI - ALEXANDER PEREIRA

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