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    DIO CE NE SCANZI! - “SGARBI È LA MERETRICE AVVIZZITA DI SILVIO BERLUSCONI. DOPO IL NOSTRO SCONTRO IN TV HA ROSICATO COSÌ TANTO CHE PER UNA SETTIMANA MI HA MANDATO SISTEMATICAMENTE DEGLI SMS DI INSULTI, TIPO STALKER: ALL’ENNESIMO MESSAGGIO L’HO BLOCCATO. E QUELLA SCAZZOTTATA CON PAU DEI NEGRITA…” - VIDEO


     
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    Estratto dell’articolo di Alessandro Zaghi per http://www.rollingstone.it

     

    […] Credi che l’assenza di confronto tra i rappresentanti politici abbia influito sui risultati delle elezioni?

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    Credo di si. Bisogna dire che, per chi è in vantaggio, come lo erano Salvini e Di Maio, non aveva alcun senso confrontarsi con gli inseguitori, così come aveva fatto in passato lo stesso Renzi. C’è stato un discorso strategico che si è sempre visto: Berlusconi andava da Santoro solo quando era in crisi, altrimenti non ci sarebbe mai andato, o Renzi quando ha accettato il confronto con Travaglio prima del referendum costituzionale, non gli è andato bene e, infatti, ha perso.

     

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    In questa strategia, inoltre, c’è sempre un elemento di convenienza: se Salvini o Di Maio avessero accettato il confronto, probabilmente, per loro sarebbe stato un danno. Avevano già convinto la loro fetta di elettorato, non volevano rischiare il fianco e dare qualche motivo alla gente per non votarli. In questa campagna elettorale ha funzionato più l’assenza che la presenza: assenza dai dibattiti in cui spesso i politici escono malconci.

     

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    […] Tuttavia, nelle ultime settimane, sei stato protagonista di uno scontro tutt’altro che ponderato, quello che ti ha visto opposto a Vittorio Sgarbi in cui ti ha accusato di essere “la fidanzata del potente”.

    In quel caso ero un ospite, sapevo già che gli avrei fatto perdere la testa. Sgarbi è una persona ‘dialetticamente’ molto debole e io sapevo che con quelle quattro parole non ci avrei messo nulla a farlo sbroccare. Sgarbi è molto sopravvalutato da un punto di vista dialettico, parla bene ma con poco contenuto, basta essere più bravo di lui e te lo metti in tasca facilmente. Mi sono divertito molto, l’ho fatto parlare il più possibile, anzi, lo ringrazio così mi compro anche la macchina nuova e già che ci sono due tre Harley nuove.

     

    ANDREA SCANZI NEL VIDEO SU FASSINO ANDREA SCANZI NEL VIDEO SU FASSINO

    Sgarbi oggi rappresenta il peggio della politica e della cultura italiana: lui ci è rimasto male perché mi stimava e non si aspettava la mia provocazione, che è stata tutt’altro che gratuita. Io lo trovavo una persona intelligente anche se sempre sopra le righe e spesso insopportabile. Negli ultimi mesi, invece, credo sia una persona unicamente cafona, diventata una patetica caricatura di sé stesso, insultante nei confronti degli 11 milioni di italiani che hanno votato Cinque Stelle così come del Sud Italia, che accusa di essere “parassitario”.

    andrea scanzi interpreta il sogno di un italia (1) andrea scanzi interpreta il sogno di un italia (1)

     

    Gli ho detto quello che molti non hanno mai avuto il coraggio di dirgli: che è una prostituta politica di basso livello, non vale neanche Alfano, che non lo vota nessuno e dovrebbe ritirarsi in un eremo. È un uomo morto che non si è accorto della propria morte. Sgarbi dopo quello scontro ha rosicato così tanto che per una settimana mi ha mandato sistematicamente degli sms di insulti, tipo stalker: all’ennesimo messaggio gli ho risposto con parole impietose e, a quel punto l’ho bloccato. Ci è rimasto male perché mi stimava? Io di Vittorio Sgarbi non ho alcuna stima, preferisco ricordarlo da vivo, non come la caricatura postuma in vita che è oggi, in cui il massimo che può fare è la meretrice avvizzita si Silvio Berlusconi.

     

    Leggendo in rete sembra che tu sia uno dei giornalisti con più hater d’Italia.

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    Nella vita reale di odio ne vedo molto poco e la rete ho smesso di sopravvalutarla tempo fa. Sono una persona più o meno famosa – senza essere Bruce Springsteen, sia chiaro – ed è normale che ci siano persone che mi detestano così come molti che mi amano. Io, al contrario di quello che dici, credo di essere uno dei giornalisti con più fan d’Italia: non ci sono tanti giornalisti in classifica con dei romanzi, che riempiono i teatri tutti i giorni da sette anni, che hanno 420mila fan sui social pur usandoli molto poco.

     

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    Io faccio ciò che ho sempre sognato di fare, sono famoso come giornalista, come conduttore televisivo, come scrittore, come uomo di teatro, mi sono pure tolto la soddisfazione di andare a Sanremo, sono stato l’unico in Italia ad aver intervistato Roger Waters nel 2017: quando hai raggiunto questi traguardi, quando hai questa fama, fai qualche soldo e non sei manco un cesso – per cui la gente dice “Scanzi deve essere uno pieno di donne”, ed è vero, sono uno che la vita se la gode – è ovvio che ci sono tanti che rosicano. Io non me la prendo, è legittimo, chi è renziano poi mi detesta a prescindere, e ne prendo atto, ma allo stesso tempo ho sempre amato gli intellettuali capaci di dividere. Se nel ’74 ci fossero stati i social Pasolini sarebbe stato l’intellettuale più odiato d’Italia mentre, al contrario, è stato il più grande del ‘900. Io detesto chi vuole piacere a tutti e di chi mi invidia non me ne può fregare di meno.

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    E con Travaglio ti è mai capitato di litigare?

    Non mi è mai capitato (ride, nda). Mi fa molto ridere quando vengo definito “la brutta copia di Travaglio”, rispondo una volta per tutte: quando mi dicono così mi sento come Stevie Ray Vaughan quando gli dicevano che somigliava troppo a Jimi Hendrix. Quando non conoscevo Marco lo ammiravo, ero d’accordo con lui, e il fatto che la gente oggi mi dica: «Dieci anni fa c’era solo Travaglio, oggi ci sei anche tu», non può che farmi piacere. Se tu invece mi dicessi: «Somigli a Sallusti o a Maria Teresa Meli», mi darei fuoco da solo.

     

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    Per certe cose siamo anche molto diversi: lui in questi giorni sta insistendo con Di Maio perché apra al PD mentre per me sarebbe un suicidio oppure, ancora, lui è juventino e io son milanista, lui è astemio e io senza vino non vivrei, lui fuma e io no, lui è filo-israeliano e io filo-palestinese, lui ama il karaoke mentre io lo detesto, lui ama Renato Zero mentre io Springsteen, la lista delle divergenze è infinita.

     

    È chiaro che se ci ascolti solo a Otto e mezzo tutte queste cose non vengono fuori. Nove anni fa ci fu una scaramuccia via sms perché io criticai una puntata di Santoro – non dimentichiamoci che comunque abbiamo due caratterini abbastanza di merda –. ‘Litigata’ durata cinque messaggi e poi fu lui a dirmi: «Andrea, ma di che cazzo stiamo parlando». Un signore. Non lavoravo ancora con lui e fu lui stesso a volermi nel suo giornale, anche se all’inizio rifiutai. Gli sarò sempre debitore e lo ritengo uno dei miei maestri.

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    Parlando di musica, invece, uno dei tuoi scontri più celebri è stato quello con Pau dei Negrita. Oggi rifaresti uno scontro con lui in televisione?

    Diciotto anni fa lo rifarei: mi faceva schifo l’ultimo disco che avevano fatto, XXX, lo scrissi e lui ci rimase male a tal punto da aggredirmi fisicamente e per questo ha pagato, sia in sede civile che penale. Oggi non lo rifarei perché qualche bel disco i Negrita sono tornati a farlo e in più mi sono molto riavvicinato a Drigo, il chitarrista, con cui sono sempre stato amico in quanto entrambi di Arezzo e entrambi amanti del blues.

     

    Spero un giorno di poter riabbracciare anche Pau: sono passati 18 anni, ora ne ho 44, e sono cattivo con chi merita la mia cattiveria e come in passato scrissi male di Jovanotti, oggi non lo rifarei. Con Jova abbiamo addirittura lo stesso veterinario in provincia di Arezzo, anche se continuiamo a far di tutto per non incontrarci, ma sarebbe bello riavvicinarsi sia con lui che con Pau. Se devo litigare preferisco farlo con chi fa il male di questo Paese: va benissimo Sgarbi, Brunetta o Renzi, ma Pau e Jovanotti non sono miei nemici, hanno semplicemente gusti diversi dai miei.

     

    SCANZI AL PROCESSO SCANZI AL PROCESSO

    Invece se dovessi scegliere uno scontro da arbitrare a The Match, quale sarebbe quello dei tuoi sogni?

    Mi divertirebbe molto Renzi-Di Battista, lo avrei fatto prima del voto, dato che il primo è in declino e il secondo andrà in Sud America. Andando a ritroso nel tempo, invidio Arbasino per aver arbitrato lo scontro Bocca-Montanelli. Tuttavia, mi piacerebbe anche un match dove da una parte c’è Benigni e dall’altra parte ci sono io, durante il quale cerco di capire che diavolo sia successo in questi decenni a Benigni e come abbia fatto a ridursi così quieto, molle, pavido e renziano. Certo, essendo io uno degli sfidanti non potrei arbitrare, ma il giudice ce l’avrei: il Cioni Mario. Che sarebbe molto più incazzato di me col Benigni attuale.

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