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    SCAZZO ALLA “MISSIONARIA” - BRUNETTA RISPONDE A TRAVAGLIO: “LIBERISSIMO IL ‘FATTO’ DI CONTESTARE L’ISTITUTO DELLA ‘MISSIONE’ ALLA CAMERA. MENO LIBERO DI METTERE NERO SU BIANCO ARGOMENTAZIONI INESATTE. DITE CHE IL 13 NOVEMBRE 2016 HO PARTECIPATO A ‘TAGADÀ’ SU LA7 MENTRE A MONTECITORIO SI VOTAVA UNA FIDUCIA. CARO TRAVAGLIO, QUEL GIORNO ERA DOMENICA...”


     
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    Lettera aperta di Renato Brunetta a Marco Travaglio, inviata a Dagospia

     

    Gentile direttore,

    BRUNETTA BRUNETTA

    liberissimo il Fatto Quotidiano di criticare e contestare l’istituto della “missione” alla Camera. Ricordo, per i non addetti ai lavori, che l’articolo 46 comma 2 del Regolamento di Montecitorio prevede che i deputati che si trovino fuori dalla Camera per un incarico avuto dalla Camera stessa (ad esempio come capogruppo o come vice presidente dell’Assemblea) e i deputati membri di governo (ad esempio ministri o sottosegretari) sono considerati presenti e non computati ai fine del numero legale per le votazioni.

     

    camera dei deputati camera dei deputati

    Inoltre va sottolineato come anche negli altri ordinamenti europei, laddove siano presenti vincoli sui voti nominali e obblighi di presenza (come in Italia), sono previsti istituti analoghi alla “missione” per chi ha incarichi parlamentari o di governo. Meno libero, lo stesso Fatto Quotidiano, di mettere nero su bianco argomentazioni inesatte, magari non per dolo ma per semplice superficialità.

     

    Dall’inizio della legislatura ad oggi alla Camera dei deputati si sono votate 45 fiducie (37 su proposte di legge, 3 sul programma di governo, 2 su risoluzione, 3 su sfiducia ministri). Il sottoscritto le ha votate tutte, tranne una: il 19 maggio 2014. E, ne sarà triste il Fatto, non per andare in televisione.

    marco travaglio marco travaglio

     

    Mi “accusate” di aver partecipato il 26 ottobre 2016 al programma Tagadà, su La7, per 8 minuti (o-t-t-o). Beh, in una giornata otto minuti d’aria non mi sembrano una bestemmia. Nella stessa infografica dite che il 13 novembre 2016 ho ripartecipato alla stessa trasmissione mentre a Montecitorio si votava una fiducia.

     

    Cari amici del Fatto, le inchieste vanno fatte in modo approfondito e scrupoloso. Il 13 novembre 2016 era una domenica, la Camera dei deputati era chiusa e gli amici della trasmissione Tagadà si stavano legittimamente riposando (vanno in onda dal lunedì al venerdì), e non c’era ovviamente alcuna fiducia da votare. Errore da matita blu.

     

    renato brunetta renato brunetta

    Ma forse il distratto Thomas Mackinson (autore dell’articolo) ha sbagliato l’anno. Ha scritto 2016 invece di 2015. Ed effettivamente il 13 novembre del 2015, nel primo pomeriggio ho partecipato al programma de La7 condotto dalla brava Tiziana Panella, ma non prima di aver fatto il mio dovere votando No alla fiducia. Il Fatto dell’onnipresente Marco Travaglio, bravissimo nelle sue performance televisive (straordinarie quelle sul referendum), mi perdonerà il peccato di andare a Tagadà una volta all’anno?

     

    Mi spiace, ma con il sottoscritto avete sbagliato bersaglio. Invito calorosamente un cronista, magari più preciso, del vostro quotidiano a passare (se ce la fa) con me una giornata tipo in Parlamento. Sveglia alle 6, arrivo in ufficio alle 8, lavoro ininterrotto fino alle 20, arrivo a casa la sera intorno alle 21, a letto alle 22, stremato. Sempre così, tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, da inizio legislatura. Documentatevi e poi scrivete, cose esatte magari. Non è mai troppo tardi per chiedere scusa.

    Con ruvida simpatia

    Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati

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