• Dagospia

    NON ERA UN SOLDATO, MA HA VINTO TANTE GUERRE - BERNARDO VALLI: "SHIMON PERES HA SEMPRE SOSTENUTO LA NECESSITÀ DI CREARE UNA PALESTINA INDIPENDENTE ACCANTO A ISRAELE. E HA ANCHE AUSPICATO L’INTEGRAZIONE DI ISRAELE NEL MEDIO ORIENTE"


     
    Guarda la fotogallery

    Bernardo Valli per “la Repubblica

     

    SHIMON PERES PAPA FRANCESCO 1 SHIMON PERES PAPA FRANCESCO 1

    In una società dove la classe dirigente ha una forte impronta militare, Shimon Peres era un personaggio politico insolito: figurava come un intellettuale. Non si dedicava soltanto alla politica, amava la letteratura. Ne parlava volentieri. E si vedeva che nel prendere le decisioni non aveva lo slancio del soldato, ma era trattenuto il tempo necessario per superare il dubbio dell’intelligenza. Aveva un’insolita delicatezza nella società dominata dai sabra.

     

    Questo non gli impediva di essere abile nelle manovre di partito e di governo, nei compromessi che non inquinavano la sua linea di condotta, ma che a volte lo facevano apparire, lui tenace nella ricerca della pace, erroneamente un falco. Subì frequenti sconfitte ma non perse mai il rango di grande personaggio di Israele. Non poteva esibire un passato di alto ufficiale nell’Haganah, o nelle successive edizioni dell’esercito israeliano, come Dayan, Rabin, Barak, Sharon e altri. Mancava quindi nella sua biografia quel titolo che equivale a una garanzia, in una società ancorata dalla storia tragica al dogma della sicurezza armata.

    SHIMON PERES 5 SHIMON PERES 5

     

    Eppure Shimon Peres ha contribuito in modo determinante a quest’ultima. Ha infatti negoziato l’acquisto di armi essenziali alla difesa del suo Paese, e ha ottenuto in particolare dalla Francia, allora stretta alleata dello Stato ebraico, i piani per la costruzione del reattore nucleare di Dimona. Vale a dire la bomba atomica che Israele non ha mai detto di avere ma non ha mai neppure negato seriamente di avere.

     

    Questo accadeva nel mezzo degli anni Cinquanta: quando lo Stato ebraico partecipò con la Francia e l’Inghilterra alla spedizione di Suez dopo che l’egiziano Nasser aveva nazionalizzato il canale. Il giovane Peres, allora poco più che trentenne, partecipò anche alle trattative per quell’operazione militare rivelatasi un disastro. Poiché ubbidendo al fermo intervento politico americano, inglesi, francesi e israeliani dovettero ritirarsi dal territorio egiziano. E così Nasser vinse la battaglia perduta.

    papa francesco riceve abu mazen shimon peres e fouad twal 6 papa francesco riceve abu mazen shimon peres e fouad twal 6

     

    Fin da giovane funzionario del ministero della Difesa, nominato da Ben Gurion, il fondatore di Israele, del quale era un discepolo, Shimon Peres è poi stato due volte primo ministro e due volte primo ministro ad interim e membro di 12 governi in 66 anni di attività pubblica.

    Come nono presidente della Repubblica (dal 2007 al 2014) è stato popolarissimo, circondato dal rispetto e dalla stima di sempre, ma anche da un affetto intenso che raramente aveva suscitato nei decenni precedenti.

     

    Pur avendo partecipato più volte al potere non ha mai vinto un’elezione come capo del partito di sinistra o di centro di cui aveva la guida. La larga, intensa adesione da lui ottenuta alla fine suonava come un riconoscimento della sua politica aperta e tormentata. Senz’altro saggia, spesso lungimirante, ma non sempre giudicata realizzabile dalla società in preda ai ricordi e immersa nel Medio Oriente instabile.

    papa francesco riceve abu mazen shimon peres e fouad twal 23 papa francesco riceve abu mazen shimon peres e fouad twal 23

     

    Da quando è stata ammessa l’idea dei due Stati, Shimon Peres ha sempre sostenuto la necessità di creare una Palestina indipendente accanto a Israele. E ha anche auspicato l’integrazione di Israele nel Medio Oriente. Come primo ministro e ministro degli Esteri ha cercato di attuarla. Ha agito in quel senso con uno slancio e un ottimismo non privi di audacia, e in apparenza contrastanti con la pacatezza e il relativismo dell’intellettuale. Un atteggiamento frenato dai timori e dalle angosce dell’opinione pubblica dominante.

     

    Sotto questo aspetto era un’anima nobile e coraggiosa nella burrascosa esistenza dello Stato ebraico. Nei lunghi anni in cui ho seguito la vita israeliana, e mi è capitato a volte di incontrarlo, l’ho spesso ammirato per quella sua singolarità. L’intelligenza politica e la cultura guidavano il suo comportamento di fondo, al di là delle peripezie e dei compromessi.

    SHIMON PERES POSA UNA CORONA SULLA TOMBA DI SHARON SHIMON PERES POSA UNA CORONA SULLA TOMBA DI SHARON

     

    Se in Yitzhak Rabin colpiva il carattere brusco, oscillante tra lo schietto e il cordiale, con una venatura sentimentale nello sguardo, in Shimon Peres i toni pacati coincidevano con l’espressione. La passione del generale Rabin era quella dell’intellettuale Peres. E le loro idee erano simili, praticamente le stesse. Ma il diverso carattere e la lotta politica all’interno del Labour li hanno messi spesso a confronto.

    L’intellettuale sapeva infiammarsi quando gli venivano rammentate azioni che contrastavano con le idee enunciate. Reagì un giorno con collera a chi lo interrogava sui primi insediamenti israeliani che lui aveva autorizzato all’inizio dei Settanta in Cisgiordania, o sulle operazioni di rappresaglia che aveva ordinato contro i palestinesi accusati di azioni terroristiche. Il conflitto weberiano tra l’etica della responsabilità e l’etica dei principi doveva turbarlo.

    HILLARY CLINTON INCONTRA SHIMON PERES IN ISRAELE HILLARY CLINTON INCONTRA SHIMON PERES IN ISRAELE

     

    L’ uomo di partito non si asteneva dalle manovre imposte da una società politica agitata da aspre polemiche e contorte manovre, non certo ignote a noi italiani. Ha militato in varie formazioni affini, di centro e di sinistra (Labour, Mapai, Rafi, Alignement, Kadima) impegnandosi in una lotta per il potere che l’ha messo appunto a confronto con concorrenti di cui condivideva le idee e con i quali avrebbe poi condiviso anche gli onori. Fu in competizione con Rabin, che convinse a contribuire agli “accordi di Oslo” tra Israele e l’Olp. E per i quali ricevettero poi entrambi, e con Arafat, il premio Nobel. Il destino li separò nel novembre 1995 quando Rabin fu assassinato e Peres, che per puro caso non era al suo fianco, sfuggì ai proiettili di Yigal Amir, un israeliano contrario al processo di pace.

    SHAKIRA E SHIMON PERES SHAKIRA E SHIMON PERES

     

    La famiglia di Szymon Perski è emigrata verso Tel Aviv nel 1934, quando Shimon aveva undici anni. Veniva da Wisniew (all’epoca città polacca e oggi bielorussa con il nome di Visneva). Shimon, preso il cognome israeliano di Peres, frequenta la scuola di Guela a Tel Aviv, poi quella d’agricoltura di Ben Shemen. In occasione di una lunga missione negli Stati Uniti, per ordine di Ben Gurion, segue alcuni corsi a Harvard.

    Gianni Agnelli tra Arafat e Shimon Peres Gianni Agnelli tra Arafat e Shimon Peres

    Dopo la guerra di indipendenza, viene nominato direttore generale del ministero della Difesa. Ed è cosi che l’intellettuale senza gradi militari prestigiosi contribuisce alla sicurezza di Israele, allora governata dalla sinistra sionista, che diventa una potenza atomica.

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport