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    ECCO COME SI RISCIACQUANO I MILIARDI - UN FIUME DI DENARO SPORCO DALLA RUSSIA È PASSATO IN LITUANIA, ALL'INTERNO DELL'UNIONE EUROPEA, E DA LÌ ALLE MAGGIORI BANCHE DEL VECCHIO CONTINENTE, COME L’OLANDESE “ING” E DEUTSCHE BANK: SI STA ALLARGANDO A MACCHIA D'OLIO LO SCANDALO “TROIKA LAUNDROMAT” - POTREBBERO ESSERE COINVOLTE ALTRE BANCHE, DA UNA EX FILIALE DI ABN AMRO (ORA DI ROYAL BANK OF SCOTLAND) FINO ALLA “TURKIYE GARANTI BANKASI” IN DANIMARCA  


     
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    Francesco Rigatelli per “la Stampa”

     

    Lo scandalo Troika laundromat Lo scandalo Troika laundromat

    Un fiume di denaro sporco che dalla Russia sarebbe passato in Lituania, all' interno dell' Unione Europea, e da lì alle maggiori banche del vecchio continente. Si sta allargando a macchia d' olio lo scandalo "Troika laundromat", la lavanderia della Troika, scoperchiato dal Progetto non profit di investigazione sulla corruzione e il crimine organizzato e preso in esame in questi giorni dagli inquirenti di mezzo mondo.

     

    Dal 2003 al 2013 4,8 miliardi di dollari sarebbero passati dalla più grande società di investimento privata russa, la Troika Dialog (ora Sberbank Cib), attraverso una serie di aziende fittizie e di prestanome alla Ukio Bankas lituana. Da qui 790 milioni di dollari sarebbero filtrati da Nordea Bank, il principale gruppo nordico, alle Isole Vergini e a Panama.

     

    Lo scandalo Troika laundromat Lo scandalo Troika laundromat

    Altri 889 milioni di dollari sarebbero passati dai conti della Deutsche Bank, secondo un'inchiesta del Suddeutsche Zeitung, che avrebbe usato come banca corrispondente Danske Bank, già colpita l' anno scorso da uno scandalo per riciclaggio tra il 2007 e il 2015 di 200 miliardi di euro provenienti dalla Russia alla sua filiale estone. Allora gli investigatori dello studio legale di Copenaghen Bruun & Hjejile, chiamati dalla banca danese, evidenziarono come alla fine del 2013 l' istituto avesse in deposito solo il 9 per cento dei conti di persone o società russe nei Paesi Baltici. Secondo gli analisti dunque è possibile che i soldi sospetti transitati da Estonia, Lettonia e Lituania siano circa 4mila miliardi.

    deutsche bank deutsche bank

     

    Anche la banca olandese Ing sarebbe stata coinvolta tramite la sua sede di Mosca, da cui sarebbero passati centinaia di milioni da società parte del sistema della lavanderia della Troika. Lo stesso istituto l' anno scorso ha pagato una multa di 775 milioni di euro dopo che un' inchiesta olandese, partita da un pagamento di una società russa, l' aveva trovata colpevole di riciclaggio.

     

    E così pure sembrano coinvolte nella lavanderia una serie di altre banche, da una ex filiale di Abn Amro ora di Royal Bank of Scotland, da cui sarebbero passati 190 milioni di euro, alla Turkiye Garanti Bankasi in Danimarca dove da due istituti lituani sarebbero arrivati 200 milioni di euro, dal Crédit Agricole che a Ginevra avrebbe incassato 150 milioni di dollari di origine sospetta, all' austriaca Raiffeisen Bank colpevole secondo la ricostruzione di aver accettato 634 milioni di dollari da Ukio Bankas e dalla filiale estone di Danske Bank.

    Ruben Vardanyan Ruben Vardanyan

     

    Caso particolare infine quello della Rabobank olandese, dove la Troika avrebbe fatto arrivare 43 milioni di euro per il costruttore di yacht di lusso Heesen, che ne avrebbe messi a punto due per il senatore russo Valentin Zavadnikov. Inutile aggiungere che lo scandalo legato alla Troika Dialog gestita dall' oligarca Ruben Vardanyan lambisce il Cremlino, che nei giorni scorsi tramite il portavoce Dmitrij Peskov ha specificato: «Non è una questione di nostra competenza: abbiamo un' agenzia fiscale e un servizio di sicurezza finanziaria con i poteri per monitorare le attività delle varie entità che operano in questo settore».

     

    DMITRIJ PESKOV E PUTIN DMITRIJ PESKOV E PUTIN

    Certo il caso fa riflettere chi si domanda come possano i capitali illeciti essere tanto grandi e internazionali e allo stesso tempo non passare mai dalle banche. Secondo il Fondo monetario ogni anno tra il 2 e il 5% del Pil mondiale (2mila miliardi di dollari) è frutto di riciclaggio. Cifre che rischiano di sfuggire ai controlli di grandi banche e autorità di vigilanza. E senza l' unione bancaria anche l' Ue si trova davanti ad un mosaico di sistemi diversi che facilitano simili intrusioni.

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