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    TRADITORE A CHI? - DOPO LA ROTTURA SU FOA, TAJANI RICORDA A SALVINI CHE SONO LORO AD AVER DISFATTO IL CENTRODESTRA FACENDO IL GOVERNO COI GRILLINI: ''NESSUNA MIGRAZIONE DA FORZA ITALIA ALLA LEGA. ANZI, ABBIAMO SEMPRE PIÙ ISCRITTI E AMMINISTRATORI''. - L' EUROPEISTA ANTI-SOVRANISTA, AMICO DI ANGELA MERKEL, PRENDE SUL SERIO LA RISCOSSA DEL PARTITO DI SILVIO, ''LA VISITA AL SAN RAFFAELE È STATA FUORI TEMPO MASSIMO''


     
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    Amedeo la Mattina per la Stampa

    GENNARO SANGIULIANO CON SALVINI E TAJANI GENNARO SANGIULIANO CON SALVINI E TAJANI

     

    Gli dà fastidio se lo chiami l' anti-Salvini di Forza Italia. E comincia il suo valzer di parole imparato quando la destra di Roma era un' altra cosa, una miscellanea di centrismo andreottiano e di moderatismo con antiche venature monarchiche. «Ero anticomunista già a 12 anni e ora mi sento dire che vado a braccetto con il Pd e che ho pugnalato alle spalle il centrodestra perché stiamo tenendo la schiena dritta. Questa mattina a Fiuggi (la città termale dal sapore old Dc dove Antonio Tajani ha casa da tempo immemore, ndr ), ci siamo fatti quattro risate con gli amici al bar: mi dicevano "ma che è una barzelletta?"».

     

    Il presidente del Parlamento europeo e numero due di Forza Italia dice di tenere al centrodestra, ma ancor di più al suo partito che ha reagito all'«imposizione» di Matteo Salvini sulla nomina di Marcello Foa alla presidenza Rai. Un "no" sonoro che ha prodotto una reazione termonucleare del leader leghista: ha accusato gli azzurri di essersi alleati con la sinistra, con l' odiato Pd, provocando la rottura del centrodestra. E ora porte spalancate del Carroccio agli amministratori, consiglieri regionali e parlamentari berlusconiani che vogliono saltare sul carro del «Capitano».

     

    Marcello Foa Marcello Foa

    «Ma... - allarga le braccia Tajani - tutta questa emorragia non la vedo, semmai vedo altro. Proprio oggi in Calabria 150 fra sindaci, assessori e consiglieri comunali, espressione di liste civiche, sono confluiti in Forza Italia. In Lombardia 10 sindaci della provincia di Cremona hanno aderito a Forza Italia. Ci apriamo ai civici e stiamo scrivendo le regole congressuali, insieme all' amico Giovanni Toti, proprio per celebrare nel territorio congressi aperti a nuove energie».

     

    È una mission da far tremare le vene ai polsi. A rischio fallimento, anche perché i dietrofront ai quali Silvio Berlusconi ha abituato i suoi colonnelli sono stati sempre eclatanti.

    Ma Tajani, l' europeista anti-sovranista, amico di Angela Merkel, ci crede, prende sul serio la riscossa. Partendo da un moto d' orgoglio, galvanizzando le truppe sfiduciate. Vendere cara la pelle, non piegarsi a Salvini, dare segni di vita politica per rendere inoffensiva l' Opa della Lega che punta a essere tutto il centrodestra, volando sulle ali dei sondaggi che la danno oltre il 30%.

    tajani salvini tajani salvini

     

    «Intanto - chiosa Tajani - i voti veri danno la Lega al 17%. Poi vedremo se i sondaggi si trasformeranno in consenso reale. Aspettiamo le europee. Io vedo però che gli ultimi sondaggi danno Forza Italia in crescita».

     

    Tajani l' anti-Matteo vuole un «partito con la schiena dritta». Un partito che ha «un' identità chiara, non subalterno alla Lega: ci voleva una scossa e Tajani ce l' ha data», spiega Mara Carfagna che nell' aula di Montecitorio sul decreto dignità ha menato come un fabbro insieme alla capogruppo Mariastella Gelmini, al veneto Marco Marin, alla calabrese Jole Santelli, alla toscana Deborah Bergamini, al romano Sestino Giacomoni.

     

    Tajani precisa di non avere ambizioni personali, sottolinea di non volere la rottura del centrodestra. «Lavoro per Forza Italia, seguendo gli obiettivi che ha indicato il presidente Berlusconi quando ai gruppi parlamentari ha spiegato le motivazioni del mio incarico da vicepresidente. Non ho intenzione di litigare con Salvini ma sia chiaro che noi non siamo l' appendice della Lega.

    salvini berlusconi salvini berlusconi

     

    I 170 parlamentari azzurri hanno una loro dignità e coloro che siedono in Vigilanza Rai hanno dimostrato che il partito ha una sua forza politica, una centralità». Il problema non è Foa («per noi il discorso è chiuso») e se ora Salvini e Luigi Di Maio voglio procedere alle nomine senza consultare nessuno vadano avanti. Vadano pure avanti sulle altre nomine pubbliche. «Saremo tagliati fuori? La nostra dignità vale più di una poltrona», dice secco Tajani che martedì sera aveva ricevuto una telefonata da Salvini.

     

    L' indomani il leader leghista si è recato da Berlusconi al San Raffaele per convincerlo a votare Foa. «Una telefonata e una visita fuori tempo massimo», osserva Antonio. Ora sembra scoppiata la guerra nucleare sul nome di Foa. «Noi però non abbiamo gridato allo scandalo quando Salvini non mi hanno votato per la presidenza del Parlamento europeo, eppure mi sembra che quella carica fosse un tantino più importante della presidenza Rai, o no? En passant ricordo che io ho sconfitto il candidato dei Socialisti, il renziano Pittella. Altro che andare a braccetto con la sinistra».

    BERLUSCONI SALVINI BERLUSCONI SALVINI

     

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