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    TUTTI PAZZI PER "MARA-MERTENS" - DA ESTERNO COME TANTI A BOMBER DA PRIMATO: DIETRO L’ESPLOSIONE DEL BELGA C’E’ SARRI CHE LO HA INVENTATO CENTRAVANTI (PER NECESSITÀ) – SUI PARAGONI COL GOL DI MARADONA ALLA LAZIO, MERTENS SIBILA: “IO PERÒ HO TIRATO DA PIÙ LONTANO RISPETTO A DIEGO” – QUANDO EZIOLINO CAPUANO DISSE: "NON FARA PIU’ DI 8 PARTITE" - VIDEO


     
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    eziolino capuano 5 eziolino capuano 5

     

     

     

    Da gazzetta.it

     

    Giugno 2013, radio mercato dà per imminente l'arrivo di Dries Mertens al Napoli ed Eziolino Capuano, oggi allenatore del Modena, si lascia andare a una "profezia" poco lusinghiera sulle qualità del belga. Alla fine del successivo campionato Capuano dovrà fare marcia indietro. Una previsione tutt'altro che azzeccata, tornata virale dopo l'ennesima prodezza del belga, mercoledì contro la Lazio

     

     

     

     

    MERTENS MERTENS

    MERTENS FENOMENO A SUA INSAPUTA

     

    Giampiero De Chiara per Libero Quotidiano

     

    «Ho visto la palla che rimaneva lì e ho pensato a quel tiro. Mi sono girato, ho visto che il portiere tornava lentamente in porta. C' era spazio e mi sono detto: tiriamo!». Parole semplici dette da Dries Mertens per raccontare il gol capolavoro alla Lazio di mercoledì sera. Un pensiero detto a caldo, ai microfoni di Sky nel dopo partita, dopo i tanti elogi e complimenti per questo incredibile centravanti belga che ha prima conquistato Napoli (in città ormai lo chiamano Ciro) è che ora sta sbalordendo l' Italia e non solo.

    mertens mertens

     

    Il folletto nato a Loviano (30 chilometri da Bruxelles) ha così dimostrato di avere grandi qualità anche fuori dal campo: la modestia. Molti suoi «colleghi» si sarebbero vantati o avrebbero fatto i finti modesti, elogiando i compagni di squadra, il collettivo, il mister, spiegando che la partita era stata dai due volti e altri luoghi comuni calcistici. Lui, invece, si è schernito dei tanti complimenti, ha sorriso timidamente quando qualcuno gli ha fatto notare che la bellissima e difficilissima «palombella» che ha condannato la Lazio era simile ad una di Diego Maradona, eseguita il 24 febbraio 1985 al San Paolo, sempre contro i biancocelesti. «Mi hanno fatto vedere prima il gol di Maradona, era più difficile quello suo, quindi lasciamo stare i paragoni».

     

    sarri sarri

    Poi uscendo dagli schemi e dall' ufficialità del contesto televisivo che lo ospitava, ha proseguito sibilando col sorriso tra e labbra: «Io però ho tirato da più lontano rispetto a Diego», osando sfidare una divinità del calcio in particolare per i tifosi di fede partenopea. Lo ha fatto sorridendo, sottolineando lo spirito guascone del suo carattere. Una caratteristica apparsa ancora più evidente, quando dagli studi Sky Ilaria D' Amico gli ha chiesto cosa ci fosse dietro la particolare esultanza dopo il gol (la simulazione di una bevuta), ha risposto tranquillamente: «Ho fatto il gesto di bere con gli amici, mi piace fare qualche stupidaggine dopo una mia rete».

     

    E di esultanze stupide, come le chiama lui, da quando Sarri lo ha spostato dalla fascia sinistra al centro dell' attacco (autunno 2016) ne ha fatte molte.

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    In 33 partite di Serie A, giocate come centravanti, ha segnato 32 volte. Nelle ultime 39 partite (non solo di campionato) ha realizzato 37 reti. Capocannoniere nell' anno solare 2017 con 23 gol.

    In questa stagione è già a quota sette (sei in campionato e una nei preliminari di Champions contro il Nizza).

     

    Un patrimonio che il Napoli si è ritrovato tra le mani per puro caso. Lui, esterno sinistro di classe e dribbling, si giocava il posto da titolare sulla fascia sinistra con Insigne. Entrambi in concorrenza tra loro. Rivalità che, spesso, non faceva bene a nessuno dei due.

     

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    Poi l' anno scorso il brutto infortunio di Milik. Sarri, in emergenza, si inventa Mertens centravanti. Una scelta decisiva e fondamentale per la crescita della squadra allenata dal tecnico toscano e per lo stesso calciatore. Una squadra che in questo campionato ha già fatto 19 gol nelle prime 5 partite, alla media di 3.8 a gara. Dal 2 aprile, dopo la sfida con la Juventus finita 1-1 al San Paolo e fino al match contro la Lazio di mercoledì, i partenopei hanno segnato 44 gol in 13 gare. Una media di 3.38 reti a gara. Superiore anche a quelle di Real Madrid e Barcellona in Liga. Numeri che autorizzano i tifosi a sognare lo scudetto.

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