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    BACIO, SEMBRA FACILE - UN LIBRO PASSA IN RASSEGNA MILLENNI DI SFIORAMENTI, MORDICCHIAMENTI, RISUCCHI APPASSIONATI E ALITOSI KILLER - NEI VASI GRECI IL PRIMO CONTATTO È OMO, E OGGI I BACI VIA EMOTICON HANNO SUPERATO QUELLI REALI


     
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    Marino Niola per “la Repubblica”

     

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    Si fa presto a dire bacio. Ma di quale stiamo parlando? di quello appassionato degli amanti, di quello castamente amoroso delle madri, di quello rituale degli incontri di stato, di quello omicida dei mafiosi? o di quello delle nostre progenitrici bonobo che masticano il cibo per nutrire i figli bocca a bocca. e qualche volta, quando la dispensa è vuota, ingannano l’appetito dei piccoli con una pressione sulle labbra. in fondo il bacio è sempre una questione di fame, un desiderio di mangiarsi l’altro.

     

    lo dice la parola stessa che deriverebbe dal sanscrito bhas che significa, masticare. ma anche fare l’amore. in ogni caso sempre di appetiti si tratta. certo è che questo universale del piacere, più antico dell’uomo, non è cosa da poeti. tra le poche eccezioni c’è dante, che alla passionale francesca, finita all’inferno per aver osato amare paolo, fa dire l’inarrivabile “la bocca mi baciò tutto tremante”.

     

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    Ma per tanti altri è una buccia di banana. Sulla quale scivolano anche i più insospettabili. Come Neruda che sfiora l’ovvietà da Bacio Perugina: “in un bacio saprai tutto quello che è stato taciuto”. E non se la cava meglio Proust che crolla con in un imbarazzante “ogni bacio chiama un altro bacio”. Come le ciliegie insomma. E sì che da piccolo Marcel faceva carte false per strappare alla mamma il bacio della buona notte. Ma evidentemente era tutto tempo perduto.

     

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    La verità è che il bacio viene meglio a darlo che a dirlo. Non a caso la pittura e la fotografia hanno catturato la vertigine di desiderio, di passione e di sentimenti che attrae due persone e le incolla letteralmente bocca a bocca. Come racconta il bel libro di Valeria Arnaldi ( Il bacio, Ultra Edizioni, pagine 187) che passa in rassegna millenni di sfioramenti, mordicchiamenti, risucchi ardenti. Mostrando come ci sia un lungo filo evolutivo che inizia dai vasi greci, dove il primo contatto ravvicinato è omo.

     

    Protagonisti un maestro e un allievo uniti in un rapporto che si chiamava paideia, cioè formazione umana, compresa quella che oggi chiameremmo educazione sentimentale. E passa per quelli mitici di Apollo e Dafne, di Amore e Psiche sui quali l’arte occidentale ha prodotto capolavori come quelli di Bernini e Canova. Se nel Medioevo il bacio era casto e pio, come quello di San Gioacchino e Sant’Anna, dipinto da Giotto per la cappella degli Scrovegni o drammaticamente evangelico come quello di Giuda, con la modernità baciarsi diventa lo strumento per una riappropriazione del corpo che riscopre le delizie dell’eros.

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    Con uno scambio sensuale a piacere crescente per Romei e Giuliette di tutti i generi. Che se ne infischiano dei richiami alla decenza e al pudore e fanno dell’effusione in pubblico la nuova icona del paesaggio urbano moderno. Immortalata da fotografi come Doisneau e Berengo Gardin che fanno di Parigi la capitale mondiale degli innamorati.

    Il resto lo fa il cinema con intrecci labiali come quello che si scambiano Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in Casablanca sulle note di I just remember this, a kiss is just a kiss.

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    Oggi siamo entrati nell’era dell’amore liquido. I social sono tutti un guizzare di smack, un saettare di lingue, un accendersi di labbra laccate. Le nostre passioni non sono più sussurrate, ma smaterializzare e postate. E le nostre emozioni diventano emoticon.

     

     

     

     

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