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    UN, DUE, TRE, SAGAN! IL CICLISMO SI INCHINA ALLO SLOVACCO CHE A BERGEN DIVENTA CAMPIONE DEL MONDO PER LA TERZA VOLTA CONSECUTIVA: COME LUI NESSUNO MAI – LA COMMOVENTE DEDICA A SCARPONI - QUARTO POSTO PER L’ITALIANO TRENTIN: E’ IL MIGLIOR PIAZZAMENTO DA QUANDO CASSANI E’ CT DELL’ITALBICI - VIDEO


     
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    Nazareno Orlandi per gazzetta.it

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    Un, due, tre, Sagan. Ma come si fa a credergli quando dice che non è al top? Ma come si fa a batterlo quando in palio c’è la leggenda? Il ciclismo si inchina a Peter Sagan. Dopo Richmond e Doha c’è la sua firma anche sul Mondiale di Bergen: è la terza perla di un campione assoluto, essenza stessa delle due ruote mondiali.

    La gara è scivolata via esattamente sui binari che chiedeva lui: si è messo in moto soltanto negli ultimi cinque chilometri quando c’era da tenere la posizione migliore e negli ultimi duecento metri, partito dalla ruota di Kristoff, ha sprigionato tutti i suoi watt per andarsi a prendere il titolo al fotofinish proprio davanti al campione europeo e padrone di casa. Sul podio è salito anche l’australiano Matthews, terzo nello sprint ristretto a una ventina di unità. Quarto posto invece per Matteo Trentin, ed è il miglior piazzamento mondiale da quando Davide Cassani è c.t. degli azzurri.

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    che moscon! — Un brivido, negli ultimi dieci chilometri, lo aveva regalato Gianni Moscon, nuovo fenomeno azzurro. Ha risposto allo scatto di Julian Alaphilippe e con lui ha formato un duetto che ha resistito fino ai 5 km finali. Non ha retto il ritmo del francese ma che bravo: ha soltanto 23 anni ed è garanzia di futuro brillante. E pensare che ai 37 dal traguardo il campione italiano a cronometro era anche rimasto coinvolto in una caduta.

    gli attacchi — Peter Sagan, 27 anni, è alla vittoria 101 in carriera. E per fortuna che alla vigilia aveva mescolato le carte. Molti degli avversari diretti hanno provato a isolarlo, a inventarsi qualcosa per non portare in volata lo slovacco. A impensierirlo di più ci erano riusciti proprio i francesi con Alaphilippe, più che i belgi (Van Avermaet e Gilbert senza brio, Wellens ha guidato un tentativo intorno ai -70) e gli olandesi (Dumoulin ha provato l’assalto intorno ai -30 km). A quel punto, con Sagan allo sprint, era una corsa senza storia o quasi. Storia che si è ripetuta, di nuovo, meravigliosamente.

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