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    VI CAPITA DI ACCUSARE MAL DI TESTA DOPO QUALCHE BICCHIERE DI VINO? ECCO DI CHI E’ LA COLPA: I SOLFITI NON C’ENTRANO… - CRISTIANA LAURO SPIEGA COME E' POSSIBILE REALIZZARE UN BUON VINO SENZA SOLFITI AGGIUNTI ANCHE SE IL VINO CONTIENE MENO SOLFITI DI ALTRI ALIMENTI COME LE PATATINE FRITTE O LE ZUPPE PRONTE IN SCATOLA...


     
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    Cristiana Lauro per Dagospia

     

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    Il vino contiene anidride solforosa (solfiti), un conservante alimentare che qualcuno ritiene sia la causa principale di quel brutto mal di testa il giorno dopo, in caso di over drinking. In Italia è obbligatorio indicare la presenza di solfiti in etichetta e le quantità che non sono ritenute nocive per la salute sono controllate e regolamentate da una precisa normativa.

     

    Per evitare più possibile di infilare la chimica nel processo di trasformazione del mosto d’uva in vino, si sta cercando di produrre vini senza solfiti aggiunti. Fin qui si sono cimentati solo pochi produttori - qualcuno più per questioni di marketing che per sincera attenzione alla nostra salute - e non hanno ancora centrato un risultato pienamente soddisfacente. Per produrre vini senza solfiti aggiunti sono necessarie uve sanissime dal primo all’ultimo chicco e grande pulizia in tutti i processi di vinificazione che deve essere curata a livelli maniacali. Ma i risultati, nonostante questa perizia, non sono fin qui incoraggianti.

     

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    Rinunciare alla solforosa può corrompere la beva con acidità volatili (sentori d’aceto, il cosiddetto “spunto”) fastidiose nel bicchiere quanto irritanti sulla bocca dello stomaco. Inoltre senza conservante il vino avrà meno futuro, morirà anzi tempo e senza aver meravigliato. 

     

    La verità è che i solfiti non sono Belzebù e se utilizzati con rigore ed entro i limiti consentiti, sono un motore per il futuro di quel vino. Piuttosto stringerei le maglie dei controlli sulle quantità di solfiti realmente presenti nelle bottiglie in commercio e allora mica lo so se saremmo al riparo da brutte sorprese.

     

    In Francia il movimento “vinnaturista” partì esattamente dalla crocifissione dei solfiti aggiunti. Detto dai francesi fa ridere i polli, basta conoscere il contenuto di solfiti nei loro costosissimi Sauternes. Ma esistono delle tabelle ufficiali - come ci ricorda Doctor Wine (vedi il link in fondo al pezzo) - sono pubblicate e parlano chiaro: il vino contiene meno solfiti di altri alimenti come le patatine fritte, ad esempio, che nei pomeriggi di noi abboffano i nostri bambini o le zuppe pronte in scatola e molto altro che senza l’aggiunta di solfiti si ridurrebbe a una chiavica in pochi giorni anche se conservato in frigorifero.

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    Il vino contiene alcol (che fa male) ma è un conservante. Anche l’acidità dell’uva è un conservante, pertanto perché il vino possa durare nel tempo non è necessario aggiungere molti solfiti. Ne hanno decisamente più bisogno le patatine nei sacchetti, le zuppe di verdura conservate e la frutta secca sgusciata che, da ultimo, fior di nutrizionisti suggeriscono di consumare in abbondanza, anche perché prima delle indicazioni degli specialisti dell’alimentazione non se la cagava nessuno.

     

     

     

     

    http://www.doctorwine.it/Firmato-DoctorWine/Firmato-DW/Solfiti-a-confronto

     

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