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    ‘’L’ULTIMO LUOGO LIBERO IN AMERICA’’ – VIAGGIO A SLAB CITY, IL VILLAGGIO ABUSIVO NATO ALCUNI DECENNI FA SUL TERRENO DI UNA BASE MILITARE ABBANDONATA NEL QUALE SI VIVE USANDO SOLO MATERIALE DI SCARTO – NEL BEL MEZZO DEL DESERTO DI SONORA, SLAB CITY E’ UN LUOGO ABITATO DAGLI ULTIMI HIPPY, MISTICI, PERSONE CHE FUGGONO DALLA SOCIETÀ O CERCANO LA LIBERTÀ ASSOLUTA DALLO STATO – CON OLTRE 4.000 ABITANTI, NELLA COMUNITA’ NON C’E’ ELETTRICITA’, RISCALDAMENTO O FOGNATURE, MA ALMENO HANNO I VACCINI…


     
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    Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

     

    La Nomadland californiana nel deserto di Sonora, una comunità isolata tra Coachella, luogo di celebri festival rock e Palm Springs, l' oasi dei ricchi, è un luogo abitato dagli ultimi hippy, da mistici, da persone che fuggono dalla società o cercano la libertà assoluta dallo Stato.

     

    Ma abita qui anche povera gente che si sistema in un trailer, in una vecchia roulotte, in uno school bus giallo dismesso o addirittura in tenda, a costo zero.

     

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    «Qui» mi racconta Miguel Martines, un vecchio messicano che ha raccolto frutta per decenni e ora è in pensione, «gli inverni sono freddi ma brevi e le estati troppo calde. Non hai riscaldamento nè aria condizionata perché non c' è elettricità, nè acqua. Non ci sono nemmeno le fognature. Ma non paghi nulla. Vieni e ti sistemi in un pezzetto di terra bruciata libero. Lo delimiti con una fila di vecchi copertoni d' auto ed entri nella comunità».

     

    L' aspetto è quello di una miseria estrema anche perché Slab City - un villaggio abusivo ma tollerato, nato alcuni decenni fa sul terreno privo di valore di una base militare abbandonata - era stata pensata dai fondatori come un luogo nel quale si vive usando solo materiale di scarto, pezzi abbandonati da altri.

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    Ma gli abitanti - 4.000 negli inverni comunque miti per gli standard americani, un migliaio ora che il sole comincia a picchiare - sono tutti motorizzati e molti vivono qui non perché nullatenenti ma per scelta ideologica o per problemi di disagio sociale.

     

    Lo stesso Martines racconta che rischia di diventare quasi ricco: «I figli lavorano a Los Angeles e San Francisco, restiamo solo io e mia moglie. Non spendiamo quasi nulla mentre ora, oltre a una piccola pensione, sto ricevendo dal governo mille dollari al mese per il Covid».

     

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    Peter Passalacqua, resident artist della comunità, dice di essere venuto a vivere qui perché in Oregon era solo uno tra i tanti mentre qui è un personaggio rispettato da tutti. Si è costruito un laboratorio nel quale crea sculture rudimentali che vende.

     

    Cura, poi, i restauri e gli ampliamenti della Salvation Mountain: una collina colorata e coperta con messaggi religiosi nell' arco di 25 anni dall' artista folk visionario Leonard Knight, scomparso nel 2014. Peter si definisce italiano ma poi ti spiega che Passalacqua è il nome della famiglia che l' ha adottato.

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    Non ha mai conosciuto i genitori: pare che il padre fosse un greco di Creta. Lui si dice felice nel suo regno a cielo aperto: l' atelier, una grande cucina, perfino una pista da ballo. La camera da letto è una tenda trasparente: «Qui sono davvero libero, posso vestirmi da cowboy o indossare una gonna e nessuno ha da ridire. E dormo sotto le stelle».

     

    Ovunque la gente parla e scrive di culto della libertà, che si tratti di artisti gay o di veterani repubblicani che si portano dietro i traumi delle guerre: issano orgogliosamente la bandiera americana, ma non vogliono più avere niente a che fare con lo Stato.

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    Ma, anche se all' ingresso di questo luogo polveroso, pieno di cani nomadi come i loro padroni (amorevolmente sepolti, quando muoiono, in un cimitero nel villaggio), campeggia la scritta «L' ultimo luogo libero d' America», c' è anche chi non si fa troppe illusioni: «La libertà ha un costo» ammette Andra Dakota che gestisce un piccolo centro per il salvataggio degli animali domestici abbandonati e, nell' anno della pandemia, è diventata la coordinatrice non ufficiale degli sforzi di vaccinare gli abitanti di Slab City.

     

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    Andra è diventata una fan dei vaccini dopo aver visto la loro efficacia nel prevenire i virus canini. Ma, in una comunità abusiva, tollerata ma ignorata, ha fatto fatica a recuperare i sieri. E quando li ha avuti, ha faticato a persuadere i suoi concittadini: spesso anziani vulnerabili ma ostili a ogni autorità, condizionati dalla mentalità anti-establishment.

     

    «Molti si sono convinti e sono stati vaccinati, ma tanti altri no. Magari non oppongono un rifiuto netto, ma mi dicono che preferiscono aspettare, un rinvio dopo l' altro».

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