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    ''ANTONIOOOO'' - CONTE CONQUISTA SQUADRA E TIFOSI DEL CHELSEA, CANTANDO ''MALAFEMMINA'' IN PUBBLICO E VINCENDO LA PREMIER LEAGUE: ''ALL'INIZIO LA SQUADRA ANDAVA IN CAMPO E IO NON SAPEVO CHE COSA SAREBBE SUCCESSO: LA SENSAZIONE PEGGIORE. POI I RAGAZZI HANNO ACCETTATO I METODI NUOVI. GLI ALLENAMENTI INTENSISSIMI, LA DIETA, LA VIDEOANALISI, L' IMPORTANZA DEI DETTAGLI. È INIZIATA LA SCALATA...'' (VIDEO)


     
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    Enrico Currò per 'la Repubblica'

     

    La pioggerella gelida del Surrey, a maggio, favorisce lo spleen. Ma dalla stazioncina sulla South West London si entra nel regno del Chelsea e passa la malinconia.

     

    antonio conte fa le corna antonio conte fa le corna

    L' ultima tentazione di Antonio Conte, fresco di trionfo in Premier League, non è solo la maxiofferta dell' Inter cinese da rifondare. È soprattutto restare qui e fare la storia: «Mettere le basi per continuare a vincere. Questo è già un grande club, però ha alzato una Coppa Campioni e poi è uscito al primo turno, ha vinto una Premier e poi è arrivato decimo. Deve trovare stabilità al top».

     

    Vincere. L' ossessione di Antonio. Ne sta per discutere con Roman Abramovich, da 14 anni ricco demiurgo del Chelsea. L' esito del confronto verrà comunicato dopo la finale di Coppa d' Inghilterra con l' Arsenal a Wembley, tra una settimana.

    La tappa intermedia è domani, festa d' addio del capitano Terry e record avvistato dall' insaziabile: «Battendo il Sunderland, 30 vittorie in Premier: nessuno ci è mai riuscito».

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    Conte, conosce Paolo Conte?

    «Ho visto un suo concerto».

     

    Il sottofondo è "Fuga all' inglese": 26 giornate al comando.

    «Se vado in testa, in genere ci rimango».

     

    Tutto cominciò con "Malafemmena".

    "Al Chelsea i nuovi arrivati devono cantare in pubblico. Allenando perdo la voce, con "Malafemmena" controllavo la tonalità».

     

    Lei è nato il 31 luglio 1969, giorno in cui i Beatles incisero "Carry that weight": stagione pesante?

    «Non tutta rose e fiori. L' approdo sì, il percorso no».

     

    Per la famiglia lontana?

    «Con mia moglie Elisabetta a gennaio abbiamo deciso che Vittoria avrebbe finito la scuola a Torino, anche se era già iscritta a Londra. Ma se rimango, verranno a stare con me. Per nostra figlia sarà una grande opportunità vivere in un Paese straniero. Di sicuro un altro anno da solo non lo faccio».

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    La svolta: le sconfitte di settembre con Liverpool e Arsenal?

    «La squadra andava in campo e io non sapevo che cosa sarebbe successo: la sensazione peggiore».

     

    Peggio di una sconfitta?

    «La sconfitta per me dura due giorni, la vittoria un' ora. Ho pensato: se devo morire, muoio con la mia idea».

     

    Cioè la difesa a tre?

    «Il lavoro meticoloso. Le mie convinzioni. Non sono per i compromessi. Stavo dando tutto e non mi sentivo in discussione. Ma non potevo snaturarmi. La squadra mi ha rispettato: per me parlava il passato, anche da calciatore ».

     

    Il segreto?

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    «L' unità d' intenti nel volere cambiare: il Chelsea veniva da un decimo posto. I ragazzi hanno accettato metodi nuovi: gli allenamenti intensissimi, la dieta, la videoanalisi, l' importanza dei dettagli. È iniziata la scalata».

     

    E le colonne sonore: "Antoniooo" e "Antonio does it better".

    «Se n' è accorto Bertelli, il preparatore. Mi sono emozionato: avevo conquistato Stamford Bridge».

     

    Klopp, allenatore del Liverpool, ha detto al "Times" che il suo è un mix raro: passionalità e lucidità.

    «La passione mi muove in tutto. L' esultanza sfrenata è spontanea: quando abbraccio i giocatori, all' inizio erano un po' rigidi, e quando mi tuffo tra i tifosi, vicino alla panchina».

     

    Che cos' era per lei l' Inghilterra?

    CONTE MOURINHO CONTE MOURINHO

    «Un calcio che avrei voluto vivere. Invidiavo gli stadi pieni e l' atmosfera. Ora che l' ho potuta respirare, mi sento più completo. Ma non c' è meno pressione: in un grande club devi vincere sempre».

     

    La differenza?

    «La cultura sportiva. Ho visto il Middlesbrough retrocedere tra gli applausi del suo pubblico. Ti applaudono gli avversari, i fan si mescolano. E squalificheranno i simulatori: chi si tuffa non sarà mai un idolo».

     

    La serie A cerca di recuperare: play-off e boxing day.

    CONTE MOU CONTE MOU

    «I play-off non mi convincono. Giocare nelle festività di Natale, a parte il problema per noi cattolici, non è stato male. Lo spot per la serie A è l' Atalanta di Gasperini: società solida, allenatore preparato, giovani forti».

     

    Gasperini teorizza il portiere-centrocampista come nuova frontiera.

    «Sta già un po' succedendo. Il prossimo passo sarà la sempre maggiore intensità di gioco senza perdere qualità tecnica».

     

    Quanto Conte si è adattato alla Premier?

    «Mi sento fortificato. Sul lavoro resto intransigente. Ma sono più flessibile. Ho imparato a chiudere gli occhi: per esempio quando vedevo mangiare uova strapazzate prima della partita. Di un Paese devi accettare le tradizioni. E parlarne la lingua, per rispetto».

     

    L' inglese?

    «Due settimane di corso intensivo. Avevo basi scolastiche, è stata una montagna da scalare. Con motivazioni forti, nulla è insormontabile. Però non c' è lingua che tenga, se non sai trasmettere: tanti professori universitari non sono bravi insegnanti».

     

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    Il calcio inglese è il più visto al mondo: dopo l' Europeo da ct è la consacrazione internazionale?

    «La mia priorità è un' altra: migliorare sempre ».

     

    Migliorare, al Chelsea, significa investire per sfidare in Champions la Juve e le altre.

    «Significa stabilità al top. Nessuno credeva in noi, contro il City di Guardiola, lo United di Mourinho, il Liverpool di Klopp, l' Arsenal di Wenger, il Tottenham di Pochettino. Ogni anno sei squadre vogliono la Premier. E la Champions dipende anche dai sorteggi».

     

    Appena riaperto il suo profilo Facebook, gli interisti si sono scatenati: la vogliono.

    «L' entusiasmo degli italiani mi inorgoglisce. Lo share della Premier in tv è salito anche per il Chelsea, al di là di simpatie o antipatie per me. Le speculazioni sul mio futuro sono normali, pretendo concentrazione sul campo».

     

    L' Italia le manca?

    antonio conte inno le porga la chioma antonio conte inno le porga la chioma

    «Ne sono innamorato. La sento nel cuore in ogni cosa che faccio, anche se, per fare venire mio padre, ho dovuto vincere la Premier: la sua promessa era che sarebbe venuto a Londra con mia madre».

     

    Dal 2006-07 al 2016-17: 10 anni intensissimi in panchina.

    «Ho scalato una montagna e durante la scalata hanno provato a buttarmi giù. Non ci sono riusciti».

     

    It' s wonderful, chioserebbe Paolo Conte.

    «Sì, ma solo se vinciamo col Sunderland e a Wembley».

     

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