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    “ODIO I LIBRI SENZA QUALITÀ” - PARLA ANDREW WYLIE, IL RE DEGLI AGENTI LETTERARI: "DAN BROWN E STEPHEN KING? LA VITA È TROPPO INTERESSANTE PER OCCUPARSI DI LORO. MEGLIO GUARDARE LA TV. ALCUNI FORMAT TV SONO MOLTO PIÙ INTERESSANTI DI CERTI ROMANZI. PENSO A SERIE COME BREAKING BAD O RAY DONOVAN''


     
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    Raffaella De Santis per la Repubblica

    ANDREW WYLIE ANDREW WYLIE

     

    Se è vero che è uno sciacallo, come dice il suo soprannome "The Jackal", sa nasconderlo bene. Andrew Wylie è un seduttore, un signore elegante dallo sguardo affilato. Durante la Buchmesse alloggia nell' albergo Hessischer Hof, uno dei più lussuosi di Francoforte, dove nel tardo pomeriggio, quando la Fiera chiude i battenti, gli uomini più importanti dell' editoria mondiale si ritrovano per l' aperitivo.

     

    Non è facile avvicinarlo, più che altro per il rispetto che incute, perché è il re, l' agente letterario più bravo sulla piazza, il più famoso, e tutti lo sanno. Solo per fare qualche nome, tra i suoi clienti ci sono Philip Roth, Emmanuel Carrère, Amos Oz, Salman Rushdie, Dave Eggers, Karl Ove Knausgård, Hanif Kureishi e italiani come Roberto Saviano, Alessandro Baricco, Paolo Giordano e Claudio Magris. Il libro dei diritti della Wylie Agency (sedi a New York e Londra) è un volume di oltre trecento pagine più pesante di un elenco telefonico.

     

    Wylie si fa trovare nell' affollatissima lobby dell' hotel, dove la vita notturna francofortese è appena cominciata. Nonostante il caos sembra avvolto in una bolla, protetto dentro un recinto sacro che gli disegna il vuoto intorno. Ci spostiamo in una stanza più tranquilla. Wylie, in completo blu da broker della City, si accomoda su una poltrona di velluto, ordina una bottiglia di vino bianco ghiacciato. Inizia a sgranocchiare noccioline: «Allora, cosa posso raccontarle?».

    Dan Brown Dan Brown

     

    Ad esempio come si diventa Wylie.

    «Ho cominciato a fare l' agente letterario lavorando per altri, e a partire dal 1980 mi sono messo in proprio. Si diventa bravi puntando sulla qualità, senza pensare esclusivamente al denaro. All' inizio non avevo clienti, ora sono arrivato a rappresentare più di mille scrittori».

     

    Ma nel suo caso la qualità si è trasformata in denaro

    «A volte, ma tanti dei nostri autori non sono ricchi. Se qualcuno ha bisogno di un' operazione, un bravo chirurgo non domanda al paziente quanti soldi ha».

     

    Dunque si può diventare il numero uno senza corteggiare i nomi da bestseller?

    «Dan Brown e Stephen King hanno un grande mercato, ma per fortuna non li trattiamo. La vita è troppo importante e interessante per occuparsi di persone come Dan Brown. E poi non mi voglio svegliare la mattina ricevendo una telefonata di Danielle Steel. Sarebbe da pazzi! Meglio guardare la tv. Alcuni format televisivi sono molto più interessanti di certi romanzi. Penso a serie come Breaking Bad o Ray Donovan ».

     

    WYLIE 3 WYLIE 3

    Da anni lei si batte contro lo strapotere di Amazon e assesta fendenti al self-publishing. Ha cambiato idea?

    «Amazon sta tentando di fare nell' industria editoriale quello che Apple ha fatto in quella della musica. Passando dalla distribuzione alla produzione, il colosso dell' e-commerce si avvia a distruggere l' editoria, con il risultato che gli scrittori finiranno per guadagnare pochi spiccioli a copia. La mia agenzia rappresenta anche musicisti come Bob Dylan o David Byrne, che prima guadagnavano attraverso la vendita dei dischi e ora non fanno più un soldo con i cd».

     

    Il self-publishing però ha dato risultati interessanti, non trova?

    «Lo scrittore fai-da-te è l' equivalente di chi canta sotto la doccia. In genere si tratta di scrittori che non meritano editori seri. Cinquanta sfumature di grigio, nato in Rete, che cos' è? Spazzatura.

    Non l' ho letto e non lo farò. Il sesso avrebbe bisogno di una rappresentazione migliore. Lolita ne è una degna incarnazione, non certo le Sfumature ».

     

    il codice da vinci dan brown il codice da vinci dan brown

    Nel suo albo d' oro ci sono molti italiani. Com' è nato l' amore per la nostra letteratura?

    «Nel 1989, l' anno della fatwa a Salman Rushdie, grazie a Italo Calvino. Calvino era morto da quattro anni. Un giorno ricevetti una telefonata da Chichita, la vedova dello scrittore. Mi chiamava, se non ricordo male, da Parigi. Era stato Salman, che era già un mio cliente, a consigliarle di rivolgersi a me per curare l' eredità letteraria del marito. Parlammo un po' e tanto bastò per concludere l' importantissimo passaggio di Calvino a Mondadori. Ma la mia relazione con il vostro Paese era iniziata molto tempo prima, ai tempi del college, quando non ero ancora un agente letterario.

    Studiavo ad Harvard lingue romanze e trascorrevo il tempo leggendo Ungaretti ».

     

    A questo punto Wylie inizia a declamare in perfetto italiano ad alta voce una poesia di Ungaretti, imitando la recitazione teatrale e carica di enfasi del poeta: I molti, immani, sparsi, grigi sassi / Frementi ancora alle segrete fionde / Di originarie fiamme soffocate / Od ai terrori di fiumane vergini''. Perché imparava a memoria poesie italiane?

    «Traducevo Ungaretti per esercitarmi con la vostra lingua. Lo facevo per amore. Avevo conosciuto la donna che avrei sposato. Mia moglie è italiana, una napoletana di Brooklyn».

     

    STEPHEN KING 4 STEPHEN KING 4

    È una storia romantica. Eppure il suo soprannome è The Jackal.

    «Me lo appiopparono dopo la storia di Martin Amis, al quale feci ottenere un contratto molto vantaggioso con HarperCollins ».

     

    Si è parlato di centinaia di migliaia di dollari. E si è favoleggiato sul fatto che mise Amis contro il suo migliore amico, Julian Barnes. La moglie di Barnes era Pat Kavanagh, l' agente di Amis a cui lei l' aveva sottratto.

    «Andò così».

     

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    Può indicarci qualche nuova tendenza letteraria a cui guardare durante questa edizione della Buchmesse?

    «Nel campo della fiction alcune delle voci più interessanti oggi sono di autori africani, molti di origine nigeriana. L' Africa sta cambiando velocemente. C' è molta violenza, ci sono molte diseguaglianze, ma queste situazioni complesse costituiscono un ottimo cibo per un romanziere, perché lo spingono all' impegno, alla voglia di raccontare la realtà. Nel mondo in via di sviluppo ci sono molti libri ancora da scoprire».

     

    Un' altra caratteristica di Wylie è non fare mai i nomi degli scrittori che rappresenta. Non vuole creare differenziazioni. È nel suo stile. Nel catalogo dell' agenzia ad ognuno è riservata una pagina, al di là della sua fama. Tra i nigeriani troviamo: Chinua Achebe, Chimamanda Ngozi Adichie e Akwaeke Emezi.

     

    MARTIN AMIS MARTIN AMIS

    Ma davvero crede che la letteratura possa ancora cambiare il mondo?

    «Ne sono convinto. È l' antidoto ai nazionalismi e ai populismi che stanno dilagando, da Trump alle nuove destre. Se cammini in una strada piena di sciovinisti e senti una bellissima canzone arrivare da una direzione opposta non puoi non rimanerne colpito. La letteratura è questo, è una bellissima canzone, è il suono delle minoranze».

     

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