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    DAGO GAMES BY FEDERICO ERCOLE - SONO NECESSARI I VIDEOGIOCHI COME “11-11 MEMORIES RETOLD”, SVILUPPATO PER CELEBRARE LA FINE DI QUEL MASSACRO CHE FU LA PRIMA GUERRA MONDIALE NELL’ANNO DEL SUO CENTENARIO - È UN RACCONTO INTERATTIVO NEL QUALE PAROLE E VISIONI SI MESCOLANO IN QUALCOSA CHE NON È CINEMA E NEPPURE VIDEOGAME MA UN IBRIDO DAL GRANDE VALORE DIDATTICO E ARTISTICO - E' UNA NOVELLA SULL'AMICIZIA E SU CIO' CHE CI DEFINISCE ESSERE UMANI - VIDEO


     
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    Federico Ercole per Dagospia

     

    11 11 MEMORIES RETOLD 11 11 MEMORIES RETOLD

    Sono necessari i videogiochi come 11-11 Memories Retold, anche se soprattutto in questo caso il termine videogioco appare assai riduttivo e obsoleto non solo perché risulta innaturale applicandolo ad un’esperienza come la suddetta ma perché, viceversa, è proprio come videogame che l’opera dello Studio Ardmaan e Digixart può risultare “insufficiente” per chi vi ricerca il più puro e agonistico brivido elettro-ludico.

     

    C’è la necessità di tali opere per differenziare i generi e i toni del videogame, per affrontare temi alti, per non limitare il gioco al divertimento e traslarlo nelle regioni dell’educazione.

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    11-11, sviluppato per celebrare la fine di quel massacro che fu la prima Guerra Mondiale nell’anno del suo centenario, è un racconto interattivo nel quale parole e visioni si mescolano in qualcosa che non è cinema e neppure videogame ma un ibrido dove la rappresentazione pittorica prende vita, animandosi, muovendosi, risuonando e narrando attraverso  i colori una storia straziante di guerra laddove l’epica non è quella di un eroismo marziale, ma un afflato intimo, umanissimo che definisce gli uomini in base alla loro statura morale.

     

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    In questa opera vi è la cronaca di due vite durante la guerra, esistenze che troveranno momentanei punti di contatto, sebbene i due protagonisti appartengano agli eserciti avversari: Harry, un fotografo canadese doppiato da Elijah Wood (il Frodo dell’Anello tolkieniano di Peter Jackson) e il tecnico tedesco Kurt con la voce di Sebastian Koch (Black Book, Il Ponte delle Spie). Entrambi gli uomini vanno in guerra non perché mossi da spirito bellicoso o da nazionalismi, ma per motivi personali e intimi: Harry per fare ingenuamente colpo sull’amata, Kurt per ritrovare il figlio disperso.

     

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    Ma l’orrore della guerra non attende, scivola piano nell’intreccio, percepiamo la sua presenza mostruosa incombere per poi scatenarsi in tutta la sua scellerata disumanità. Ci sono momenti durante i quali controlleremo i due animali che si legheranno indissolubilmente ai protagonisti, un gatto e un piccione, e attraverso i loro occhi bestiali intuiamo, se possibile, ancora di più lo scempio dissennato di ogni attività militare, il sacrificio diabolico sull’altare del dominio e del progresso.

     

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    Le azioni ludiche sono minimali e spesso assumono la forma di mini-giochi, ma quasi non ci accorgiamo di avere un controller in mano, tanto siamo catturati dal fiume narrativo così che 11-11 alla fine potremmo averlo letto, guardato o ascoltato invece che giocato, il messaggio sarebbe lo stesso. Camminiamo, conversiamo, aggiustiamo, fotografiamo, osserviamo, studiamo documenti dall’utilità storica di un manuale scolastico, oppure fuggiamo terrorizzati al fragore dei proiettili e delle bombe.

     

    D’altronde, sebbene tanti videogiochi ci dicano il contrario, la guerra non è un gioco. Professori, portate in classe una console (11-11 è uscito per Playstation 4, XBox One e PC lodevolmente co-prodotto e distribuito da Namco Bandai Europe), e giocate con i vostri alunni perché questa struggente cantata numerica sull’oscenità della guerra ha un notevole valore didattico e artistico. 

     

    IMPRESSIONISMO ELETTRONICO

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    11-11 è una mimesi numerica della pittura impressionista, soprattutto quella di Cezanne e di Claude Monet. I colori definiscono la forma, fuggendo dalle linee, infrangendo il limite per restituire l’idea di un’immagine. Purtroppo il miracolo pittorico di un impressionismo dinamico non si realizza sempre e ci sono momenti durante i quali il gioco in questione appare un vecchio videogame per Playstation 2 invece che un quadro mobile.

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    Non che ce ne importi molto, tanta è la forza coinvolgente del racconto, sublimato ulteriormente  dalla musiche di Olivier Deriviere (sue sono le notevoli musiche di quella perla quasi obliata che fu Remeber Me). Questo involuto effetto “vintage” si manifesta soprattutto quando l’illuminazione è più fioca e lo spazio ridotto. Ma quando c’è la luce, quella splendente del sole, ecco manifestarsi tutta la meraviglia della pittura, perché i colori e le forme reagiscono alla luminosità e assumono davvero un squisita dimensione impressionista.

     

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    Indimenticabile  novella interattiva sull’ amicizia e su ciò che ci definisce come esseri umani, libera da ogni ideologia dello schieramento e della patria, 11-11 Memories Retold è conciso quanto immenso, un’esperienza che dovrebbe vivere anche colui che non videogioca e che nella sua roccaforte estetica reputa i videogame una perdita di tempo, per ritrovarvi invece tutto il tempo che ha perduto finora, trascurandoli.

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