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    IL CINEMA DEI GIUSTI - ARIECCOLI! BATMAN CHE ANCORA JE RODE DI AVER CONTRIBUITO ALLA MORTE DI SUPERMAN, WONDER WOMAN BONISSIMA, AQUAMAN TATUATO COATTISSIMO CON TANTO DI FORCONE, THE FLASH RAGAZZINO CON LA BATTUTA PRONTA, CYBORG CHE HA QUALCHE PROBLEMA CON LA SUA PARTE MECCANICA. TUTTI INSIEME PER “JUSTICE LEAGUE”


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

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    Arieccoli! Batman che ancora je rode di aver contribuito alla morte di Superman, Wonder Woman bonissima, Aquaman tatuato coattissimo con tanto di forcone, The Flash ragazzino con la battuta pronta, Cyborg che ha qualche problema con la sua parte meccanica. Tutti insieme, compreso il poro Superman che in qualche modo dovrà tornare, visto che la battuta chiave di Batman è “Noi non siamo abbastanza”, ritornano in questo non riuscitissimo ma gradevole Justice League, diretto da Zack Snyder, ma completato e probabilmente rimontato e ricostruito da Joss Whedon, che firma qui con Chris Terrio solo la sceneggiatura.

     

    Snyder, responsabile anche del precedente e disastrato Batman v Superman, dopo i quattro quinti delle riprese, abbandonò il set per il suicidio della giovane figlia e venne appunto sostituito da Whedon, che ha portato a casa il progetto, rendendolo funzionale, ma non così riuscito come Wonder Woman.

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    Di sicuro sappiamo solo che Whedon ha rigirato per due mesi parecchie scene a Londra, con 25 milioni di dollari di extra budget, ha licenziato il musicista scelto da Snyder, Junkie Xl, chiamando al suo posto il grande Danny Elfman, ha curato tutta la post-produzione. Scompare anche qualche attore che pensavamo di trovare, come Willem Dafoe, mentre la Mera di Amber Heard si vede appena.

     

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    Cose che possono capitare in un polpettone da 300 milioni ideato dieci anni fa, riscritto varie volte, e pensato, a un certo punto, per la regia del più grande di tutti, George Miller, che avrebbe voluto DJ Cotrone come Superman, Arnie Hammer come Batman e Megan Gale come Wonder Woman.

     

    Il progetto di Zack Snyder vedeva però il film due parti, da girare assieme, e qualcosa del sequel si vede alla fine del film, con personaggi che non vi dirò, anche se non si sa esattamente quando la seconda parte verrà girata e da chi. Sull’intero progetto gira una certa aria di sofferenza, sia per la morte messa in scena di Superman, sia per quella vera della figlia del regista, che in qualche modo traspare malgrado gli eccessi degli effetti speciali.

     

    Ben Affleck è un Batman non solo perplesso, ma proprio assente, forse per quel che ha combinato a Superman nel film precedente, forse per il disastro del suo ultimo film da regista, ma a parte qualche buona battuta trashiona con Aquaman, “Ho sentito che parli ai pesci” o qualche risposta piccata alle osservazioni sul suo vestito da pipistrello, “Non sono io quello che gira col forcone”, non si va. Henry Cavill come Superman ha un ruolo davvero minore, e ha poco tempo per riprendersi tra gli sguardi di Amy Adams, Lois Lane, e quelli di Diane Lane, la mamma.

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    Per fortuna che Gal Gadot come Wonder Woman ruba la scena prepotentemente a tutti, forte del successo del film precedente e della freschezza del suo personaggio. E’ piuttosto riuscito anche Jason Momoa come Aquaman, coatto e barbuto, “un incrocio tra Michael Phelps e la costola di Oakland degli Hells Angels” qualcuno ha scritto. Momoa, anche se dovrebbe essere innamorato della Mera di Amber Heard, rivela quello che tutti pensiamo di Gal Gadot in una delle scene più divertenti del film.

     

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    Del resto siamo tutti innamorati di Wonder Woman e Gal Gadot è la nostra eroina da quando ha detto che non la interpreterà più se Brett Ratner non toglie il nome dai titoli di testa del sequel del film come produttore. Aquaman e Wonder Woman sono anche quelli che se la vedono più di tutti col cattivo del film, certo Steppenwolf, un caprone gigante digitale con tanto di corna e voce di Ciaran Hinds ritornato sulla terra dopo 5000 anni assieme a una banda di insetti mostruosi per eliminare tutta l’umanità. Te pareva...

     

    Dovrebbe farlo mettendo assieme tre scatolette magiche che sembrano più offerte Ikea che i pacchi del disperso Insinna. Per salvare l’umanità i Justice League, ancora orfani di Superman si mettono assieme.

     

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    Sono Batman e Wonder Woman a cercare i tipi giusti, da Aquaman, appunto, che se ne stava in Islanda a far caciara e a salvar pescatori in mezzo al mare, al Flash ragazzino di Ezra Miller, più o meno riuscito, al Cyborg di Ray Fisher, che ha qualche problema col padre scienziato, Joe Morton. Joss Whedon ha il compito, anche in sceneggiatura e poi al montaggio, di mettere ordine dopo il disordine di Batman v Superman e di far funzionare la gran massa di personaggi di Justice League ben sapendo della superiorità attuale di Wonder Woman.

     

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    Per questo il film è un bel po’ puntato su di lei, Al punto che alla fine non ci importa un granché del ritorno o meno di Superman, ma vorremmo vederla muoversi da super-eroina per due ore assieme a Aquaman. Ci sono un bel po’ di apparizioni eccellenti, da Jeremy Irons a Connie Nielsen alla new entry di J.K.Simmons come tenente di polizia, da Jesse Eisenberg a Michael McElhatton. Alla fine Joss Whedon riesce nell’impresa più difficile, chiudere il film entro le due ore precise, titoli esclusi. In sala da giovedì.

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