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    "GUAGLIÒ, T'È PIACIUTO ‘O ZINGARIELLO, O NO?" – LA GAMBIZZAZIONE A MILANO DI ANTONIO ABRUZZESE, 39ENNE SINTI CHE VIVE IN UNA ROULOTTE, VIENE RIVENDICATA SU TIK TOK DAL COGNATO CHE LO "AVVERTE" ("FAI L’UOMO. 'A GALERA ME LA FACCIO A TESTA ALTA”) MINACCIANDOLO DI NON DENUNCIARE - ABRUZZESE, CHE HA UN LUNGO CURRICULUM CRIMINALE, STA ALLE REGOLE DELLA MALAVITA E NON HA INTENZIONE DI RIVOLGERSI ALLE FORZE DELL'ORDINE – L’ASSALTO AL PRONTO SOCCORSO DEI SUOI PARENTI


     
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    Estratto dell’articolo di Massimo Pisa per www.repubblica.it

     

    minacce ad antonio abruzzese minacce ad antonio abruzzese

    Non ha parlato Antonio Abbruzzese, il 39enne sinti originario di Torre Annunziata ferito a colpi di pistola martedì pomeriggio in viale Marche. E non per le sue condizioni di salute: operato ad entrambe le gambe all'ospedale Niguarda, la vittima è ancora sotto osservazione ma cosciente e ha potuto rispondere alle domande dei carabinieri della compagnia Duomo, che indagano sull'agguato messo in atto tra le auto che percorrevano la circonvallazione esterna.

     

    Abbruzzese però ha spiegato di non aver riconosciuto il suo aggressore e di non avere intenzione di fare denuncia.

     

    Non è stata una sorpresa per gli investigatori, considerato il passato pieno di precedenti di Abbruzzese - che vive in una roulotte dalle parti di via Val Maira - e la sparatoria dello scorso maggio in via Cefalù, in cui due parenti di Abbruzzese furono a loro volta ferite a colpi di pistola. E viste anche alle tensioni di martedì sera al pronto soccorso del Niguarda, dove diversi parenti del ferito si erano presentati, armati e minacciosi, a chiedere informazioni. […]

     

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    Il riferimento è ad alcuni post e video postati nelle scorse ore su Tiktok. Immortalano un certo M. B., indicato come cognato di Abbruzzese, mentre declama una sorta di rivendicazione della sparatoria: "Guagliò, t'è piaciut'o zingariello, o no? Botta e risposta", dice l'uomo ammiccando alla telecamera in napoletano.

     

    Per poi consigliare alla vittima di "fare l'uomo", cioè di non denunciare, sfidandolo ad un confronto a quattr'occhi: "Sul'. Un'e uno". Infine, nel caso di denuncia, "'a galera a testa alta m'a facc', gamba su gamba". Un conteggio con le dita fino a quattro, come i colpi sparati, chiude il messaggio.

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    In un ulteriore video, anche questo acquisito dai carabinieri, comparirebbe la madre di M. B., ripresa a Cinisello Balsamo con toni altrettanto minacciosi mentre agita le mani mimando il gesto di chi parla: "Canta quanto vuoi tu, tanto chi ha le p... viene qua. Hai visto chi è mio figlio?". […]

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