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    I DANNI DELLA GLOBALIZZAZIONE: IL MONDO SI FERMA PER COLPA DEI RAZZI DEGLI HOUTHI – I RIBELLI YEMENITI HANNO COLPITO UNA NAVE DI PROPRIETÀ AMERICANA, E RISPONDONO AI RAID USA CON LE MINACCE: “LO YEMEN SI TRASFORMERÀ IN UN CIMITERO PER LE LORO FORZE” – GENTILONI: “LA TENSIONE POTREBBE AVERE CONSEGUENZE SUI PREZZI DELL’ENERGIA, E DI CONSEGUENZA SULL’INFLAZIONE” (E GRAZIE ARCA…) – PER L’ITALIA, DAI RAZZI ARRIVANO SOLO CAZZI: IL 40% DEI NOSTRI COMMERCI PASSA DA SUEZ


     
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    GENTILONI, 'DA TENSIONI MAR ROSSO RISCHI PER ECONOMIA UE'

    (ANSA) - "Non possiamo sottovalutare la possibilità che la tensione nel Mar Rosso abbia delle conseguenze" sull'economia europea, "che per il momento non sembrano esserci ma che potrebbero" esserci "nelle prossime settimane sui prezzi dell'energia e di conseguenza sull'inflazione". Lo ha detto il commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni, arrivando all'Eurogruppo. "Di fronte a un contesto di crescita molto bassa, si stanno verificando alcuni rischi dal punto di vista geopolitico", ha evidenziato Gentiloni.

     

    HOUTHI, LO YEMEN SI TRASFORMERÀ IN CIMITERO PER FORZE USA

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    (ANSA) - Uno dei leader degli Houthi Ali al-Qahoum afferma, in un'intervista all'agenzia iraniana Irna, ripresa dal Times of Israel, che lo Yemen si trasformerà in un "cimitero" per le forze statunitensi. "Diciamo agli americani che le vostre azioni contro lo Yemen saranno sconfitte e che vi affronteremo con tutta la nostra forza. Dopo questa aggressione, lo Yemen si trasformerà nel cimitero degli americani e questi lasceranno la regione umiliati", dice al-Qahoum. (ANSA).

     

    UNA NAVE COLPITA DA UN MISSILE AL LARGO DELLO YEMEM

    (ANSA-AFP) - Una nave è stata colpita da un missile al largo dello Yemen. Lo ha reso noto l'agenzia per la sicurezza marittima britannica.

     

    CAMBIO DELLE ROTTE ATTRAVERSO IL CANALE Di suez per le azioni degli houthi nel mar rosso CAMBIO DELLE ROTTE ATTRAVERSO IL CANALE Di suez per le azioni degli houthi nel mar rosso

    Una nave "è stata colpita dall'alto da un missile" a sud-est alla città portuale di Aden nel sud dello Yemen, ha riportato sul proprio sito senza ulteriori dettagli la United Kingdom Maritime Trade Operations, che monitora in traffici nel Mar Rosso. Ieri pomeriggio gli Houthi avevano lanciato un razzo verso una nave da guerra Usa in risposta ai raid anglo-americani in Yemen contro le postazioni del movimento filo-iraniano.

     

    MO: FONTE YEMENITA, 'HOUTHI HANNO PRESO DI MIRA NAVE DIRETTA IN ISRAELE'

    (Adnkronos) - Le forze degli Houthi, gruppo che controlla ampie zone dello Yemen, hanno preso di mira nel Mar Rosso una nave diretta in Israele. Lo ha sottolineato una fonte militare yemenita ad al-Jazeera, dopo che l'agenzia per le operazioni commerciali marittime del Regno Unito (Ukmto) ha segnalato che una nave è stata colpita da un missile al largo di un'area dello Yemen controllata dagli Houthi. Secondo la fonte militare, l'attacco è stato lanciato dopo che la nave ha respinto gli avvertimenti che le erano stati rivolti.

     

    I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI

    MO: AMBREY, NAVE COLPITA È DI PROPRIETÀ USA

    (Adnkronos) - E' una 'bulk carrier', una portarinfuse, di proprietà americana e battente bandiera delle Isole Marshall la nave colpita da un missile al largo dello Yemen. Lo ha indicato la società britannica di sicurezza marittima Ambrey, precisando che il missile ha causato un incendio nella stiva, ma la nave può continuare la navigazione. Secondo Ambrey, non ci sono vittime e l'imbarcazione non ha legami con Israele.

     

    LA CRISI DI SUEZ

    Estratto dell’articolo di Luigi Grassia per “La Stampa”

     

    I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI

    Il Mar Rosso è diventato zona di guerra, molte navi evitano il transito dal Canale di Suez, e le conseguenze già si fanno sentire sul costo dei noli, perché girare attorno all'Africa richiede più tempo e più carburante; inoltre (fatto raramente citato) fa rincarare i cosiddetti Eu Ets, che sono una specie di tassa sulle emissioni di CO2. E dato che tutto, alla fine, si scarica sui prezzi dei prodotti pagati dai consumatori, il rischio è che l'inflazione rialzi la testa, e che i tagli dei tassi da parte delle banche centrali vengano rinviati. L'esito sarebbero più inflazione e meno crescita economica, cioè il contrario di quello che si prevedeva nel 2024.

     

    […] I dati certi sul traffico navale sembrano preludere a una chiusura di fatto del Canale di Suez. Il Kiel Institute for the World Economy segnala che il numero dei transiti è crollato del 60 per cento, da 500.000 container al giorno a 200.000. Che conseguenze ha questo sul commercio globale?

    I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI

     

    Notevoli, benché non enormi. Da Suez passa il 12% delle merci. Da quando sono cominciati gli attacchi degli Houti, dice ancora l'istituto di Kiel, il traffico marittimo mondiale è diminuito dell'1,3%. Tuttavia ci sono due postille: quel -1,3% può dipendere dagli attacchi dei terroristi, ma anche da altre cause (ad esempio, potrebbe essere sintomo di un'incipiente recessione internazionale). Inoltre, per l'Italia l'impatto rischia di essere molto maggiore, visto che la nostra quota di import e di export che transita da Suez è vicina al 40%.

     

    Inoltre il nostro Paese subirebbe un ulteriore colpo dalla chiusura del Canale: i nostri porti vedrebbero crollare il traffico e il giro d'affari. Una curiosità di giornata: la società Db Group di Montebelluna ha riattivato una linea di collegamenti ferroviari con la Cina predisponendo due treni speciali da 50 vagoni che partiranno il 31 gennaio; l'operazione verrà replicata nelle settimane successive.

     

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    Il viaggio avrà una durata di 25 giorni e oltre al Mar Rosso taglierà fuori anche il continente africano. […]  Augusto Cosulich dice a La Stampa che «ogni nave portacontainer che circumnaviga l'Africa anziché transitare da Suez ci costa 4 o 5 milioni di euro in più». Gli chiediamo di commentare la notizia che il produttore americano di auto elettriche Tesla sospende la produzione per sopravvenute difficoltà di approvvigionamento, e in particolare gli chiediamo se corrisponde all'esperienza del gruppo Cosulich che sia in atto un fenomeno di de-globalizzazione, a causa delle reti di fornitura che al tempo del Covid si sono mostrate vulnerabili. Risponde: «Sì, notiamo diverse aziende che accorciano le reti, e spostano la produzione dalla Cina alla Polonia o alla Turchia». Questo prescinde dall'attuale crisi nel Mar Rosso, la cui storia è ancora da scrivere.

     

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