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    "MA QUALE 'MONDIALE DELLA VIOLENZA', NON MENEREMO GLI STRANIERI" – PARLA IL CAPO ULTRÀ RUSSO BANDITO DAGLI STADI: "GLI INGLESI HANNO PERSO L’ASSEGNAZIONE DELLA COPPA DEL MONDO E NON SI RASSEGNANO. SE CI ATTACCANO A VOLGOGRAD DOVE COMBATTEVAMO I NAZISTI QUALCUNO POTREBBE PENSARE..." - LA RACCOMANDAZIONE AI GAY: "SIAMO UN PAESE CONSERVATORE, NIENTE SMANCERIE IN…"


     
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    Rosalba Castelletti per la Repubblica

     

    Due anni fa, a margine della partita Inghilterra-Russia agli Europei, le due tifoserie trasformarono Marsiglia in un campo di battaglia. Tutto il mondo guardò con orrore. Ma in Russia gli ultras che erano riusciti a battere i loro "padri spirituali" furono accolti come eroi. «Ben fatto, ragazzi », twittò il deputato Igor Lebedev. Mentre Vladimir Putin liquidò l' episodio ironizzando: com' è possibile che 200 russi abbiano sconfitto oltre 2000 hooligans inglesi?

     

    «Fu una banale rissa, ma ha avuto grande risonanza», minimizza Aleksandr Shprygin, un omone di quarant' anni che, nello sport bar moscovita dove c' incontra, tutti trattano con rispetto. Capo dell' oramai sospesa Associazione panrussa dei tifosi e precedentemente della curva della Dinamo Mosca, nel 2016 fu espulso dalla Francia non una, ma ben due volte.

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    «Chi teme il "bis" di Marsiglia ai Mondiali si sbaglia. Il livello di sicurezza in Russia è senza precedenti » , assicura Aleksandr.

     

    Per poi aggiungere: «Certo, il calcio è fatto di emozioni. Magari ci sarà qualche piccolo scontro, ma nessuna battaglia. Sono solo i media britannici a paventare un "festival della violenza". Hanno perso l' assegnazione dei Mondiali e non si rassegnano. Così danneggiano loro stessi. Magari qualche teenager a Volgograd penserà: "Mio nonno difendeva i britannici dai nazisti e ora ci dichiarano guerra. Diamogli una lezione" » . Ma si affretta ad aggiungere: «Nessuno si sta preparando a menare gli stranieri. Sanno tutti che finirebbero dritti in carcere».

     

    Negli ultimi due anni le autorità hanno lanciato un giro di vite tra gli ultras usando ogni mezzo: arresti preventivi, minacce e persino promesse firmate di " buona condotta". «Chi se lo può permettere andrà all' estero » , spiega Shprygin. «Così, se succederà qualcosa, potrà mostrare biglietto aereo e timbro sul passaporto ». Ai 467 ultras nella lista nera dei violenti è stato negato il "fan id", il " passaporto del tifoso" necessario ad assistere alle partite.

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    Shprygin non compare nell' elenco, ma insieme ad oltre un migliaio di hooligans è stato bandito dagli spalti senza alcuna motivazione. L' anno scorso ha scoperto solo a poche centinaia di metri dallo stadio di non poter assistere alla Confederations Cup. E domani non potrà andare alla partita inaugurale. « La sua richiesta è stata respinta», legge scorrendo lo smartphone.

     

    « Quando succede, non ci puoi far nulla».

    Il punto di non ritorno è stato Euro2016. La fine di una cavalcata che aveva portato gli ultras russi nelle grazie del potere. Sospesa l' Associazione. Ripudiato lo stesso Shprygin che pure era stato assistente di Lebedev e nel 2010 aveva accompagnato l' allora premier Putin a deporre fiori sulla tomba di un tifoso dello Spartak. « Mi hanno dipinto come il capo di un fantomatico " esercito di Putin" mandato in Francia a creare caos nella "guerra ibrida" contro l' Occidente.

    Tutte fantasie. Abbiamo avuto solo rapporti di lavoro».

     

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    L' era d' oro della complicità col Cremlino in ogni caso è finita. È iniziata quella della tolleranza zero. Resta il timore di episodi xenofobi, come i lanci di banane o i cori razzisti diretti contro i calciatori di colore avvenuti troppe volte negli stadi russi. Shprygin scuote la testa. « Si tratta di casi isolati, spesso inventati " succhiando da un dito" » .

     

    Espressione russa per dire: " dal nulla". Se gli si ricorda che in passato si augurò una nazionale «di slavi » , ribatte che intendeva « prodotto del vivaio russo » . Il suo saluto nazista immortalato da una foto? « Ero giovane e brillo ». Ha però una raccomandazione per i gay: « Nessuna persecuzione, voglio sottolinearlo. Ma siamo un Paese conservatore.

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    Meglio evitare smancerie in piazza Rossa».

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