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    IL CAV TIFA PER L’INCARICO A SALVINI. MA IL LEGHISTA TEME SIA PER BRUCIARLO – BERLUSCONI NON MOLLA: “SARO’ IL REGISTA DEL CENTRODESTRA” – MATTEO “IL POPULISTA” SPERA CHE AL QUIRINALE SALGA DI MAIO, COSI’ SI ACCONCIA PER L’OPPOSIZIONE, UNICA COSA CHE SA FARE…


     
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    Ugo Magri per la Stampa

     

    BERLUSCONI ED IL SUDORE DI SALVINI BERLUSCONI ED IL SUDORE DI SALVINI

    Lealissimo con Salvini. Anzi, non vede l' ora che Mattarella gli conferisca l' incarico di governo. Qualunque mossa Matteo vorrà fare, Silvio annuncia che lo sosterrà con convinzione. Se il tentativo dell' alleato riuscisse, anche il Cav se ne sentirebbe l' artefice e non mancherebbe di rivendicare la propria parte di merito. Ci sarebbe bottino e gloria per tutti, incominciando dai personaggi più in vista di Forza Italia che potrebbero ambire a poltrone di governo. E proverebbe sollievo l' azienda di famiglia, che ha perso colpi in Borsa nella previsione di Di Maio premier.

     

    Dunque non parlava con lingua biforcuta ieri Berlusconi, nel suo primo video-messaggio dopo le elezioni. Era più sincera di quanto si potesse immaginare la sua «felicità» per il boom di Salvini. Chi sospetta che l' ex premier stia tramando per portare qualcun altro a Palazzo Chigi, per esempio Tajani, è fuori strada. Certo, se una volta incaricato Matteo dovesse fallire, in quel caso sarebbe necessario condividere i passi successivi.

    BERLUSCONI SALVINI BERLUSCONI SALVINI

     

    E se per «agganciare» il Pd fosse indispensabile mettere in campo un esponente di Forza Italia, a quel punto magari Berlusconi vorrebbe parlarne con gli alleati. Però siamo ben lontani da quella fase; se ne parlerà nel caso tra qualche mese dopo una quantità di tentativi a vuoto, in un contesto ancora imprevedibile (sebbene già si favoleggi di rapporti organici «alla tedesca» con il futuro Pdr, partito di Renzi).

     

    Comunque vada, assicurano i collaboratori più seri e attendibili, la preoccupazione berlusconiana oggi è un' altra: che Salvini non soltanto ci provi, ma faccia un tentativo serio di formare un governo, finalizzato a riuscirci. Quindi metta in campo tutta la flessibilità politica e programmatica necessaria per trovare i 50 voti mancanti alla Camera e i 25 al Senato.

     

    COSA SOSPETTA IL CAV

    SALVINI MELONI BERLUSCONI SALVINI MELONI BERLUSCONI

    Il timore del Cav è che Salvini, viceversa, non sia così interessato a fare il premier. O meglio: che lo sia soltanto nelle dichiarazioni pubbliche, però senza alcuna intenzione di pagare il prezzo delle eventuali intese a sinistra. E ai compromessi necessari per mettere in piedi una coalizione allargata, preferisca addirittura che nasca un governo Di Maio sorretto dal Pd, da cui il leader della Lega ricaverebbe i seguenti vantaggi: primo, potrebbe scatenarsi nel tiro al bersaglio contro l'«inciucio» tra grillini e «dem», piattaforma ideale per trionfare al prossimo giro; secondo, trascinerebbe Forza Italia all' opposizione e ne diventerebbe di fatto il leader.

     

    Berlusconi, ovviamente, non gradirebbe. Ecco perché spinge Salvini a tuffarsi nell' impresa. E dal momento che quello (stranamente) non chiede l' incarico, Silvio provvede a rivendicarlo per lui: «La nostra coalizione è risultata la prima formazione politica, e questo deve essere determinante per ricevere l' incarico di governo».

     

    DALEMA RENZI BERLUSCONI E DI MAIO COME I CUGINI DI CAMPAGNA DALEMA RENZI BERLUSCONI E DI MAIO COME I CUGINI DI CAMPAGNA

    Poi, certo, l' ultima parola spetta al capo dello Stato, e Berlusconi confida nella sua saggezza. Ma il pressing perché Mattarella incarichi Salvini non è finalizzato a «bruciare» l' alleato, come si direbbe in gergo, semmai a spianargli la strada e a evitare che prima provi Di Maio, non si sa mai.

     

    AMAREZZA ALLE SPALLE

    Una cosa è certa: Berlusconi ancora non si rassegna. Frustrazione e amarezza sembrano già metabolizzate e ieri, ricevendo intorno al desco di Villa San Martino i maggiorenti del partito (da Renato Brunetta a Niccolò Ghedini, da Licia Ronzulli a Mariastella Gelmini, da Antonio Tajani a Gianni Letta), ha stupito tutti con i suoi propositi di rivincita. «Non finirò qui la mia storia politica, sono pronto alla rivincita» (concetto ribadito nel videomessaggio: «Rimango il leader di Forza Italia, sarò il regista del centrodestra e il garante della compattezza della coalizione»).

    DI MAIO SALVINI DI MAIO SALVINI

     

    Se non si voterà di nuovo in autunno, l' uomo cercherà il riscatto alle elezioni europee del prossimo anno, e nella circostanza tenterà di ribaltare le gerarchie con la Lega. Nel frattempo combatterà l' idea di un partito in liquidazione. Nessun gruppo parlamentare unico con la Lega, al massimo una delegazione comune per le consultazioni di governo, quando saranno aperte le danze.

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