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    UN NOME PER MATTARELLA - IL QUIRINALE HA AVVISATO DI MAIO E SALVINI: PRIMA VUOLE CONOSCERE (E APPROVARE) IL NOME PER PALAZZO CHIGI E SOLO DOPO SI DISCUTE LA SQUADRA DEI MINISTRI: NESSUNA LISTA PRECONFEZIONATA  


     
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    Ugo Magri per “la Stampa”

     

    MATTARELLA E LUIGI DI MAIO MATTARELLA E LUIGI DI MAIO

    Domani non scadrà alcun ultimatum per la banale ragione che nessuno lo ha mai messo. Certo non il Capo dello Stato, che semplicemente aveva accolto la richiesta di qualche giorno in più avanzata da Di Maio e Salvini. Se i due negoziatori gli dovessero chiedere altre 24 ore, non cascherebbe il mondo, riconoscono al Quirinale.

     

    Tanto ormai, anche correndo, la sedia italiana resterà di fatto vuota al vertice Ue sui Balcani, che inizia mercoledì sera a Sofia (si parlerà informalmente di molte questioni serie, cominciando dall' immigrazione). L'unica vera conseguenza di un ulteriore rinvio, casomai i partiti dovessero sollecitarlo, è che farebbe slittare l' eventuale voto-bis: anche il 22 luglio sta sfumando e di questo passo si finirebbe direttamente a ottobre.

     

    Di Maio Mattarella Di Maio Mattarella

    NIENTE OK A SCATOLA CHIUSA

    Tanto che i due leader si facciano vivi domenica, quanto che invece chiamino lunedì, a Mattarella interesseranno un paio di cose. Anzitutto se si saranno messi d'accordo, e poi chi indicheranno per il ruolo del premier. Tutto il resto della loro intesa (programmi, ministeri e quant' altro), il Presidente non lo vorrà nemmeno conoscere. Nel senso che da quel momento i partiti cesseranno di essere i suoi interlocutori e lo diventerà invece il presidente del Consiglio incaricato.

     

    DI MAIO SALVINI MATTARELLA DI MAIO SALVINI MATTARELLA

    È con questo «Mister x» che Mattarella discuterà delle riforme da mettere in cantiere e poi della squadra ministeriale, cioè di chi farà cosa, sapendo di avere il coltello saldamente dalla parte del manico. Il Presidente si trova in una posizione di forza perché, articolo 92 della Costituzione alla mano, il premier incaricato non sarà autorizzato a sciogliere la riserva fino a quando non avrà convinto il Capo dello Stato,tantomeno potrà giurare come sessantacinquesimo premier dell' Italia repubblicana.

     

    DELEGHE DELICATE

    In sostanza, al Quirinale viene escluso che Mattarella possa accettare liste di ministri confezionate in anticipo da Di Maio e da Salvini. Caselle importanti come gli Interni, gli Esteri, l'Economia, la Difesa, e certe deleghe delicate come quelle ai servizi segreti non possono finire a questo o a quello sulla base di una spartizione tra Cinque stelle e Lega. Sono in ballo tra l' altro questioni che attengono alla sicurezza nazionale, in un momento buio delle relazioni internazionali.

    BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

     

    Personaggi che si fossero schierati di recente contro le alleanze occidentali, o che mettessero in discussione i pilastri dell'Unione europea, verrebbero depennati da Mattarella anche nel caso in cui i partiti provassero a imporli. Ai grillini le regole sono chiare e non perdono occasione per esprimere massima fiducia nel Garante. Quanto alla Lega, va segnalata una dichiarazione di Picchi, consigliere di Salvini per gli affari esteri, che si sforza di ricucire con Nato, Usa e Israele.

     

    CORSI E RICORSI

    Alla luce di quanto accade, sarà interessante ascoltare oggi il discorso del Presidente a Dogliani, dove si celebra la grande figura di Luigi Einaudi, uno dei tre piemontesi al Quirinale (gli altri due furono Saragat e Scalfaro). Sarà una rievocazione storica ma, trattandosi di Einaudi, cioè di colui che viene sempre considerato il modello di riferimento per qualunque inquilino del Colle, Mattarella avrà solo l' imbarazzo di scegliere tra i mille possibili spunti di attualità.

    MATTARELLA E SALVINI MATTARELLA E SALVINI

     

    Potrà citare il suo illustre predecessore quando, a proposito degli Stati nazione, invitava a «distruggere e bandire per sempre il dogma della sovranità perfetta, perché la verità è il vincolo reciproco degli Stati, non la sovranità». Oppure potrà ricordare che Einaudi fu il primo a mettere in pista un governo «del Presidente», contro il volere dei partiti. Quando si dice: corsi e ricorsi della Storia.

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