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    ITALIA SBANCATA – DOPO L'OFFERTA DI INTESA (1 EURO), LA FURIA DI MION (POP VICENZA): ''I PROF MI HANNO BOCCIATO'' – SALE A 12 MILIARDI IL COSTO PER LO STATO, IL FONDO ATLANTE LIQUIDATO CON UN COMUNICATO - ENRICO ZANETTI, CHE ERA IL SUO VICEMINISTRO, DURISSIMO CON PADOAN: ''FALLIMENTO TOTALE SUI DOSSIER BANCARI''


     
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    1. MION: MI HANNO BOCCIATO

    GIANNI MION GIANNI MION

    Da Ansa

     

    "Ora tutti adesso pensano basti 1 euro". Lo ha detto Gianni Mion, presidente della Popolare di Vicenza. "Io non posso valutare la proposta, non mi posso lamentare dei professori, io sono stato bocciato. È stato bocciato tutto, le persone, il piano e pure io".

     

     

    2. BOCCIA LISCIA IL PELO AD INTESA: NON C’ERANO ALTERNATIVE

    Da Ansa

     

    "Non mi sembra che ci fossero altre alternative su cui discutere". Lo ha affermato Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, a proposito degli oneri per lo Stato derivanti dal salvataggio delle banche venete.

     

    VINCENZO BOCCIA CONFINDUSTRIA VINCENZO BOCCIA CONFINDUSTRIA

    "Il problema - ha detto a margine dell'assemblea annuale di Confindustria Firenze - è su quali alternative possibili dovevamo lavorare. Se non ne abbiamo occorre essere pragmatici e vediamo di vedere effetti panico all'interno del mercato, che in altri Paesi abbiamo già visto in epoche passate".

     

    Secondo Boccia l'offerta presentata da Intesa Sanpaolo "è buona", per cui "accontentiamoci pragmaticamente di un'offerta e di una grande banca senza la quale avremmo avuto molti più problemi".

     

     

    3. BANCHE VENETE: ZANETTI, PADOAN HA SBAGLIATO, LO AMMETTA 
    (ANSA) -  "Non vi è dubbio che l'offerta di Banca Intesa, se accettata dall'UE, possa essere considerata un male minore rispetto al bail in, ma è un male gigantesco rispetto a quello che il Governo Gentiloni poteva fare muovendosi prima, con più decisione e meglio, come abbiamo più volte urlato nel silenzio. Proprio per questo, il Ministro Padoan e coloro del suo staff che lo hanno così malamente supportato, dovrebbero assumersi le responsabilità di quello che non può certo essere definito un buon lavoro".

     

    Lo afferma Enrico Zanetti, segretario di Scelta Civica e già viceministro all'Economia del governo Renzi secondo il quale quella di Intesa non solo è il "male minore" ma arriva dopo il "fallimento totale" della gestione di altri dossier bancari caratterizzata da "episodi grossolani, totalmente contrari al buon senso e alla tutela degli interessi nazionali". Su tutti "quello della comunicazione non richiesta alle autorità europee, da scolaretti secchioni che non sanno però fare due più due, dell'ultima cessione dei crediti deteriorati fatta da Banca Etruria".

     

     

    4. UN EURO DA INTESA SANPAOLO, 12 MILIARDI DAI CONTRIBUENTI

    Andrea Greco per la Repubblica

     

    Tra i palazzi zitti del potere, politico e finanziario, si lavora a oltranza per chiudere, se possibile nel fine settimana con un decreto che riformuli il Salvabanche natalizio, il dossier di liquidazione ordinata delle due ex popolari Vicenza e Veneto banca. I contatti con le autorità sovranazionali corrono, così come le riunioni telefoniche tra i protagonisti dell' operazione, inedita e complessa nei meccanismi.

    FABRIZIO VIOLA FABRIZIO VIOLA

     

    L' ad di Vicenza, Fabrizio Viola, che presto potrebbe venire nominato tra i commissari liquidatori, è già in contatto con l' advisor del Tesoro Rothschild per conto dei compratori. Tuttavia l' offerta inoltrata mercoledì da Ca' de Sass, molto aggressiva e virtualmente l' unica, per comprare a 1 euro le attività migliori delle due venete in crisi, ha spiazzato il loro legittimo proprietario Atlante - vistosi spossessato di 3,5 miliardi di capitale da un comunicato stampa - e un po' anche il Tesoro: che ha poco tempo per ribaltare l' angolo negoziale, ed evitare che la finalizzazione di due dossier sudatissimi degeneri in un caso politico, con costi per l' erario fino al doppio rispetto ai 5 miliardi circa del piano precedente (basato sulle nozze delle due venete); e strascichi polemici crescenti verso la prossima campagna elettorale.

     

    ALESSANDRO PENATI ALESSANDRO PENATI

    Il problema nasce dalle condizioni poste dal compratore, che oltre all' euro di corrispettivo ha detto ai quattro venti di non voler pagare altro per una mole di crediti scelti attorno ai 20 miliardi, qualche centinaio di agenzie e circa 6mila lavoratori che non diventeranno "esuberi" (anche questi in parte agevolati da uno scivolo statale). Troppa grazia per la maggior banca italiana, anzi "too good to be true", come dicevano ieri analisti finanziari e investitori a Londra e a New York: continuando a comprare l' azione, chiusa in rialzo dello 0,6% in un settore credito cedente a Piazza Affari.

     

    L' affare in vista per Intesa Sanpaolo, tuttavia, potrebbe risolversi nel salasso del governo. La lista delle spesa (pubblica) per far partire una liquidazione imperniata su Ca' de Sass potrebbe essere più lunga del previsto. Ci sono i 500 milioni per i 3.500 esuberi, circa 1,5 miliardi di crediti fiscali lasciati al compratore, il finanziamento di sofferenze e crediti problematici che l' ad Carlo Messina non intende sobbarcarsi, e che finiranno in una bad bank statale sul modello della Rev, nata dalle ceneri delle quattro banche ponte.

    gian maria gros pietro carlo messina giovanni bazoli gian maria gros pietro carlo messina giovanni bazoli

     

    Una mole di attivi fino al doppio dei 10 miliardi di sofferenze effettive, e da finanziare con almeno 6 miliardi, secondo qualche addetto ai lavori. In aggiunta, c' è lo "sbilancio" delle attività residue di Vicenza e Montebelluna. Se infatti il compratore - come ha annunciato - rileverà tutti i depositi delle due banche venete ma solo una frazione dei loro crediti, rimarrebbero in capo alla liquidazione degli attivi in eccesso, da colmare con nuovo patrimonio (pubblico) stimato da due fonti vicine al dossier in altri 5-6 miliardi. Così si arriva alla dozzina.

     

    BANCHE VENETE BANCHE VENETE

    Certo, una fetta di questi miliardi rientrerà nel tempo, con le vendite di altri pezzi dei due gruppi, come le controllate Banca Nuova e Apulia, su cui sembra pronta l' offerta di un fondo anglosassone, poi di Bim, Arca Sgr e altro. Proprio ieri Veneto banca ha perfezionato la cessione a Capital Shuttle di tutto il suo 25% in Banca Consulia, prezzo 13,5 milioni. Anche il recupero crediti di Stato, specie se non partirà in folle come fu per Rev, attenuerà negli anni l' esborso: tuttavia gli impatti sul debito pubblico verranno molto prima. Mentre il Tesoro, nel più grande riserbo, cerca di attenuare queste dinamiche, prosegue la corsa per completare nelle prossime ore l' iter che consenta la liquidazione delle due venete.

     

    PADOAN PADOAN

    Quanto sia complesso lo spiega Andrea Resti, docente all' università Bocconi e consulente del parlamento europeo per la vigilanza bancaria: «Prima è necessario che la Bce consideri i due istituti in dissesto certo o probabile. A questo punto la palla passerà al Single resolution board, l' autorità delle crisi bancarie cui toccherà decidere se mettere le banche in risoluzione o direttamente in liquidazione ». Il Tesoro vuole evitare la "risoluzione", poiché coinvolgerebbe i bond senior meno rischiosi.

     

    MARGRETHE VESTAGER MARGRETHE VESTAGER

    Ma per evitarla, continua Resti, «l' Srb deve sostanzialmente dire che l' importanza delle due banche per l' economia nazionale non è tale da avere valenza sistemica che richieda di risolverle per tutelare l' interesse pubblico ». Un giudizio non scontato trattandosi di 62 miliardi di euro di attivi: e che di fatto squalificherebbe la direttiva sul bail in Europa al disotto di quella soglia. Ammesso che l' Srb si pronunci per la liquidazione, su richiesta di Bankitalia il Tesoro la disporrebbe per decreto, lasciando a via Nazionale la nomina di uno o più commissari.

     

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