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    IL #METOO DEL VATICANO – SU 'VANITY FAIR' L’APPELLO DELL’ASSOCIAZIONE DELLA SANTA SEDE 'ACS' ALLE DONNE CHE HANNO DENUNCIATO LE MOLESTIE: “ASIA, MERYL, SHARON, UMA, VI PRESENTIAMO REBECCA, DALAL E SUOR MEENA, PERSEGUITATE A MOTIVO DELLA FEDE. ANCHE LORO HANNO BISOGNO DI VOI” – “DOBBIAMO CONTRASTARE CHI SI INDIGNA SOLO PER QUEL QUEL CHE ACCADE NEL CORTILE DELLA PROPRIA ABITAZIONE…”


     
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    Paolo Rodari per la Repubblica

     

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    «Gentili Asia, Meryl, Sharon, Uma vi presentiamo i volti di Rebecca, Dalal e suor Meena, perseguitate e oltraggiate senza ricevere alcuna solidarietà e visibilità sui social e sui mezzi di informazione, anche loro hanno bisogno di voi».

     

    Così una fondazione di diritto pontificio si rivolge direttamente ad Asia Argento, Meryl Streep, Sharon Stone, Uma Thurman e a tutte coloro che con il movimento #MeToo hanno richiamato l' attenzione del mondo sullo scandalo delle violenze sessuali subite dalle donne, per chiedere solidarietà anche per coloro che sono « perseguitate a motivo della fede » : volti che spesso rimangono senza notorietà, donne dimenticate nonostante anch' esse abbiano subìto soprusi inenarrabili.

     

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    Aiuto alla Chiesa che Soffre- Italia (Acs), l' associazione che dipende dalla Santa Sede il cui compito è di sostenere i cristiani perseguitati in ogni luogo del mondo, e insieme di denunciare la violazione alla libertà di qualsiasi fede, pubblica oggi su Vanity Fair una missiva che nasce « dallo stridente e intollerabile contrasto fra questa efficace campagna pubblica sostenuta da tanti volti famosi e la totale indifferenza, anzitutto mediatica, verso le tantissime donne che patiscono violenze sessuali e psicologiche per ragioni di fede».

     

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    Nel mondo, sostiene l' associazione, ce ne sono decine di migliaia, perseguitate e oltraggiate «senza ricevere alcuna solidarietà e visibilità sui social e sui mezzi d' informazione ».

     

    Da qui la richiesta di una collaborazione «per contrastare l' intollerabile ipocrisia di chi si indigna solo per quel che accade nel cortile della propria abitazione ed è avaro di pensieri, parole e aiuto per chi lontano soffre anche a causa del silenzio di tanti e di tante » .

     

    Mentre «la solidarietà di attrici famose come voi - si legge nella lettera - romperebbe l' indifferenza ».

     

    Più volte Francesco ha tuonato contro la violenza subìta dalle donne, spesso ricordando a un mondo indifferente la piaga della tratta delle schiave, e più in generale i soprusi subiti dalle donne anche in virtù del proprio credo.

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    Storie drammatiche, impensabili all' alba del ventunesimo secolo. Eppure reali. «Mi hanno violentata, tenuta prigioniera per due anni, hanno ucciso uno dei miei figli e mi hanno venduta come schiava » , scrive Rebecca, 28enne nigeriana violentata dai terroristi di Boko Haram.

     

    « A 17 anni sono stata rapita e venduta come schiava sessuale a nove diversi uomini in nove mesi. Isis tiene ancora prigioniere mia madre e mia sorella», racconta invece Dalal, yazida di 21 anni, violentata dai terroristi dell' Isis.

     

    E, ancora, suor Meena, 40 anni, violentata da estremisti indù: «Mi hanno violentata e picchiata, mi hanno costretta a camminare nuda per cinque chilometri mentre la folla continuava a colpirmi».

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    Dicono Alfredo Mantovano e Alessandro Monteduro, presidente e direttore di Acs: « Le tre testimoni sorreggono altrettanti cartelli con gli hashtag # MeToo - # Not-JustYou - # StopIndifference. Ma non vogliamo limitarci alla pur necessaria denuncia dell' indifferenza. Acs ha appena costituito un fondo di solidarietà per le donne, anzitutto cristiane, vittime di violenza per ragione di fede. Le donazioni che riceveremo saranno destinate a progetti di sostegno alle donne perseguitate. Il nostro obiettivo è che il #MeToo sia finalmente per tutte».

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    Acs ha deciso di lanciare la sua provocazione chiedendo aiuto a un movimento che è stato apertamente criticato da una minoranza del mondo cattolico. All' interno della Chiesa, in ogni caso, la presenza femminile non è sempre valorizzata come dovrebbe.

     

    Voices of faith, un convegno di donne cattoliche di tutto il mondo, venne organizzato non a caso lo scorso 8 marzo a Roma per chiedere al Papa e alla Curia romana di dare più peso alla presenza femminile nei processi decisionali della Chiesa.

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    Mentre in febbraio un gruppo di donne credenti di tutta Italia - non teologhe - impegnate in diversi ambiti sociali e ecclesiali ha firmato il manifesto "Donne per la Chiesa", chiedendo di dar voce a un mondo femminile diverso da un certo modello tradizionale, nel quale la differenza tra maschile e femminile si declina nella sottomissione della seconda al primo.

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