Paolo Brusorio per la Stampa

 

 

giovanni malago

In prima fila per tutto il giorno Giovanni Malagò si gode gli Stati Generali dello sport italiano ma con un orecchio ben teso verso quello che succede negli uffici legali del Coni. Commissariamento, non basta la parola. Servono le carte e anche quelle giuste per evitare che i consiglieri della Federcalcio (uno a caso, Renzo Ulivieri, vicepresidente in quota allenatori) lo impugnino per un vizio di forma, facciano saltare il banco e venir giù il palazzo. E pure il Palazzo, per una crisi istituzionale dalle conseguenze immaginabili.

 

Per questo il numero uno dello sport italiano ci va con i piedi di piombo. Oggi c' è la Giunta Coni, presidente succederà qualcosa?

«Ci sono due aspetti da valutare. Sotto il profilo sostanziale è sotto gli occhi di tutti che ci sono dei problemi evidenti, molto grossi e particolari. Dal punto di vista formale, cioè giuridico, abbiamo tempo fino all' ultimo per ogni valutazione. Se ci sarà la possibilità di intervenire lo faremo, altrimenti se farlo può creare dei problemi alla struttura che rappresento, allora soprassiederemo».

 

Quindi partita chiusa?

MALAGO' FABBRICINI

«Affatto. Aspettiamo gli sviluppi dell' assemblea della Lega di B che domani avrà, dovrebbe avere il suo presidente. E poi c' è la partita della serie A che deve trovare un presidente di Lega entro l' 11 dicembre altrimenti sì, ci sarà il commissariamento. Se oggi non ci sono gli estremi, dal punto di vista giuridico, ci saranno di sicuro in caso di mancata elezione».

 

Tradotto?

malago 77 mezzelani gmt

«Il commissario della serie A - Carlo Tavecchio, mica uno qualsiasi - scadrà l' 11 dicembre, data oltre la quale quella funzione non potrà essere procrastinata in quanto il presidente dimissionario resta in carica solo per ordinaria amministrazione. Quindi o trovano un presidente oppure intervenire sarà inevitabile».

 

Perché è così rischioso mettere in sicurezza la Federcalcio?

«Lo statuto della Figc è particolare. Lungi da noi l' idea di uniformarla a tutte le federazioni, ma qui siamo di fronte a problemi ciclici. Tanto che spesso sono stati loro a chiedere un commissario ad acta per risolvere certi problemi.

 

Ne parlavamo da tempo io e Tavecchio, qualcosa bisognava cambiare per evitare situazioni di stallo che nel passato hanno creato non pochi problemi. Una volta per tutte bisogna fare chiarezza».

TAVECCHIO

 

Ma Giovanni Malagò è pronto a fare il commissario? Vero che ci sono fior di presidenti di serie A che le chiedono di scendere in campo?

«Non nascondo che qualche messaggio sia già arrivato, ma io, lo ripeto, rappresento un' istituzione importante come il Coni, non posso muovermi senza determinate garanzie. Che ci sia un' idea di grande buon senso è innegabile, sono sincero. Ma ci sono anche le carte e sono da valutare con attenzione, altrimenti da una cosa buona si rischia un autogol».

 

Tolto Malagò, ha già in testa la figura del possibile commissario?

«No. E lo dico con grande franchezza». In effetti, perché cercarne un' altra se ce l' hai davanti allo specchio?

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