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    TRE MIGRANTI E MALTA TI SFANCULA -  LA VALLETTA NEGA L’ATTRACCO ALLA NAVE DELLA ONG SPAGNOLA “PROACTIVA OPEN ARMS” CON TRE LIBICI A BORDO - ANCHE L’ITALIA HA RESPINTO L’IMBARCAZIONE - LA CAPITANERIA DI PORTO E LE AUTORITA’ MALTESI SI RIMPALLANO LA ROGNA: “E’ COMPITO VOSTRO”, “NO, E’ VICINA ALLE VOSTRE ACQUE”


     
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    Francesco Viviano per “La Repubblica”

     

    PROACTIVA OPEN ARMS PROACTIVA OPEN ARMS

    C'è una nave in mezzo al mare, la "Golfo Azzurro" della Ong spagnola Proactiva Open Arms, tra Lampedusa e Malta, con tre libici a bordo che sono stati recuperati su una barchetta di 5 metri su segnalazione della nostra Guardia Costiera. Ma non sanno dove sbarcarli. L'Italia ha negato lo sbarco a Lampedusa ed anche Malta non li vuole. E da 24 ore, la nave spagnola è ferma in mezzo al mare, a poche miglia da Malta in attesa che la diatriba si chiarisca.

     

    PROACTIVA OPEN ARMS PROACTIVA OPEN ARMS

    «Quella barca con i tre presunti cittadini libici a bordo è stata soccorsa in una zona di competenza delle autorità maltesi e quindi dovrebbero essere trasferiti a Malta», dicono dal Comando generale delle Capitanerie di porto. «No la barca è stata soccorsa più vicino a Lampedusa e quindi devono essere sbarcati in Italia», dicono a Malta, arrivando addirittura a negare il permesso all' approdo per fare rifornimento.

     

    Non è la prima volta che tra l' Italia e Malta sorgono problemi di questo genere. La Valletta ha una zona Sar tre volte superiore all' Italia e dunque prende più soldi dall' Unione Europea per i soccorsi in mare. Ma quando le nostre capitanerie chiedono ai maltesi di intervenire, non c' è mai disponibilità. «Non abbiamo mezzi, siamo impegnati».

     

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    Il braccio di ferro è iniziato domenica quando la Guardia costiera italiana chiede alla Proactiva Open Arms di cercare una barca di poco più di 5 metri a100 miglia dalle coste libiche, molto più lontano dall' abituale linea di intervento.

     

    La nave spagnola impiega 17 ore a intercettare il piccolo scafo in vetroresina che ha a bordo solo tre cittadini libici. Cosa ci facessero in mezzo al mare è tutto da scoprire: un mistero che si aggiunge alla bizzarria della vicenda. Poi comincia il rimpallo tra le autorità di Roma e quelle de La Valletta. Risultato: la nave della Ong resta in mezzo al mare tra le due isole «in trappola in acque internazionali » come dice il capomissione spagnolo.

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