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    LA MERKEL PRENDE UNA BATOSTA STORICA IN BAVIERA. IN CRISI ANCHE LA CSU DEL BULLETTO SEEHOFER CHE PERDE LA MAGGIORANZA ASSOLUTA DOPO 56 ANNI E DELLA SPD. BALZO IN AVANTI DELLA DESTRA DI "ALTERNATIVE FUR DEUTSCHLAND" E DEI VERDI (PARTITO FILO-UE) - IL SEGNALE E’ UN BELL’AVVISO IN VISTA DELLE EUROPEE DEL 2019: I MOVIMENTI SOVRANISTI E "RIBELLISTI" CAVALCANO NELLE PRATERIE. ORA MANCA SOLO LA VITTORIA DI TRUMP ALLE ELEZIONI DI MID-TERM. SALVINI GODE: “ADDIO AL VECCHIO SISTEMA” - LA MERKEL, CHE SOGNAVA UN NUOVO ASSE CON MACRON, ORA E' INDEBOLITA E IL SUO GOVERNO DI "GROSSA COALIZIONE"...


     
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    1 - TERREMOTO BAVARESE PER MERKEL CROLLANO GLI ALLEATI, VOLANO I VERDI

    P.Val. per il “Corriere della Sera”

     

    horst seehofer angela merkel horst seehofer angela merkel

    Un terremoto che sconvolge il paesaggio politico del più ricco Land tedesco. La fine di un' eccezione durata quasi 60 anni. Alle elezioni regionali in Baviera la Csu incassa il peggior risultato dal 1950, rimane primo partito ma sarà costretta a governare con una coalizione, che si annuncia comunque problematica. La campana suona anche per la Spd, che dimezza i suoi voti e la doppia sconfitta annuncia nuove turbolenze per la Grosse Koalition di Angela Merkel. Vincono i Verdi, diventando secondo partito.

     

    Entra in forze nel Parlamento regionale l'estrema destra di AfD, sia pure non nelle dimensioni sperate. I risultati, quando ancora mancavano alcune circoscrizioni, danno la Csu intorno al 37%, con una perdita di oltre 10 punti rispetto al 2013. I Grünen sfiorano il 18%, più del doppio di cinque anni fa quando avevano ottenuto l' 8,6%. La Spd si ferma sotto il 10%, precipitando dal 20,6%. AfD viaggia sopra il 10%, mentre i Freien Wähler, movimento bavarese conservatore, si superano passando dal 9 a oltre l' 11%. In bilico sulla soglia del 5 i liberali della Fdp, che dovranno aspettare la complicata distribuzione definitiva dei seggi per sapere se saranno o meno nel Parlamento regionale.

     

    angela merkel horst seehofer angela merkel horst seehofer

    «È un giorno amaro, un risultato doloroso che accettiamo con umiltà», commenta il ministro presidente Markus Söder, che però ha rivendicato alla Csu «l'investitura per governare». Söder ha ammesso che la sua preferenza va a un'alleanza con i Freien Wähler e diversi analisti suggeriscono che anche la Fdp, se entrasse nel Landtag, potrebbe farne parte. Ma sulla carta la coalizione più forte sarebbe quella con i Verdi, che Katharina Schulze, leader del partito in Baviera, ha dichiarato pronti ad assumersi responsabilità di governo.

     

    Katharina Schulze Katharina Schulze

    Troppa distanza, specialmente in tema di sicurezza e diritto d' asilo, corre tuttavia tra i Verdi e l'Unione cristiano-sociale Ma la Csu dovrà anche scontare una probabile resa dei conti interna. Horst Seehofer, presidente del partito e ministro degli Interni, si è detto pronto a discutere del suo futuro, riconoscendosi «corresponsabile del risultato».

     

     

    Ha aggiunto però che «ci sono molte cause per la sconfitta della Csu» e che «alcune stanno a Berlino e altre a Monaco», chiaro riferimento ai suoi contrasti con la cancelliera Merkel in tema di immigrazione. È un'analisi con cui concorda anche la segretaria generale della Cdu, Annegret Kramop Karrenbauer: «Una delle cause è sicuramente l'insufficiente azione della Grande Coalizione a Berlino».

     

    Esulta l'AfD, che invoca elezioni anticipate. «Il voto in Baviera dice anche che Merkel deve andarsene», dichiara la co-presidente Alice Weidel. Gli fa eco Matteo Salvini, secondo il quale nel Land tedesco «ha vinto il cambiamento e ha perso l'Unione Europea, il vecchio sistema che da sempre malgoverna a Bruxelles. Arrivederci Merkel, Schultz e Juncker». Peccato però che il ministro degli Interni trascuri di notare che in Baviera lo sconfitto sia il suo amico Seehofer e che i vincitori dell'elezione siano i Verdi, il partito più europeista di tutta la Ue.

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    2 - DAL VOTO UN NUOVO SCENARIO LA UE A TRAZIONE POPULISTA

    Marco Ventura per “il Messaggero”

     

    Tutto come da copione dei sondaggisti, ma è comunque una formidabile novità il risultato del voto in Baviera. E fornisce segnali importanti per il futuro non solo di questo Land che è il più ricco della Germania, ma anche per il governo federale, per le sorti di Angela Merkel che ha visto perdere i suoi alleati, per la leadership tedesca e europea se si frantuma il blocco dei partiti maggiori popolari e socialisti, in Germania CDU e SPD.

     

    Macron May Merkel Macron May Merkel

    Dal crollo dei cristiano-sociali di Horst Seehofer, leader CSU e ministro dell' interno nel governo federale, la Merkel può trarre diverse lezioni. La prima è che diminuiscono gli elettori conservatori e moderati, infatti il partito gemello bavarese cede più di 12 punti da un lato all' ultradestra, dall' altro alle liste civiche e ai Verdi.

     

    ASSIA A RISCHIO

    A rischio c' è adesso il controllo dell' Assia, il Land di Wiesbaden e Francoforte, dove si voterà il 28 ottobre. Unica consolazione per Angela: l'umiliazione del coriaceo rivale interno, Seehofer, arrivato al capolinea. Seconda lezione: l'alleanza con l' SPD, dimezzato in Baviera, non è più garanzia di stabilità per il governo federale, sia per i numeri che mancano, sia perché il patto con la CDU ha contribuito alla sconfitta e ora l' SPD ripenserà la sua politica di GroKo, Grosse Koalition.

     

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    Per dirla con Sandro Gozi, ex sottosegretario italiano all' Europa: «La socialdemocrazia tradizionale è morta. Dobbiamo trovare nuove vie radicalmente alternative per vincere la sfida contro la conservazione e il neonazionalismo». Terza lezione: la Baviera produce quasi un quinto del PIL tedesco, avendo una disoccupazione al 3.2 per cento e tutti gli indicatori economici al top delle statistiche europee. È la prova che non basta governare bene e la gestione politicamente fallimentare dell' emergenza migranti con l' apertura delle frontiere nel 2015-16 e la maldestra (letteralmente) retromarcia verso la linea dura pur di rincorrere i populisti dell' AFD, è stata un' operazione a perdere.

     

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    È sfuggita la dimensione emotiva anti-migranti così come quella, inversa, dei settori cristiani a favore dell' accoglienza. Fallimento che si potrebbe riproporre in Europa. L'estrema destra vede nell' affermazione dei Liberi Pensatori, lista civica di professionisti di stampo conservatore localista, un freno al suo pieno successo. È possibile, ma comunque l' AFD entra per la prima volta nell' assemblea bavarese partendo da zero, e non sfonda solo per la concorrenza delle liste civiche e di quella dei Verdi di Katarina.

     

    Il pericolo populista di destra, per la Merkel, è tutt' altro che scongiurato anche se i cristiano-sociali sono riusciti in qualche modo a arginare il tracollo. La linea di galleggiamento per Seehofer e il premier Markus Soeder era stata da entrambi individuata nel 33 per cento.

     

    merkel alle celebrazioni per la riunificazione tedesca merkel alle celebrazioni per la riunificazione tedesca

    Sotto, si sarebbe parlato subito di dimissioni. Sopra, di «risultato doloroso» ma di partito che si conferma primo, e di governo per il quale cercare alleati. La soluzione logica è nei numeri, grazie alla vittoria dei Liberi Pensatori e al 5% non esaltante che però consente ai liberali dell' FDP di entrare con seggi. Insieme alla CSU, questi partiti totalizzerebbero quasi quanto CSU e Verdi coalizzati, senza tormentate trattative con Katarina (che si è detta pronta a governare).

     

    LE ALTERNATIVE

    Per quanto riguarda le conseguenze in Europa, queste elezioni confermano le più nere preoccupazioni dei partiti maggiori nell' Europarlamento e nella Commissione. Popolari europei e Socialisti, anche alleandosi, rischiano di non avere più la maggioranza, o almeno di non averla più con numeri tali da governare facilmente sia il Parlamento, sia la Commissione.

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    Quindi restano due alternative: che i popolari trovino altri alleati fra i populisti non anti-europei, oppure che populisti, sovranisti e altri ribellisti formino insieme una maggioranza analoga a quella che in Italia ha fatto irruzione con Lega e 5 Stelle nella stanza dei bottoni. Con un passaggio in più, nella UE: la rivoluzione si compirà soltanto quando cambieranno gli equilibri nel Consiglio Europeo, dove siedono i capi di governo. L' Unione non è una Federazione, ma un organismo guidato da un direttorio inter-governativo. La linea cambia, se cambiano i governi. È il progetto di Salvini.

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