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    O ARRIVA LA PACE FISCALE O ARRIVA LA STANGATA - IN ATTESA DEL CONDONO (PERCHÉ È UN CONDONO, CHECCHÈ NE DICA LUIGINO), NESSUNO PAGA PIÙ LE SANZIONI E LE CARTELLE DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE. ANCHE LA ROTTAMAZIONE BIS DEL GOVERNO GENTILONI, CHE DOVEVA PORTARE 1,6 MILIARDI NELLE CASSE DELLO STATO, È AZZOPPATA. TUTTI ASPETTANO IL NUOVO PROVVEDIMENTO DEL GOVERNO PRIMA DI PAGARE. E IL FISCO PIANGE…


     
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    Franco Bechis per ''Libero Quotidiano''

     

    La pace fiscale parte se non proprio azzoppata, con un handicap di circa 1,6 miliardi miliardi di euro che viene con quasi certezza dalla rottamazione bis delle cartelle varata dal governo di Paolo Gentiloni. Quel provvedimento infatti nella relazione tecnica assicurava incassi per 1,6 miliardi nel 2018 e per circa 400 milioni di euro nel 2019, dove era previsto il pagamento della rata definitiva entro il mese di febbraio. In tutto 2 miliardi di euro.

     

    CONDONO FISCALE CONDONO FISCALE

    Ma a metà settembre gli incassi ottenuti secondo le regole previste dal decreto legge n.148 del 2017 ammontavano a poco più di 435,2 milioni di euro. E appena il nuovo governo ha iniziato ad annunciare un provvedimento sulla pace fiscale gli incassi si sono improvvisamente fermati. Ed è probabile che da qui alla scadenza massima della prossima rata - il 31 ottobre - non arrivi più un euro.

     

    Quindi proprio mentre discutono e si accapigliano sulle caratteristiche del nuovo condono ribattezzato «pace fiscale», il premier Giuseppe Conte e i suoi ministri si trovano alle prese con un quasi certo buco di finanza pubblica di 1,6 miliardi di euro che rischia di complicare l' apporto alla legge di bilancio che sarebbe dovuto arrivare dal nuovo provvedimento di clemenza fiscale.

     

    NESSUNO È FESSO

    Ed è naturale e più che comprensibile l' atteggiamento dei contribuenti: la rottamazione bis non era particolarmente attraente, e meno vantaggiosa del primo provvedimento che fu varato dal governo di Matteo Renzi (dando incassi superiori alle previsioni), e con la quasi certezza dell' arrivo nello stesso mese di ottobre di norme più favorevoli solo un matto pagherebbe di più assecondando le rate della vecchia rottamazione.

    giulia bongiorno giovanni tria matteo salvini giulia bongiorno giovanni tria matteo salvini

     

     Il condonino Gentiloni per altro aveva comunque riscosso un certo successo: le istanze per ottenere la rottamazione bis giunte alla Agenzia delle Entrate sono state infatti 950mila per un totale di 4,5 milioni di cartelle esattoriali da scontare in genere per piccole cifre contestate dal fisco (la stragrande maggioranza delle cartelle era infatti sotto i 10mila euro di importo).

     

    STRADA IN SALITA

    La nuova rottamazione fin qui aveva attratto soprattutto i contribuenti (persone fisiche e imprese) della Lombardia, che sono stati i primi a pagare le rate dovute superando per la prima volta quelli del Lazio (che nella rottamazione originaria si erano rivelati invece più numerosi), e anche a Sud i dati erano diversi dal passato, con più adesioni in Puglia (pagati 46,6 milioni) che in Campania (adesione per 37,9 milioni di euro).

     

    Il buco che adesso mette in salita la strada del governo Conte creando un altro bel grattacapo al povero ministro dell' Economia, Giovanni Tria, avrebbe potuto essere anche più largo. Ma è accaduta una cosa che nemmeno all' interno dell' Agenzia delle Entrate riescono a spiegarsi: nel mese di luglio sono arrivati in anticipo e del tutto inattesi pagamenti per 100 milioni di euro dovuti alla rata della rottamazione bis che sarebbe scaduta al 31 ottobre 2018.

     

    AGENZIA ENTRATE AGENZIA ENTRATE

    PAURA DEL FISCO

    Non era mai accaduto e a memoria non si è mai verificato che qualcuno pagasse una cambiale o una bolletta ben tre mesi prima della sua scadenza, ma i contribuenti italiani sono evidentemente impauriti dal fisco e hanno fatto quella scelta.

    Difficile interpretarla: forse parte di loro ha immaginato che le frasi roboanti sulla caccia agli evasori arrivate dai ministri del Movimento 5 Stelle mettessero a rischio quel piccolo sconto che era loro stato fatto da Gentiloni e hanno preferito anticipare il pagamento mettendo tutti davanti al fatto compiuto.

     

    DA 1 A 5 MILIONI

    Forse invece hanno scelto di togliersi in anticipo quella preoccupazione i contribuenti formichine che temevano di mangiarsi le riserve per quel pagamento al fisco concedendosi troppi extra durante le vacanze di agosto.

    Quale che sia la ragione con quel gesto hanno dato una piccola mano a Tria, la cui legge di bilancio farà comunque acqua da molte parti.

     

    AGENZIA ENTRATE AGENZIA ENTRATE

    Il provvedimento sulla pace fiscale una volta definiti i confini (un milione come tetto massimo, o 5 milioni come nella versione originaria) dovrà essere adottato dal governo con un decreto legge collegato alla legge di bilancio sul 2019, quindi entro la metà del mese di ottobre.

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