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    CASINO A BRUXELLES – CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE PER IL DOPO-BREXIT: UN CONTO CHE PER L’ITALIA POTREBBE ARRIVARE A 50 MILIARDI – MA SI DECIDERA’, AL PIU’ PRESTO, NEL 2019 – IN ARRIVO SCAZZI PER CHI GUIDERA’ LA PROSSIMA COMMISSIONE EUROPEA - L'INDEBOLIMENTO DELLA MERKEL FA TRABALLARE L'UNIONE


     
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    Alberto D'Argenio per La Repubblica

     

    GENTILONI JUNCKER GENTILONI JUNCKER

    Soldi ed elezioni al centro del primo vertice europeo dell’anno. Oggi a Bruxelles, senza Theresa May, i capi di Stato e di governo terranno la prima discussione sul bilancio europeo 2020-2027. Causa Brexit le risorse si restringeranno e in più sarà necessario finanziare le nuove politiche Ue come difesa, migranti e digitale. Per finanziarle Bruxelles pensa di tagliare i fondi di coesione e i sussidi all’agricoltura, con l’Italia che rischia di perdere fino a 50 miliardi.

     

    A questo proposito, il sottosegretario Sandro Gozi precisa che "la decisione verrà presa probabilmente tra due anni. Dovrà essere presa all'unanimità. Le risorse per la coesione", dice Gozi, "verranno comunque preservate come hanno sottolineato già in questo primissimo avvio di dibattito molti paesi Ue".

     

    GENTILONI MERKEL MACRON GENTILONI MERKEL MACRON

    Partita ad alta tensione anche la volontà di legare i fondi Ue a diverse condizionalità: l’Est si scaglierà contro le proposte care a Italia, Francia e Germania di vincolarli al rispetto dei diritti (vedi Polonia) e all’accoglienza dei migranti (tutto il gruppo di Visegrad). Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, invece cercherà di respingere l’idea che i soldi non vadano a chi non rispetta i parametri sui conti pubblici. Siamo soltanto alla prima discussione, il dibattito entrerà nel vivo dopo maggio.

     

    MAY JUNCKER MAY JUNCKER

    C’è poi la discussione sulla nomina del prossimo presidente della Commissione europea, nel 2019. Il Parlamento europeo difende il sistema degli Spitzenkandidaten usato nel 2014: il candidato presidente del partito europeo che vince le elezioni Ue (nel 2014 Jean-Claude Juncker con il Ppe) diventa automaticamente capo dell’esecutivo comunitario. Diversi leader, a partire dal presidente francese Emmanuel Macron, sono contrari per non perdere la loro prerogativa di scegliere il successore di Juncker (e di non regalarlo ai popolari, che anche nel 2019 saranno il primo partito europeo).

     

    il pupazzone di matteo renzi protesta a bruxelles durante il g sette il pupazzone di matteo renzi protesta a bruxelles durante il g sette

    Si pensa a un compromesso: nella scelta i capi di Stato e di governo dovranno tenere conto del risultato elettorale. Di fatto il frontman del partito vincente sarà il primo a ottenere l’incarico, ma senza automatismi, passerà solo se troverà una maggioranza al Parlamento europeo e in seno ai governi. Altrimenti sarà scartato.

     

    Un modo per socialisti e liberali di sperare, magari con una alleanza già nei pensieri di Macron e Matteo Renzi, di scalzare il Ppe dal vertice di Bruxelles. Ma la giornata per Gentiloni potrebbe essere utile anche per un chiarimento politico a ridosso delle elezioni dopo che ieri Juncker ha lanciato l’allarme sul rischio mercati nel caso le urne non restituiscano al Paese un governo forte e stabile.

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