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    MENO MALE CHE RENZO C'E' - L’OTTANTENNE ARBORE RISCATTA LA RAI DAI FLOP DEI GIOVANI (CHE PARTORISCONO SOLO VECCHIE IDEE) - CON “INDIETRO TUTTA! 30 E L'ODE”, UNO DEI GENI DELLO SHOWBIZ DÀ LEZIONE DI STILE ALLA TV INCOLORE DIMOSTRANDO CHE DIFFERENZA C’E’ TRA “TALENT” E TALENTO


     
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    Antonello Piroso per “la Verità”

     

    indietro tutta 30 e l ode indietro tutta 30 e l ode

    Un signore di 80 anni, educato e non sguaiato, va in tv in prime time con un programma fatto di spezzoni di filmati d' archivio e sbanca l' Auditel. Essì, ci voleva un ottantenne, ex dj e musicista in proprio, per rivedere una prima serata Rai non genuflessa alla fiction, al talk show (politico e non: Che tempo che fa, #cartabianca) o al giornalismo più o meno investigativo (Report, Chi l' ha visto?).

     

    Ci voleva insomma Renzo Arbore, classe di ferro 1937, e classe da vendere, per ricordarci che il talent è una cosa, il talento un' altra. In una stagione tv con zero novità dal lato dell' offerta, ma di grandi sorprese sul fronte degli ascolti, ecco che arriva il verdetto sulla prima delle due serate Indietro tutta! 30 e l' ode, questo è il titolo di puro «cazzeggio» goliardico in salsa arboriana, l' Amarcord a 30 anni di distanza da quelle 65 puntate di Indietro tutta! che, da dicembre 1987 a marzo 1988, oscurarono perfino l' altro boom di Arbore, Quelli della notte, 33 puntate tra l' aprile e il giugno 1985 (anno in cui lo scomparso Mino Damato camminò a piedi nudi sui carboni ardenti a Domenica In, e fu parodiato a Fantastico da un certo Beppe Grillo, classe 1948, con una passeggiata su una teglia di pizza appena sfornata).

     

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    L' altra sera il miracolo si è ripetuto: quasi 4 milioni di telespettatori, 19,2% di share, il primato in prime time che Rai 2 non vedeva da una vita, con l' annichilimento di Paolo Bonolis che con il suo Music su Canale 5 (guest star: Checco Zalone!) si è fermato al 15,1%.

     

    Un dato da Guinness, per Arbore e Rai 2. Che segnala una serie di paradossi.

    1 Arbore ha sempre puntato a fare programmi in seconda serata, all' insegna del «meno siamo, meglio stiamo». Però con questi ascolti ha rinverdito non solo i fasti di Indietro tutta!, ma quelli che ha vissuto su Rai 1 in prima serata con Cari amici vicini e lontani (nel 1984, per i 60 anni della radio) e Il caso Sanremo (1990, in cui in una finta aula di tribunale Arbore processava, con Lino Banfi e Michele Mirabella, le canzoni dei festival storici).

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    2 Il programma di mercoledì sera non è originale: è una riproposizione del meglio di Indietro tutta! concentrato in due serate, la prossima mercoledì 20 (e qualcuno in Rai ora si starà mordendo le mani, perchè inizialmente le puntate dovevano essere 6, poi 4). Sia detto con ammirazione e rispetto: è il trionfo della tv Techetechetè, una replica di lusso. A maggior ragione, vincere in prima serata con «tagli, ritagli e frattaglie» (per dirla con il titolo di un' altra trasmissione di Arbore, che in quel caso aveva a fianco Luciano De Crescenzo e come valletta una tale Lory Del Santo) è da fuoriclasse.

     

    3 Tale risultato è stato conseguito su Rai 2, che è sempre stata indicata come la rete del servizio pubblico rivolta a un pubblico più giovane. Di qui, forse, l' idea di Arbore (che firma il programma con l' inseparabile alter ego Ugo Porcelli, Nino Frassica, Giovanna Ciorciolini e il Gianluca Santoro, autore di suo ma anche figlio di quell' Arnaldo che in Indietro tutta! era autore con Alfredo Cerruti, la coppia di Volante 1 a Volante 2) di far sedere in studio un gruppo di millennial, nati ben dopo la messa in onda del programma primigenio.

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    Scommessa vinta. Tanto più se si pensa che il celebrato show di Mika, personaggio di certo più in sintonia con una platea di under 21, in prima serata su Rai 2 nel 2016 aveva esordito con il 14,4% di share (quest' anno tracollato al 9%), e che Nemo, format all' insegna dell' infotaintment condotto dall' ex Iena Enrico Lucci, non ha mai visto uno share a due cifre.

     

    Un peccato per Rai 2 aver messo in palinsesto Arbore dopo la fine del cosiddetto periodo di garanzia, quello cioè in cui vanno garantiti gli ascolti promessi agli investitori pubblicitari: secondo le elaborazioni dello Studio Frasi di Francesco Siliato, infatti, tra il 10 settembre e il 2 dicembre Rai 2 in prima serata ha totalizzato il 6,05% di media (-14,18% rispetto al 2016), sempre meglio comunque di Rai 3, con il 5,54% (-23,90%), Italia 1 con il 5,38% (-4,1%), Rete 4 con il 3,94% (-5,29%), e di La 7, inchiodata al 3,78% (-14,48%).

     

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    4 Arbore è del 1937. Piero Angela, del 1928. Maurizio Costanzo, del 1938. E poi: Bruno Vespa è del 1944, Michele Guardì del 1943, Antonio Ricci è del 1950, Davide Parenti del 1957. Non sono insomma giovanotti di primo pelo, e sono in video, o dietro le quinte, da una vita. In verità, solo Arbore e Angela non si sono impossessati di una fascia oraria per non mollarla più, prendendosi lunghe vacanze dal video, per scelta loro o degli incauti dirigenti Rai.

     

    Questa omogeneità anagrafica dei conduttori è però anche lo specchio dei certificati di nascita dei telespettatori della tv generalista, in larga parte dai capelli almeno brizzolati. Che costituiscono comunque uno zoccolo duro più che significativo. Gli italiani davanti alla tv in prima serata sono infatti in media poco più di 25 milioni: di questi, un po' meno di 15 sintonizzati sulle 7 sorelle, a fronte dei 10 milioni che guardano canali digitali free o pay tv.

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    5 Morale: la rottamazione ha senso solo se i «giovani» si presentano con idee forti, proposte innovative e spiazzanti, capaci di parlare - in quadro di valori e gusti condivisi - a cuore, testa e pancia dei telespettatori. Se invece tutto si riduce a una manovra per sostituirsi ai «vecchi», il mercato alla fine mostrerà di prediligere l' usato, in qualche caso: abusato, sicuro. In tv. Ma anche in politica.

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