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    PIU’ CHE I FALCHI, A BRUXELLES VOLANO I CORVI – I MINISTRI DELLE FINANZE DEL NORD EUROPA CONTRO LA COMMISSIONE UE: “AVETE CONCESSO TROPPI SCONTI ALL’ITALIA SUL DEFICIT” – ALL’ECOFIN DI LUSSEMBURGO L’OFFENSIVA CONTRO JUNCKER E LA FLESSIBILITA’ DI BILANCIO CONCESSA A GENTILONI E PADOAN


     
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    Marco Bresolin per La Stampa

     

    MERKEL GENTILONI PADOAN MERKEL GENTILONI PADOAN

    La Commissione Europea finisce sul banco degli imputati dei ministri economici. E a pagarne le conseguenze potrebbe essere l' Italia, che con l' esecutivo Ue ha siglato un patto di ferro"per blindare la prossima manovra. Il rischio è che l' accordo (informale) si indebolisca sotto i colpi dei ministri fedeli al rigore dei conti pubblici, che oggi e domani si riuniranno in Lussemburgo per l' Eurogruppo/Ecofin. Nel Granducato inizieranno anche le discussioni per la successione di Jeroen Dijsselbloem, oggi alla guida dei ministri dell' Eurozona.

     

    All' inizio dell' estate Bruxelles aveva assicurato a Pier Carlo Padoan nuova flessibilità: in deroga ai parametri fissati dal Patto di Stabilità, l' aggiustamento strutturale richiesto non sarà dello 0,6% del Pil (poco più di 10 miliardi), ma circa la metà. Uno sconto giustificato dalla necessità di non ostacolare la crescita. Su questi numeri, il governo sta preparando la manovra per il 2018. C' è però un problema: non tutte le capitali sono d' accordo con l'«eccesso di autonomia decisionale» che la Commissione si è presa.

     

    JUNCKER GENTILONI JUNCKER GENTILONI

    Il processo è fissato per domattina a colazione. Il capo d' accusa lo dettaglia un funzionario nordeuropeo: «La Commissione ha deciso di far saltare tutti i parametri del Patto prendendosi l' autonomia di deciderli di volta in volta, caso per caso». Aggiunge una fonte diplomatica belga: «Sappiamo bene che questa decisione serve per dare più flessibilità all' Italia. Ma non possiamo accettare disparità di trattamento, le regole devono essere uguali per tutti».

     

    I falchi chiedono «maggiore trasparenza» alla Commissione. Nella sua raccomandazione di giugno destinata all' Italia, l' esecutivo aveva scritto che per valutare la prossima manovra - e stabilire l' aggiustamento strutturale richiesto - avrebbe usato un «margine di discrezionalità». Nel testo approvato dall' Ecofin, il «margine di discrezionalità» è stato sostituto da «valutazione complessiva». Sfumature lessicali che però secondo i falchi sono un chiaro segnale.

     

    Jeroen Dijsselbloem Piercarlo Padoan Jeroen Dijsselbloem Piercarlo Padoan

    Resta da capire quanto questa discussione peserà sulla valutazione della manovra italiana, che sarà consegnata a Bruxelles entro il 15 ottobre. Secondo uno sherpa, i ministri non usciranno con una decisione: «Ognuno resterà sulle sue posizioni». Resterà la spaccatura Nord-Sud. Ma il dibattito servirà a mettere un po' di fiato sul collo dei commissari, che a novembre dovranno valutare i progetti di bilancio: a dicembre il loro giudizio finirà sul tavolo dei ministri. Fonti italiane assicurano che «il patto con la Commissione reggerà». E anche se nella risposta a Padoan i commissari Moscovici e Dombrovskis non avevano indicato cifre, lo 0,3% viene ormai dato per assodato. «Sarà un problema loro giustificare ai ministri come si è arrivati a quella cifra» prosegue la fonte italiana.

    SCHAUBLE SCHAUBLE

     

    Oggi ci sarà un antipasto con la discussione sul futuro dell' Esm, il Fondo Salva-Stati che si vuole trasformare in un Fondo Monetario Europeo. Il punto è: con quali compiti? Berlino vorrebbe affidargli il controllo dei bilanci statali, strappandolo alla Commissione. Oggi sarà l' ultimo Eurogruppo di Wolfgang Schaeuble, «che nei suoi interventi - spiega una fonte francese - ha sempre rifiutato il concetto di Commissione politica». Ma per l' Italia il rischio è che il suo successore sia ancora più inflessibile.

     

    A Lussemburgo si tornerà a parlare della presidenza dell' Eurogruppo. In Olanda entro fine mese ci sarà un nuovo governo. Jeroen Dijsselbloem non ne farà parte, ma vuole rimanere a capo dell' Eurogruppo fino alla fine del suo mandato, all' inizio del 2018. Alcuni governi sostengono che debba decadere dal momento in cui non sarà più ministro. È questa la linea di Pier Carlo Padoan, che una decina di giorni fa ha contattato i colleghi socialisti per cercare una strategia. Stasera si rivedranno a cena: il Pse vuole mantenere l' unica presidenza rimasta dopo che i popolari si sono presi Commissione, Consiglio ed Europarlamento.

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