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    IO (NON) STO CON L’IPPOPOTAMO - RENATO BETTINI, PENSIONATO 65ENNE ORIGINARIO DI MILANO, SAREBBE STATO UCCISO A POCHI CHILOMETRI DA MALINDI, IN KENYA, DA UN BESTIONE CHE LO HA ATTACCATO, PROCURANDOGLI DELLE FERITE MORTALI AL TORACE - L’UOMO ERA SOLITO CORRERE DALLA SPIAGGIA DELLA CITTADINA ALLA FOCE DEL FIUME SABAKI, MA DA DUE GIORNI…
     


     
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    Da "www.malindikenya.net"

     

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    Appartiene quasi certamente ad un cittadino italiano, il corpo trovato senza vita sulle rive del fiume Sabaki, a pochi chilometri da Malindi.

     

    Si tratterebbe di Renato Bettini, pensionato sessantacinquenne originario di Milano.

    Il turista italiano è stato trovato ieri, domenica 17 febbraio, secondo le testimonianze raccolte da Malindikenya.net, nella zona della foce del fiume con ferite da aggressione di ippopotamo.

     

    ippopotamo ippopotamo

    Bettini mancava dalla sua abitazione da un paio di giorni, secondo quanto riferito dai vicini di casa di un complesso residenziale nel centro di Malindi ed era un grande appassionato di jogging.

    L’uomo era solito correre dalla spiaggia della cittadina alla foce del fiume, ed infatti è stato trovato con addosso solo pantaloncini e scarpe da ginnastica e con profonde ferite al torace.

     

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    E’ probabile che sia stato aggredito venerdì o sabato scorso durante la corsa sulle rive del fiume ma potrebbe avere anche avuto un malore ed essere stato attaccato in seguito.

    “Era un pensionato schivo ma sempre sorridente – racconta un vicino di casa anch’egli italiano – anche quando non andava a correre in spiaggia, camminava veloce e raramente si fermava per due chiacchiere. Andava a piedi dappertutto”.

     

    Come tanti pensionati, Bettini trascorreva alcuni mesi dell’inverno in Kenya.

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    La foce del fiume Sabaki dista sei chilometri da Malindi ed è facilmente raggiungibile via spiaggia con una bella passeggiata, ma non conviene addentrarsi a piedi lungo il suo corso proprio per la presenza di ippopotami che i turisti non percepiscono come un pericolo per l’essere umano ed invece, per la loro aggressività e sorprendente velocità, sono gli animali più efferati dell’Africa.

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