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    SCARONI CI SCRIVE: ''NON HO INCONTRATO IL MINISTRO TRIA'', MA DAGOSPIA CONFERMA LO SCOOP, OVVERO L'INTERESSE DEL FONDO ELLIOTT PER MEDIOBANCA E GENERALI. OGGI VIENE RIPRESO ANCHE DA 'REPUBBLICA' CHE, UDITE UDITE, CITA QUESTO DISGRAZIATO SITO (UN EVENTO QUASI INEDITO) - CONTINUA SCARONI: ''NON SONO IL 'CONSIGLIORI' DEL FONDO AMERICANO MA…''


     
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    1. SCARONI: ''NON HO MAI CONOSCIUTO IL MINISTRO TRIA, NON SONO IL CONSIGLIORI DEL FONDO ELLIOTT''

    Riceviamo e pubblichiamo da Paolo Scaroni:

     

    Gentile dottor D’Agostino,

    SCARONI SCARONI

    a proposito della notizia flash riportata ieri sera su Dagospia, secondo la quale avrei incontrato la scorsa settimana il Ministro Tria per annunciargli l’interesse del fondo Elliott nei confronti di Mediobanca, due puntualizzazioni:

     

    - non ho mai avuto il piacere di conoscere il Ministro Tria e tantomeno l’ho incontrato la scorsa settimana per parlargli di vicende che non conosco;

     

    - per quanto riguarda il Fondo Elliott, non sono il suo “consigliori”, come erroneamente mi avete definito, ma sono stato scelto lo scorso anno dal Fondo (peraltro attraverso una società di Executive Search) per rappresentarlo nel Milan, in cui il Fondo ha investito, in qualità di membro del CdA.

     

    Grazie per dare evidenza a questa mia precisazione.

    Paolo Scaroni

     

     

    2. ELLIOTT, NEL MIRINO ORA C' È MEDIOBANCA MA L' OBIETTIVO VERO SONO LE GENERALI

    Andrea Greco per ''la Repubblica''

     

     

    paul singer paul singer

    Nuovo dossier caldo per il fondo attivista Elliott che avrebbe racimolato una quota attorno all' 1% in Mediobanca, con l' intento di arrotondarla per condurre una disfida volta a riformare la governance della banca d' affari, portando alla scissione del 13,2% di Generali che da decenni la creatura di Enrico Cuccia custodisce. Con Elliott sarebbe almeno un altro fondo in cordata.

     

    L' indiscrezione di Dagospia è confermata da due fonti finanziarie autorevoli, mentre i diretti interessati non hanno voluto commentare. A maggio, dopo una battaglia legale e di mercato, il fondo Usa aveva preso il controllo del cda di Telecom Italia; e giorni fa Elliott è sbucato nel capitale della rivale Vodafone. A quel che si apprende, lo schema d' attacco per il fondo di Paul Singer, che ha una potenza di fuoco di 38 miliardi di dollari e a luglio si è trovato proprietario del Milan, sarebbe stato messo a punto negli ultimi mesi anche con Bluebell, società di Giuseppe Bivona già attiva nella scalata Telecom.

     

    Paolo Scaroni Paolo Scaroni

    Il presupposto di avvio sarebbe che Mediobanca, per quanto ben gestita - ha appena chiuso conti 2017- 2018 da record con utili per 864 milioni, pari a un rendimento del 10% del capitale - ha un modello di governance inadeguato, che se riformato potrebbe creare nuovo valore.

     

    Dietro le quinte si fanno riferimenti all' eccessiva autorefenzialità del management, e alla sua rappresentanza garantita in cda ( retaggio del fatto che la lista Mediobanca ancor oggi è presentata dal patto parasociale in cui primeggia la rivale Unicredit). Inoltre ai fondi attivisti non piace la partecipazione di Mediobanca nelle polizze triestine: perché il suo rendimento, 17% l' anno circa, ha poco a che fare con le capacità dei banchieri guidati da Alberto Nagel, oltre al fatto che consuma capitale.

    Per questo Elliott vedrebbe di buon occhio lo scorporo della quota Generali, da distribuire direttamente ai soci di Piazzetta Cuccia.

    paul singer paul singer

     

    Su questo secondo livello, più rilevante a fini sistemici poiché Generali è un forziere finanziario del paese, la partita s' intreccia con quella che, a Trieste, stanno giocando i soci forti del Leone. Caltagirone, Del Vecchio, De Agostini, Benetton, che insieme all' ad Philippe Donnet cercano di rilanciare redditività e capitalizzazione del gruppo per difenderlo da appetiti ostili.

     

    alberto nagel vincent bollore alberto nagel vincent bollore

    La volontà di Elliott di far breccia in Mediobanca, ad esempio, potrebbe cementarsi con quella di Jean Pierre Mustier - leader assoluto di Unicredit - di cedere il suo 8,68% nella banca d' affari. L' altra partita intrecciata è quella con il francese Vincent Bolloré, antagonista di Elliott in Telecom e colonna pure in Mediobanca con un 8% sempre connesso a Generali.

     

    In attesa di chiarimenti, ci sono due date importanti. Una a fine settembre riguarda la finestra per sciogliere il patto che blinda il 29% di Mediobanca: in teoria doveva essere l' ultimo giro, ma finora non risulta siano giunti avvisi di uscita dai soci. L' altra è l' assemblea del 28 ottobre, dove Elliott potrebbe portare proposte che convincano i soci del mercato. Anche se qui, diversamente che in Telecom, da anni votano al 99% con il board.

     

     

     

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