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    ANARCHY IN THE UK, FOREVER! - LADRI, MARCI, E RISSOSI: IL BASSISTA E COMPOSITORE GLEN MATLOCK RACCONTA LA STORIA DEI SEX PISTOLS, LA BAND CHE NEL ‘77 RIVOLUZIONO’ IL ROCK IMBORGHERSITO IN UN DELIRIO DI SPILLE DA BALIA, DROGA E ANARCHIA – LA CHITARRA RUBATA A DAVID BOWIE CHE SORRISE: “LO SO CHE SIETE STATI VOI MA VA BENE…” - VIDEO


     
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    Luca Valtorta per la Repubblica

     

    Chi potrebbe immaginare che quel signore alto dai capelli grigi seduto a un tavolino di un caffè di Via Veneto abbia cambiato il mondo, e non solo quello della musica? Lui si chiama Glen Matlock. A fare la differenza è il nome della band di cui faceva parte: i Sex Pistols, ovvero probabilmente il gruppo più importante della storia del punk, l' icona stessa del genere tra spille da balia e cerniere.

     

    Non c' è dubbio che il volto dei Pistols sia stato John Lydon detto "Rotten" e che Sid Vicious abbia contribuito ad attirare sul gruppo l' attenzione mediatica per il suo comportamento delirante: in concerto insanguinato e a torso nudo, l' omicidio della sua fidanzata Nancy Spungen in una notte di droga e follia, l' overdose finale.

     

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    Ma se si parla di musica è di Matlock, bassista e compositore (rimpiazzato poi proprio da Vicious), che bisogna parlare: è lui che ha definito la struttura musicale di quasi tutti i pezzi dell' unico album realmente inciso dalla band: Never Mind the Bollocks - Here' s the Sex Pistols compie domani quarant' anni. Pubblicato il 28 ottobre del 1977, sovvertì i canoni della musica e definì un' epoca dando vita a una rivoluzione.

     

    «Il nucleo di quelli che sarebbero diventati i Sex Pistols risale al 1972», racconta Glen Matlock, in Italia per accompagnare le presentazioni del libro La storia del punk di Stefano Gilardino (edizioni Hoepli). «In origine Steve Jones cantava, Paul Cook suonava la batteria e poi c' era Wally, Wally Nightingale alla chitarra.

     

    Si chiamavano a volte The Strand altre The Swankers ma in pratica non avevano realmente un nome. Io allora lavoravo da Sex, il negozio di Malcolm McLaren, punto di riferimento per artisti e fuori di testa».

     

    GLEN MATLOCK GLEN MATLOCK

    Anche se venivano tutti da famiglie molto povere possedevano la migliore attrezzatura strumentale della città: «Beh, Steve Jones era un ladro, rubava borsette, pellicce, portafogli finché Wally, che era un vero "mastermind" come nel film Italian Job, ha avuto un' idea brillante e gli ha suggerito di rubare strumenti e attrezzatura musicale. Così quando su suggerimento di Malcolm, che nel frattempo era diventato il manager della band, sono andato a provare con loro e ho tirato fuori il mio basso di scarsa qualità Wally mi disse: "Amico, quello non è un basso" e tira fuori un basso lussuosissimo nuovo di zecca, "suona con questo".

     

    Credo che Steve a un certo punto abbia rubato anche la chitarra di David Bowie perché diversi anni dopo, in un tour in cui io suonavo con Iggy Pop, Bowie mi ha visto, è venuto da me e mi ha detto con quell' aria un po' fuori dal mondo che non sopportavo "Ah, tu eri uno dei Sex Pistols vero? Volevo dirti che lo so che siete stati voi a rubare la mia chitarra ma ok, it is fine" e mi ha sorriso. Beh, è stato carino, ho pensato». Wally che fine ha fatto? «Non sapeva suonare e così a un certo punto è finito fuori, cosa che non ha gradito. È morto nel 1996». Nel frattempo Steve Jones era passato alla chitarra: mancava un cantante...

     

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    «Già. Nel negozio di Malcolm un giorno passò John con i capelli colorati e questi denti verdi...». Allora è vera la leggenda per cui è stato chiamato "rotten" "marcio" per i suoi denti: chi è stato a chiamarlo così? «Malcolm o Steve. Un po' tutti. All' inizio non gli piaceva ma poi ci ha preso gusto».

     

    Ma che tipo di musica ascoltavate in quel periodo? «Io ho sempre amato i Faces, Steve i NEw York Dolls e John amava i Van Der Graaf Generator!». E allora la maglietta "io odio i Pink Floyd" per cui è nata tutta la storia dell' odio tra i punk e i vecchi fautori del progressive rock? «In realtà John aveva una maglietta dei Pink Floyd e Steve con un pennarello nero ha scritto sopra "I hate"».

     

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    Perché è finita? Colpa di McLaren? «No, di John. Ci siamo sempre scontrati: ok, era il cantante e ha scritto quasi tutti i pezzi però per esempio di Pretty Vacant che è stato il primo successo dei Pistols il testo l' ho scritto io. Insomma a un certo punto John ha deciso che si doveva fare come diceva lui per tutto e io ho deciso che non volevo stare in gruppo solo per ubbidire». Poi però avete suonato insieme per le reunion del '96 e del 2002... «È stato merito di Steve: è stato lui che mi ha chiamato e anche se magari con John non siamo i migliori amici c' è una cosa che devo dire: quando suoniamo insieme funziona».

     

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    C' è qualche speranza per il futuro di rivedere insieme i Sex Pistols? «Chi lo sa? Mai dire mai. Io però una cosa ci tengo a dirla: non vivo nel passato. In questi anni ho continuato a suonare».

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