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    TUTTI GLI SCANDALI DELL’FBI - TRUMAN LA DEFINI’ “LA GESTAPO D’AMERICA” – IL SUO CAPO INDISCUSSO HOOVER SCHEDO’ ANCHE ELEANOR ROOSVELT E MARILYN MONROE. QUANDO MORI’, NEL 1972, NIXON ESCLAMO': “CI SIAMO LIBERATI DI UN SUCCHIACAZZI”


     
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    Matteo Persivale per il “Corriere della Sera”

     

    HOOVER HOOVER

    Una delle prime decisioni di James Comey, appena insediato direttore dell' Fbi nel 2013, fu quella di mandare tutte le reclute, da quel momento in poi, in pellegrinaggio al monumento che a Washington ricorda Martin Luther King. Un bel gesto ma soprattutto un segnale politico: perché Comey, come tutti i suoi predecessori dal 1972 in poi, si è scontrato con quello che gli americani chiamano «l' elefante nella stanza», l' enormità che sarebbe ridicolo ignorare: e cioè che il Federal Bureau of Investigation dalla sua nascita nel 1935 al 1972 è stato quello che il presidente Harry Truman, con la saggezza spiccia dell' ex gestore d' una merceria di provincia, definì «una Gestapo d' America».

    james comey james comey

     

    Comey, laureato in teologia, conosce bene la dottrina del peccato originale. Quello dell' Fbi è la politicizzazione strutturale voluta dal fondatore e direttore J. Edgar Hoover. Che restò in carica per 37 anni, di fatto nominato a vita grazie a una serie di ricatti, minacce, cospirazioni che tuttora fa lavorare gli storici (e fa rizzare i capelli ai lettori dei numerosi saggi a lui dedicati).

     

    Marilyn Kennedy Marilyn Kennedy

    Hoover addestrava gli agenti a obbedire, a dare la caccia ai «sovversivi» (mezzo milione di schedati tra i quali la first lady Eleanor Roosevelt, Marilyn Monroe, Albert Einstein, John Lennon) e soprattutto a raccogliere tonnellate di carte su chiunque potesse essere utile ricattare in futuro.

     

    Hoover fu il burattinaio della caccia alle streghe comuniste, chiudendo un occhio - o due - davanti alle malefatte del Ku Klux Klan che terrorizzava i neri degli Stati del Sud, e anzi includendo tra i suoi bersagli anche Martin Luther King sul quale raccolse fango e che cercò di minacciare e di convincere perfino al suicidio (la scusa era una presunta infiltrazione sovietica nel movimento per i diritti civili).

    EDGAR HOOVER E RICHARD NIXON EDGAR HOOVER E RICHARD NIXON

     

    Una delle mille idee di Hoover? Aveva già pronti i campi di concentramento, nel 1939, per italoamericani, tedeschi, comunisti, sindacalisti e altre categorie a lui invise, fermato con suo dispiacere da Roosevelt (preferì internare solo i giapponesi). Ecco perché Comey ha mandato i suoi ragazzi dell' accademia di Quantico, un bel campus nei boschi della Virginia, a rendere omaggio a King: per spiegare loro che non tutti gli ordini vanno eseguiti ciecamente, e che l' Fbi non è una pistola che il presidente può puntare alla tempia dei suoi nemici. È un' agenzia investigativa che risponde al ministro della Giustizia, e al presidente.

    TRUMP COMEY TRUMP COMEY

     

    La seconda vita dell' Fbi cominciò malissimo, nel 1972, con Nixon che - uomo molto volgare in privato, ci dicono i nastri che registrò improvvidamente nello studio ovale - accolse con esultanza la notizia della morte di Hoover (sapeva tutto degli intrallazzi e dei «giochetti sporchi» che l' avrebbero rovinato) esclamando «ci siamo liberati di quel cocksucker !» (un greve epiteto omofobo, ndr ). Proprio l' Fbi,in subbuglio tra faide e crisi d' identità seguite alla morte del padre-padrone, fu una spina nel fianco di Nixon durante il Watergate.

     

    jodie foster silenzio degli innocenti jodie foster silenzio degli innocenti

    Che però, è doveroso ricordare, non arrivò mai al punto di Trump: Nixon non licenziò mai il direttore dell' Fbi. Cercò, in quello che passò alla storia come «il massacro del sabato sera» dell' ottobre 1973, di cacciare il procuratore speciale che indagava sul Watergate, ma sia il ministro della Giustizia sia il suo vice si rifiutarono, dimettendosi (lo licenziò alla fine il numero tre del ministero: ma a Nixon andò male comunque, dieci mesi dopo si dimise).

     

    2 watergate mark felt moglie 2 watergate mark felt moglie

    Dopo Hoover, l' Fbi cambiò tre direttori in un anno e sprofondò nel caos (fa effetto ricordare che «Gola Profonda», la fonte che stroncò la presidenza Nixon con le sue soffiate al Washington Post , era il vicedirettore dell' Fbi, Mark Felt). Una crisi d' identità durata fino alla fine della Guerra Fredda alla quale poco giovarono i «colpi» mediatici realizzati grazie a Hollywood (sono agenti Fbi la coraggiosa Jodie Foster cacciatrice di serial killer ne Il silenzio degli innocenti , Johnny Depp infiltrato tra i mafiosi in Donnie Brasco , Keanu Reeves detective surfista in Point Break ) per colpa dello scandalo dell' agente-spione Robert Hanssen, 22 anni a passare segreti ai russi (1979-2001) in cambio di dollari e diamanti.

    Bob Woodward e Carl Bernstein Bob Woodward e Carl Bernstein

     

    Bill Clinton licenziò - unico precedente fino all' altro ieri - William Sessions per questioni di corruzione e scelse Louis Freeh passato alla storia per i 278 giorni di carcere preventivo a uno scienziato nucleare, presunta spia rivelatasi poi innocente, e per la strage dei fanatici religiosi di Waco, Texas.

     

    WATERGATE WATERGATE

    Fece meglio di tutti Robert Mueller, scelto da Bush II, in carica per dodici anni, un record a parte ovviamente Hoover (il mandato è decennale, il suo fu prolungato): ha cercato di portare l' Fbi nell' era del terrorismo, islamico e tecnologico. Dopo di lui ecco il mandato interrotto di Comey, pessimo navigatore delle acque della politica e capo dell' inchiesta russa che Trump vuole chiudere (insabbiare?) «perché ormai è giunta l' ora».

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