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    CACCIA ALL’ORGASMO PERDUTO – IN ITALIA SI PARLA TANTO DI SESSO MA SE NE FA SEMPRE MENO – ECCO COSA (NON) SUCCEDE SOTTO LE LENZUOLA DEI MILLENNIALS – IL LIBRO PER RITROVARE IL PIACERE DI FARLO


     
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    Michaela K.Bellisario per www.iodonna.it

     

     

    Il sesso è morto. Viva il sesso. Non lo si fa più, o se ne fa poco, e perlopiù parlandone, sognandolo, praticandolo virtualmente. Oppure ammirandolo al cinema, mentre esce al cinema 50 sfumature di rosso, in uscita l’8 febbraio, giusto per San Valentino.

    Evviva. Mica tanto.

     

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    Un segno dei tempi. Secondo il rapporto presentato dal centro studi Coop 2017 negli ultimi 15 anni la frequenza dei rapporti sessuali in Italia è diminuita del 10%. La fase più critica è quella dei 35-40 anni: solo tre coppie su dieci continuano ad avere più di un rapporto alla settimana. Più precisamente 108 l’anno, uguale a circa 9 approcci al mese, uno ogni tre giorni.

     

    Il calo ha colpito tutte le fasce d’età, anche i più giovani, a quanto pare: un quinto dei 16-25enni dichiara di farlo meno di una volta a settimana. Il quotidiano tedesco Die Welt ha scoperto che solo il 44 per cento delle Millennials ha già avuto rapporti sessuali, mentre 25 anni fa lo dichiarava il 58 per cento delle ragazze.

    In Giappone, addirittura, nel 2016 l’ufficio demografico centrale ha rilevato che il 42 per cento dei maschi tra i 18 e i 34 anni non ha mai fatto sesso.

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    «La verità è che l’intimità è morta. La coppia, così come era vissuta dai nostri genitori, è cambiata. Ci si “affratella”, si vive da “amici” senza capire l’essenza dello “stare insieme”. Corriamo, siamo tutti presi dal “fare”, distratti. Un paziente mi ha chiesto di spiegargli una “mappa” dell’intimità perché non sapeva cosa fosse. È in corso un nuovo fenomeno sociale tutto da analizzare», spiega la psicanalista Umberta Telfener, autrice del libroLetti Sfatti – Una guida per tornare a fare l’amore (Giunti) e di un seguitissimo blog su Io donna. Perché poi quel che colpisce è anche il tempo speso, per esempio, tra gli under 25: meno di due minuti a rapporto. Effetto della cosiddetta Hooking Up culture, fenomeno partito dagli Usa, nelle università, dove il concetto è: non isolarsi, ma senza impegnarsi. Stando ai dati del libro The End of Sex della giornalista Donna Freitas gran parte degli intervistati rimpiange una relazione intima ma non considera negativamente gli “amori casuali”.

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    Il risultato sono, specie fra i giovanissimi, tutto un fitto sottobosco di “pratiche” di sesso …virtuale, effetto anche del mondo del dating online: il benching, lo stashing, il micro cheating. Nel benching, letteralmente lo “stare in panchina”, l’idea è solo quella di flirtare e di prolungare il piacere narcistico di essere cercati. Nello stashing è ancora peggio: l’obiettivo è non far conoscere i propri amici al partner evitando tutte le situazioni “pericolose”. Nel micro cheating, poi, ci si mandano cuoricini e pensieri carini, ma non ci si incontra mai.

     

    In pratica, i Millennials si comportano nella vita reale in maniera non diversa da quella di un utente delle App, della serie ci sono ma “non” ci sono, ti chiamo, ti cerco ma poi ti cancello e sparisco. Arrivederci e grazie. Gli esperti parlano già di generazione “post – sessuale”.

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    Cosa (non) succede sotto le lenzuola?

    Bella domanda. Diciamo che si spende – appunto – un sacco di tempo al telefono e sui Social. Una ricerca Usa della famosa sessuologa americana Maureen McGrath ha rilevato che il 10 per cento delle persone intervistate (10mila coppie) controlla il cellulare durante il sesso e il 35 subito dopo. Un dato che fa riflettere, naturalmente. «In realtà sono cambiate molte cose, le donne sono diventate più forti e il patriarcato è venuto meno. L’idea stessa di “relazione” si è modificata: tutto è più fluido, senza contorni precisi. Ci si lascia via WhatsApp, si resta in casa anche se divorziati, ci sono coppie che diventano “trippie” (tre persone che vivono insieme), altre che si accontentano di amori “briciola”.  Si prende quello che viene, senza venirne davvero a capo», continua Umberta Telfener. 

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    Siamo all’anno zero, insomma. In cui piace “piacere” prima di tutto. Senza “darsi” in cambio. Eppure il sesso, come riconoscimento reciproco, può (di nuovo) succedere. Le soluzioni sono semplici, a portata di mano. Incredibilmente. «Tornare a parlarsi e a spendere tempo insieme è forse il primo, essenziale, rimedio da “rimettere” in pratica», spiega la psicanalista. «L’amore è un progetto che va condiviso».

    Nel suo libro la psicanalista invita a leggere il dizionario delle parole d’amore. «Troppe persone non parlano abbastanza tra loro, sicuramente alcuni temi sono stati dimenticati». A come amore, B come bacio, C come complicità, D come desiderio, E come eccitazione, F come fusione… . Quanto basta per ricominciare, no?

     

     

     

     

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