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    IL PIATTO PIANGE E NON CI SONO ALTERNATIVE: O SI TAGLIA LA SPESA INUTILE, O SERVONO NUOVE TASSE – LA RICETTA ECONOMICA DELL’OCSE PER L’ITALIA: LIBERALIZZAZIONI, PATRIMONIALE, RIFORME E TAGLIO DELLE PENSIONI PIÙ ALTE, PER EVITARE IL COLLASSO – “IN ASSENZA DI VARIAZIONI DELLE POLITICHE DI SPESA E FISCALI L'AUMENTO DELLA SPESA PER PENSIONI, NONCHÉ L'INCREMENTO DEI COSTI, PORTEREBBERO IL DEBITO PUBBLICO A CIRCA IL 180% DEL PIL ENTRO IL 2040. L'ITALIA SAREBBE SEMPRE PIÙ VULNERABILE AGLI CHOC DI BILANCIO E…”


     
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    Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “La Stampa”

     

    GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

    L'Italia è stata resiliente, ha resistito bene alle crisi recenti. Una forte risposta di politica fiscale, una maggiore competitività e una migliore salute del settore bancario hanno infatti sostenuto la crescita negli ultimi anni. Ma adesso il Paese sta di nuovo rallentando - il Pil quest'anno crescerà appena dello 0,7% (e dell'1,2 nel 2025), avverte l'Ocse nel suo ultimo rapporto sulla situazione economica dell'Italia – di fronte ad un debito pubblico che resta sempre molto altro (il terzo più alto di tutta l'area Ocse, al 140% del Pil) e all'aumento dei costi legati all'invecchiamento della popolazione, servono dei correttivi seri.

     

    ocse ocse

    In un contesto di «irrigidimento delle condizioni finanziarie» occorre mettere in campo «un consolidamento fiscale costante nell'arco di diversi anni» per riportare il debito su un percorso «più prudente», agendo anche sulle tasse […]. In particolare «lo spostamento dell'imposizione dal lavoro alle successioni e ai beni immobili», in pratica quella tassa sui patrimoni che tanto ha fatto discutere la politica nei giorni scorsi, secondo l'Ocse «renderebbe il mix fiscale più favorevole alla crescita, consentendo al contempo di incrementare le entrate».

     

    Oltre questo è poi necessario «contrastare con fermezza l'evasione fiscale» anche continuando a promuovere l'uso dei pagamenti digitali e invertendo l'aumento del massimale per le operazioni in contanti.

     

    DEBITO PUBBLICO ITALIANO DEBITO PUBBLICO ITALIANO

    Sul fronte della previdenza, […] come prima cose occorre ridurre la generosità degli assegni per le famiglie a reddito elevato, quindi «gradualmente» andrebbero eliminati i regimi di pensionamento anticipato, come già fatto con Quota 100. Nel breve termine, sarebbe poi opportuno mantenere la parziale de-indicizzazione delle pensioni elevate per poi sostituirla nel medio termine con un'imposta sulle pensioni elevate, che non siano correlate ai contributi pensionistici versati.

     

    […] «In assenza di variazioni delle politiche di spesa e fiscali - è il monito che lancia l'Ocse al nostro Paese - l'aumento della spesa per pensioni, sanità e assistenza di lungo termine, nonché l'incremento dei costi del servizio del debito, porterebbero il debito pubblico a circa il 180% del Pil entro il 2040 e continuerebbero ad aumentare rapidamente in seguito. Tale aumento renderebbe l'Italia sempre più vulnerabile agli choc di bilancio e comporterebbe probabilmente un ulteriore incremento del premio di rischio sul debito pubblico».

     

    ITALIA - GLI INTERESSI PASSIVI SUL DEBITO PUBBLICO ITALIA - GLI INTERESSI PASSIVI SUL DEBITO PUBBLICO

    Anche sul fronte della crescita, […] all'Italia è richiesto un cambio di passo. In questo caso il suggerimento è quello di rilanciare gli interventi che possono servire ad aumentare la produttività, rimasta stagnante nell'ultimo decennio, sia facendo leva sulle riforme, a partire da quella della giustizia, sia accelerando l'attuazione di piani di investimento pubblico.

     

    Per agevolare l'ingresso sul mercato da parte di nuove imprese e incrementare la concorrenza, secondo il rapporto Ocse è inoltre necessario ridurre le barriere normative che ostacolano la concorrenza nel settore dei servizi. E poi risulta «essenziale» anche un aumento dei livelli di occupazione.

    «Il tasso di occupazione nel Paese è tra i più bassi dell'Ocse, a causa dell'elevata disoccupazione giovanile e della scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro», mette in evidenza lo studio.

     

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    […] Bisognerebbe infine porre la dovuta attenzione all'attuazione del Pnrr per evitare che ritardi nella sua realizzazione penalizzino ulteriormente la crescita: per questo - rileva da ultimo l'Ocse - sarebbe opportuno «riorientare il Pnrr verso progetti di investimento di grande entità e gestiti a livello centrale che possono essere realizzati, come stabilito dalla revisione del Piano».

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