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    ABBASSO “LA SQUOLA” - L’ITALIA E’ AI PRIMI POSTI IN EUROPA PER ABBANDONO SCOLASTICO, PEGGIO DI NOI SOLO SPAGNA, MALTA E ROMANIA - E’ IL FALLIMENTO DEL SISTEMA SCOLASTICO CHE MOLLA AL LORO DESTINO I RAGAZZI CHE VENGONO DA CONTESTI DISAGIATI E LI CONSEGNA ALL’IGNORANZA E ALLA POVERTA’


     
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    IGNORANZA IGNORANZA

    Marino Niola per “Il Venerdì- la Repubblica”

     

    Negli ultimi dieci anni quasi due milioni di studenti hanno lasciato la scuola secondaria. A dirlo è un rapporto appena pubblicato su Tuttoscuola, noto periodico d' informazione educativa. Che a questo dato scoraggiante aggiunge altre cifre non meno preoccupanti.

    Come la classifica degli abbandoni scolastici che vede l'Italia ai primi posti tra i paesi Ue. Peggio di noi stanno solo Spagna, Malta e Romania.

     

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    Così, nella società della conoscenza, una parte del Paese sprofonda nell'ignoranza. Con una perdita di competenza e di competitività i cui danni ricadono sull'intera collettività. Gli esperti sono unanimi nell' evidenziare una connessione diretta tra la "mortalità" scolastica e l'occupazione giovanile. Che nel nostro Paese è tra le più basse d' Europa, specie per quei ragazzi che si sono fermati alla licenza media.

     

    Il loro tasso occupazionale non arriva al 9 per cento, contro uno standard europeo che tocca il 20. Non a caso va meglio per i diplomati di scuola superiore che sfiorano il 25 per cento. Ma siamo in ogni caso lontani dagli altri Paesi dell' Unione, dove i diplomati che trovano lavoro sono circa il doppio dei nostri.

     

    Oltretutto per i minori che hanno disertato le aule, il rischio povertà ed esclusione sociale è quasi una certezza. Insomma, se la scuola è il passaporto per muoversi nel futuro, il nostro Paese sta creando una schiera di persone condannate all'immobilità sociale. Sudditi, più che cittadini.

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    Destinati a ripercorrere i passi delle famiglie di origine. La condizione di queste vittime predestinate rivela il fallimento delle politiche educative. Perché, diceva Don Milani, se si perdono i ragazzi più svantaggiati la scuola non è scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati.

     

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