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    SIKH TRANSIT GLORIA MUNDI - LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE SUGLI IMMIGRATI CHE 'DEVONO RISPETTARE I VALORI DEL PAESE CHE LI OSPITA’ FA PARTIRE LA STRUMENTALIZZAZIONE SFRENATA - MA IL CASO ERA SEMPLICE: UN SIKH CHE GIRAVA CON IL COLTELLO RICURVO IN TASCA. NELLA SUA RELIGIONE È SIMBOLO DI PACE, DA NOI UN REATO


     
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    MASSIMO GRAMELLINI MASSIMO GRAMELLINI

    1. SIKH TRANSIT GLORIA MUNDI

    Massimo Gramellini per il Corriere della Sera

     

    La Cassazione ha sentenziato che un Sikh non può girare per le strade di Goito con un pugnale ricurvo nei pantaloni. Per la sua religione si tratta di un simbolo di pace, ma uno straniero «ha l' obbligo di conformarsi ai valori del Paese che lo accoglie, anche se sono difformi da quelli del Paese da cui proviene». Così si è espressa la Suprema Corte. Io invece mi ostino a pensare che l' ospite di una democrazia non abbia l' obbligo di conformarsi ai suoi valori, ma di rispettarne le leggi.

     

    sikh con il coltello sikh con il coltello

    Se indossando il pugnale d' ordinanza quel Sikh ha violato la legge italiana, è giusto che venga punito. Così come andrebbero puniti, e con ben maggiore ostinazione, quei disgraziati che mandano i bambini a chiedere l' elemosina o che segregano le donne in casa pur di non esporle alla contaminazione oftalmica degli infedeli. Ma non per una questione di «valori», concetto tanto impegnativo quanto indefinito, ma perché nel nostro ordinamento quei comportamenti configurano dei reati: sfruttamento di minore e sequestro di persona.

     

    I valori e le leggi non sono la stessa cosa.

    Le seconde si ispirano ai primi, ma in una democrazia non vi si sovrappongono completamente. Esiste uno spazio in cui usi e costumi debbono potersi esprimere in libertà, a condizione che non interferiscano con quella degli altri. Ciò che trasforma l' accoglienza in resa incondizionata non è la mancata osservazione dei nostri costumi, ma il mancato rispetto delle nostre leggi. Un «valore», l' impunità, che spesso accomuna stranieri e italiani .

    i sikh amano le lame i sikh amano le lame

     

     

    2. I MIGRANTI RISPETTINO I NOSTRI VALORI»

    Ilaria Sacchettoni per il Corriere della Sera

     

    Con una sentenza che già divide gli entusiasti dai perplessi, i giudici della Cassazione stabiliscono dei parametri all' integrazione: la rinuncia da parte degli immigrati ai propri simboli religiosi o culturali se in contrasto con la tutela della sicurezza.

     

    Respingendo l' istanza di un indiano sikh di Mantova a girare con il kirpan (coltello di circa 18 centimetri) infilato nella cintura, i togati sottolineano: «Intollerabile che l' attaccamento ai propri valori, seppure leciti secondo le leggi vigenti nel Paese di provenienza, porti alla violazione cosciente di quelli della società ospitante». E ancora: «La società multietnica è una necessità, ma non può portare alla formazione di arcipelaghi culturali confliggenti a seconda delle etnie che la compongono».

    coltello cerimoniale dei sikh coltello cerimoniale dei sikh

     

     Specie, dicono, se quegli «arcipelaghi» sono in contrasto con il bene collettivo della sicurezza pubblica. Il Sikh mantovano dovrà dunque scendere a patti con le proprie abitudini nel rispetto della nostra normativa che «individua la sicurezza pubblica come un bene da tutelare e a tal fine pone il divieto del porto d' armi e di oggetti atti a offendere».

    coltello cerimoniale dei sikh coltello cerimoniale dei sikh

     

    E qui la Cassazione porta anche argomenti della giurisprudenza europea: «Nello stesso senso - scrive - si muove anche l' articolo 9 della Convenzione europea dei diritti dell' uomo che stabilisce che "la libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo può essere oggetto di quelle sole restrizioni che, stabilite per legge, costituiscono misure necessarie in una società democratica, per la protezione dell' ordine pubblico, della salute o della morale pubblica o per la protezione dei diritti e della libertà altrui"».

     

    i sikh amano le lame i sikh amano le lame

    Non sarebbe la prima volta, affermano i togati, che lo Stato limita la libertà di manifestare una religione «se l' uso di quella libertà ostacola l' obiettivo perseguito di tutela dei diritti e delle libertà altrui, l' ordine pubblico e la sicurezza pubblica». Applaude Luca Zaia (Lega). Per Mara Carfagna (FI): «Chi sceglie l' Italia deve integrarsi, rispettando non solo le nostre leggi, ma anche i nostri valori, la nostra cultura e le nostre tradizioni».

    emanuele fiano emanuele fiano

     

    Mentre per Emanuele Fiano (Pd): «È una sentenza da non usare come una clava». «La sentenza è molto equilibrata», sottolinea Giancarlo Perego direttore di Migrantes, fondazione della Cei, «e sottolinea anche il valore di diversità e multiculturalità e la necessità di un cammino di integrazione degli immigrati. Ora, però, la politica non strumentalizzi».

    mara carfagna ballaro mara carfagna ballaro

     

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