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    CAPITALISTI COI CAPITALI (DEGLI ALTRI) - LUIGI ABETE: LA GUARDIA DI FINANZA INDAGA SUL FINANZIAMENTO DA PARTE DI BNL (DI CUI È PRESIDENTE) DEI CINECITTÀ STUDIOS (DI CUI È AZIONISTA) - IN PARTICOLARE, UN PRESTITO DA 15 MILIONI CONCESSO IN SOLE 7 ORE - UN DIRIGENTE AL TELEFONO: ‘TI RENDI CONTO? HO FATTO DELIBERARE TUTTO IN 7 ORE. CIOÈ, NON ESISTE, DI SOLITO CI VOGLIONO 7 MESI…’


     
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    Da www.affaritaliani.it

     

    Luigi Abete e le pressioni per far finanziare da BNL, di cui è presidente, l'acquisto di una sua azienda, Cinecittà Studios. A raccontare la vicenda è un'inchiesta della Guardia di Finanza (Abete non è indagato) coordinata dalla Procura di Bari. E' possibile ottenere da una banca un prestito da 15 milioni di euro in 7 ore? Sì, soprattutto se si è i presidenti di quella banca, scrive Repubblica. L'indagine nasce per caso ascoltando al telefono un dirigente della banca Giuseppe Pignataro, ora interdetto dai magistrati pugliesi per il suo comportamento nella questione delle Ferrovie Sud Est.

     

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    Il 30 giugno 2017 Pignataro riceve una telefonata di Luigi Abete: si parla della vendita all'Istituto Luce di un ramo di azienda di Cinecittà Studios, società partecipata da Italian Entertainment Group Spa, riconducibile ad Abete. Per procedere al finanziamento, che è previsto dal decreto milleproroghe, l'Istituto Luce ha chiesto un anticipo alla BNL, proprio la banca che ha in pegno il capitale sociale di Cinecittà Studios. Come spiega ancora Repubblica, la società di Abete, infatti, è in crisi ed è esposta proprio con la banca BNL. In sostanza, quindi, BNL dovrebbe finanziare Istituto Luce per rientrare di un proprio credito con l'azienda del suo presidente.

     

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    Un pasticcio, tanto che fino alla mattina del 30 giugno la burocrazia della banca fa resistenza, non procedendo a deliberare il finanziamento. Si vuole procedere con prudenza per un potenziale conflitto di interessi. Esiste poi anche un secondo problema sulla natura dell'operazione, visto che il finanziamento c'è, ma manca il decreto attuativo che di fatto lo concede. Pignataro inizia però una serie di telefonate con i dirigenti della banca, una trentina almeno, fatte tutte in un pomeriggio, per cercare di sbloccare l'operazione. Cosa che alla fine gli riesce.

     

    "Ti rendi conto? In sette ore ho fatto deliberare tutto", dice la sera al telefono con un amico. "E tu sai cosa significa da noi deliberare in 7 ore, no? cioè, non esiste ci vogliono sette mesi anche per pratiche semplici. Un'operazione da quindici milioni, eh! (...) Praticamente ho smosso mezza banca, per non dire tutta la banca. Se andava a Parigi erano cazzi!". Bnp Paribas ha acquisito la banca nel 2006, spiega Repubblica. Quando l'a.d. di Bnl Andrea Munari viene a conoscenza dell'operazione non la prende bene e chiede una relazione dettagliatissima. "Le procedure interne sono state regolari e sono stati rispettati tutti i nostri protocolli interni", fanno sapere ora da Bnl.

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