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    COME SI DICE PARACULI IN FRANCESE? PARIGI TORNA ALLA CARICA SUI CANTIERI “STX”, TANTO CARI A MACRON, MA ORMAI DELLA FINCANTIERI. E COME MERCE DI SCAMBIO OFFRE QUOTE INCROCIATE NELLE NAVI MILITARI – IN REALTA’, PUNTANO ALLE COMMESSE DI FINCANTIERI IN GIRO NEL MONDO SENZA DARE NULLA IN CAMBIO: SONO UNA POTENZA NUCLEARE E NON CONDIVIDERANNO LA TECNOLOGIA


     
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    Francesca Pierantozzi per il Messaggero

     

    FINCANTIERI MONFALCONE FINCANTIERI MONFALCONE

    L’importante è stabilire una rotta oggi, per arrivare almeno con una “dichiarazione d’intenti” il 27 settembre al vertice bilaterale di Lione e approdare, se tutto va come deve andare, a Saint Nazaire con un accordo su Stx, magari entro la fine dell’anno. Oggi il ministro dell’Economia francese Bruno le Maire è a Roma.

     

    Porta ai colleghi Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda una serie di proposte per un nuovo patto tra Italia e Francia sullo sbarco di Fincantieri a Saint Nazaire: l’allargamento del patto a una joint venture sul militare, con una cooperazione estesa all’export, e partecipazioni incrociate che possano sfociare in nuovi equilibri azionari. Gli italiani si aspettano proposte concrete e «valutabili», non un «contentino» dunque, ma un patto che possa ricucire lo strappo aperto da Emmanuel Macron a fine maggio, quando ha deciso di nazionalizzare i cantieri e di riscrivere l’accordo sottoscritto da Hollande che dava agli italiani il controllo del capitale di Stx France in precedenza detenuto dai coreani.

     

    macron stx macron stx

    Da allora le posizioni sono note: Fincantieri vuole la maggioranza del capitale per decidere e gestire la politica industriale del sito, i francesi vogliono un capitale spartito a metà, per non cedere un sito considerato «strategico». La situazione di stallo potrebbe cominciare a sbloccarsi oggi. Le Maire proporrà di sicuro agli italiani di estendere il patto al militare. La proposta non è nuova, all’idea ci lavorano da più di un anno l’ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, e il suo collega Hervé Guillou, presidente del gruppo di cantieristica militare francese Naval Group (ex Dcns).

    BRUNO LE MAIRE PADOAN BRUNO LE MAIRE PADOAN

     

    IL PROGETTO

    In base al vecchio accordo raggiunto dalla Francia di Hollande con Fincantieri, Naval Group (partecipata dello Stato e dal gruppo Thales) avrebbbe il 12 per cento del capitale di Stx. Il nuovo patto potrebbe prevedere partecipazioni incrociate Fincantieri-Naval Group, con la possibilità di nuovi equilibri azionari che di recente il gruppo di Trieste non ha escluso. E’ il famoso «montage» cui hanno lavorato durante l’estate i francesi e che fino a oggi si è rivelato una quadratura del cerchio: garantire a Fincantieri il controllo di Stx senza però cedere su un capitale spartito a metà, fifty-fifty Francia-Italia.

     

    cantieri stx cantieri stx

    Gli italiani hanno già fatto sapere che si aspettano di più, che il controllo sulla nomina del presidente del consiglio di amministrazione e del direttore generale non è sufficiente. Perchè si sta parlando della gestione di nuovi asset industriali. I francesi da parte loro vogliono chiudere, ma senza dare l’impressione di fare marcia indietro. La nazionalizzazione è da subito stata definita «temporanea». Anche la direzione e i lavoratori di Saint Nazaire sono preoccupati, non credono a uno Stato azionista al centro per cento, non vedono altri acquirenti all’orizzonte e spingono per una soluzione «durevole».

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    Sul tavolo oggi i francesi metteranno la creazione di quell’”Airbus dei mari” che sognano Bono e Guillou. La ministra della Difesa Florence Parly ha preparato il terreno qualche giorno fa evocando «il grande interesse di una cooperazione tra Francia e Italia in questo settore». I francesi sono pronti a rinunciare alla concezione della nuova unità di supporto logistico per la loro Marina nazionale e ad adottare l’ultimo modello della flotta italiana, che sarà varato nel 2019. Un interesse confermato dalla ministra Pinotti.

    cena di finanziamento del pd a roma giuseppe bono cena di finanziamento del pd a roma giuseppe bono

     

    Alla cooperazione militare già esistente, i francesi dovrebbero aggiungere l’acquisto congiunto di componentistica, lo sviluppo di nuovi modelli, la mutualizzazione delle capacità industriale e offerte commerciali comuni all’export. Ma non è detto che questo basterà a convincere Roma. Perché anche in un progetto più ampio il controllo di Stx, si dice, non può essere in discussione. 

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