Federico Berni per il “Corriere della Sera”
selfie sexy adolescenti
Due foto davanti allo specchio. Lei senza vestiti. Ha solo 12 anni. La stessa età di chi quegli scatti li ha ricevuti sul telefonino. La ragazzina ha inviato i selfie a un amico via Instagram, con la modalità della «singola visualizzazione» così da essere sicura che fossero subito cancellati. Il coetaneo però ha aggirato il sistema e li ha diffusi tra i compagni, provocando il solito effetto a catena, di cellulare in cellulare.
È successo tra ragazzini di una scuola media di Monza e ora la polizia del capoluogo brianzolo ha avviato un' indagine, proprio come fosse un caso di «revenge porn» tra adulti. Il fatto, secondo quanto confermato da fonti investigative, è stato denunciato ieri dalla madre 47enne dell' alunna negli uffici della Questura di Monza. Da quanto ricostruito, le fotografie sono state scattate alcuni mesi fa, maggio o giugno. Ma solo negli ultimi giorni sarebbero state diffuse tra compagni di scuola.
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Le prime ad avvertire la ragazzina dello scambio di quegli scatti sono state le sue compagne di classe. Le hanno suggerito di rivolgersi agli insegnanti, cosa che la dodicenne ha subito fatto. La scuola ha chiamato la madre che ha chiesto l' intervento della polizia.
Le fotografie, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, sono state inviate attraverso il social network Instagram, con la modalità della «singola visualizzazione». Vale a dire: appena viste le immagini vengono autoeliminate dalla piattaforma. La dodicenne, quindi, le ha mandate all' amico convinta che non avrebbero mai potuto essere riprodotte altrove.
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Il destinatario, tuttavia, ha aggirato il sistema, probabilmente fotografando con un altro dispositivo le immagini ricevute. Se avesse fatto infatti uno «screenshot» - l' istantanea della schermata, ndr -, sarebbe stata infatti inviata una notifica al mittente del messaggio temporaneo (in questo caso la foto, ma anche testo o video).
Dopo qualche mese quelle immagini hanno cominciato a circolare sugli schermi dello smartphone di altri minorenni. L' indagine probabilmente coinvolgerà anche gli specialisti della polizia postale per capire su quanti telefoni - e di chi - quelle foto sono passate. Sotto il profilo penale si pone certamente il problema dell' imputabilità del ragazzino che le ha diffuse, vista la giovanissima età. Ma ora la sua famiglia, così come quelle di chi eventualmente ha concorso a diffondere lo scatto, dovrà affrontare oltre al problema educativo privato anche le spese legali e l' eventuale richiesta di risarcimento.
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«Ogni volta che inviamo una fotografia, o la pubblichiamo in Internet, perdiamo il controllo della stessa», avvertono gli esperti della polizia che anche in questa occasione lanciano un invito al corretto utilizzo delle immagini e al controllo dei comportamenti dei più giovani.
Secondo skuola.net il 24 per cento dei ragazzi tra i 13 e i 18 anni ha scambiato foto intime con partner e amici usando social network e chat.
il sexting diffusissimo fra adolescenti SESSO SMARTPHONE