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    1. FINO AL 1999, SOLO IL 21% DEGLI AMERICANI AVEVA IN CASA UN “TATUATO”. OGGI È SALITO AL 40%. E LE DONNE TATUATE SONO DOMINANTI. FENOMENO CHE NON SAREBBE STATO POSSIBILE SENZA “SUICIDEGIRLS”, IL SITO NATO IL 3 SETTEMBRE 2001 CON FOTO DI PIN-UP NUDE MA DIVERSE DAL SOLITO, CHE PROPONEVANO MODELLI FEMMINILI ALTERNATIVI, STILE PUNK 2. LA FONDATRICE SELENA MOONEY, A.K.A. “MISSY SUICIDE” RACCONTA: “NEL 2001 ESISTEVANO DUE TIPI DI BELLEZZA: “PLAYBOY CHIC” O “HEROIN CHIC”, SILICONATA ALLA PAMELA ANDERSON O SCHELETRICA COME KATE MOSS. LO TROVAVO FOLLE. CONOSCEVO TANTE RAGAZZE MOLTO PIÙ BELLE DI LORO. SCATTAI DELLE FOTO ALLE AMICHE E DA LÌ PARTÌ TUTTO” 4. FU UNA DELLE PRIME “ONLINE COMMUNITY”, CHE ANTICIPAVA “MYSPACE” E “FACEBOOK”. OGGI HANNO 15 MILIONI DI FOLLOWER SUI SOCIAL E FANNO UN TOUR BURLESQUE IN EUROPA


     
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    Fino al 1999, solo il 21% degli americani aveva in casa un “tatuato”. Oggi è salito al 40%. Non servono le statistiche per convincersi del fenomeno, basta guardarsi intorno: le donne tatuate sono mainstream. Non sarebbe stato possibile senza “SuicideGirls”, il sito nato il 3 settembre 2001 con foto di pin-up nude ma diverse dal solito, che proponevano modelli femminili alternativi. Fu anche una delle prime “online community”, che anticipava “MySpace” e “Facebook”.

     

    Il sito fu co-fondato a Portland da Selena Mooney, a.k.a. “Missy Suicide” e Sean Suhl, ispirandosi per il nome a un romanzo di Chuck Palahniuk. Racconta Missy Suicide: «Si tratta di ragazze che commettono un suicidio sociale, che scelgono cioè di non rientrare nei canoni ufficiali. Non siamo più ai tempi in cui il sottogenere di musica che ascolti, definisce la tua identità».

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    Dall’inizio il fenomeno è cresciuto in maniera esponenziale. Il sito oggi fa interviste alle celebrità, conta quasi tremila “suicide girls”, è diventato un marchio di dvd, fumetti, videogame. Ha 15 milioni di follower sui social media: «Nel 2001 esistevano due tipi di bellezza: “Playboy chic” o “Heroin chic”, siliconata alla Pamela Anderson o scheletrica come Kate Moss. Lo trovavo folle. Conoscevo tante ragazze molto più belle di loro. Scattai delle foto alle amiche e da lì partì tutto».

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    Oggi si uniscono al gruppo tante modelle. Si iscrivono al sito, mandano foto, partecipano alle discussioni, ricevono feedback, e quando diventano “rosa” sull’account significa che sono pronte per il contratto. Vengono chiamate nei film, nel video, agli eventi tipo “Comic-Con”.

     

    Aggiunge Missy: «Abbiamo un’etica in ogni cosa che facciamo. Non c‘è nessuno che come noi celebra la bellezza femminile con questo senso cameratesco». Le “SuicideGirls” attualmente si stanno dedicando a un tour burlesque chiamato “Blackheart Burlesque”, che vede un numero alla “Donnie Darko” (con le ragazze-coniglio), uno alla “Star Wars” e un altro in stile “Pianeta delle Scimmie”. A gennaio sbarcano a Londra, e anche la Finlandia se ne sta innamorando.

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