PAOLO ISOTTA
Estratto dell’articolo di Paolo Isotta per “il Fatto Quotidiano”
GIOACCHINO ROSSINI
L' ultima importante composizione di Rossini è del 1863: si tratta di una grandiosa Messa ch' egli, col gusto per l' antifrasi e l' ironia verso se stesso durato tutta la vita, intitola Petite Messe Solennelle.
1863: cinque anni prima della morte, che fu centocinquant' anni fa, nel 1868. Vi si riconosce la nota somma mano e a un tempo ci s' inoltra in una terra incognita. C' è il dominio del contrappunto dello studioso di Bach; ci sono le armonie di Liszt, Wagner e Franck inserite nel tessuto del suo stile con tali finitura e levigatura da lasciare chi intende quasi sgomento.
(…) Al 1829 risale l' ultimo capolavoro di Gioacchino per il teatro; quei trentaquattro anni sono occupati da una crisi fisica e psichica spaventosa; da una sola opera "grande", lo Stabat Mater, scritto fra il 1831 e il 1841; e da studio profondo, riflessione, letture. Poi, da generosità, accoglienza, motti di spirito.
"Il Barbiere di Siviglia" all'Opera di Roma
(…) Quando il Maestro, la musica del quale a Vienna faceva fanatismo, fece visita a Beethoven, questi gli disse sprezzantemente che facesse "solo Barbiere".
Non aveva voluto interessarsi delle Tragedie che Rossini scrisse fra il 1812 e il 1822: alcune con un pathos drammatico quasi insostenibile. Né voleva sapere che già nel 1816 Gioacchino si metteva al pianoforte ed eseguiva alcune Sonate di Ludwig. Quanti altri in Italia le conoscevano e, soprattutto, ne comprendevano l' ineguagliabile altezza?
il barbiere di siviglia di michieletto a parigi
Nel 1810 Rossini aveva diciott' anni; e aveva incominciato a comporre a dodici. Fra il 1810 e il 1829 scrive trentasette Opere. Di queste, tredici sono comiche, tre di "mezzo carattere"; una, Le comte Ory, è una scettica Commedia in costume (…).
Venti sono Opere tragiche. Rossini vi si dedica con un impegno formale ed espressivo assoluto; a onta del passaggio di brani da un' Opera all' altra, che era prassi diffusa sin da Bach e Händel.
GIOACCHINO ROSSINI
Vi è il Tancredi, che incantò Goethe e da lui venne definito "favola boschereccia", con ciò genialmente ascritto all' ethos pittorico di Poussin. Vi è l' Otello, la prima Tragedia musicale della storia tratta da Shakespeare. (…)
V' è la colossale Semiramide, con la quale il Maestro chiude la carriera italiana. Di questo complesso, dieci vennero create per Napoli. Il soggiorno napoletano, dal 1815 al 1822, durante il quale egli scrisse venti delle sue Opere, fu la rivelazione di Rossini a se stesso, e durante il suo corso avvenne l' incomparabile crescita artistica e culturale.
Non voglio certo sottovalutare la creazione comica del genio. Il barbiere di Siviglia, che travolse l' epoca sua, si innalza dalla categoria del Comico alla spietata osservazione psicologica dell' uomo e della società. In ciò si affianca a Mozart.
(…)
MOZART 2
Il teatro tragico di Rossini, che rappresenta per lui un impegno intellettuale e uno scavo creativo, per quanto giunga a culmini drammatici, s' ispira alla poetica del Bello Ideale, di matrice classica e neoclassica.
(…) La Forma ha da avere il predominio. Si capisce che, dopo la prima rivoluzione teatrale di Hugo e Dumas, egli passasse di moda; da vero classico, mira a rappresentare il sentimento in sé più che caratteri individuali; e, accanto a pezzi di forte drammaticità, ne pone sempre altri che sono bellezza astratta. Ma con le tre Tragedie francesi, culminanti nel Tell, egli apre anche la strada all' Opera romantica.
BEETHOVEN 3
E si giunge al "silenzio". Carattere sommamente aristocratico, ne spiega ironicamente la causa. Ma la prima delle vere cause è la terribile depressione che in un giovane di trentasei anni scoppia per aver egli logorato oltre ogni misura umana psiche e fisico in uno sforzo creativo concentrato in un tempo ristretto.
Johann Sebastian Bach
E la seconda non è stata ancora capita. Rossini parla di una "filosofica mia determinazione". Era troppo intelligente, troppo colto, troppo artista. I suoi ideali erano Bach, Haydn, Mozart, Beethoven. Sentiva di continuo il loro confronto. Sapeva che, per quanto alto fosse il suo genio, non li avrebbe raggiunti.
(…) Piuttosto che comporre qualcosa che, al solo suo giudizio, sarebbe suonato mediocre, preferì tacere per sempre. E tacere anche su questo. Ma una volta disse: "Mozart è stato la gioia della mia fanciullezza, la disperazione della mia maturità, la consolazione della mia vecchiaia". In Francia, l' abbonamento numero 1 dell' edizione delle Opere Complete di Bach era di Rossini.