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    “VENDO I MIEI SCANDALI” - 25 ANNI DOPO LA SUA STESURA ESCE IL LIBRO CON LE MEMORIE DI AVA GARDNER: “FECI CORNUTO FRANK SINATRA CON UN TORERO”


     
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    Carlo Antonio Biscotto per "Il Fatto quotidiano"

    AVA GARDNERAVA GARDNER

    Nel gennaio del 1988 Ava Gardner, devastata dall'alcol, dalle sigarette e colpita da un ictus, su consiglio di Dirk Bogarde e del cineasta Michael Winner, mandò a chiamare il giornalista inglese Peter Evans, già autore di una discussa biografia di Onassis, pregandolo di raccogliere le sue memorie.

    "Sono praticamente al verde", gli disse. "Non mi resta che scrivere un libro o vendere i gioielli. Ai miei gioielli sono molto affezionata e poi sono certa che i miei vizi e i miei scandali si vendano meglio delle pietre preziose".

    Peter, che era stato svegliato dalla telefonata alle 3 del mattino, per rincuorarla le disse che "era stata il più bell'animale del mondo". "Sì, 30 fottutissimi anni fa", rispose Ava. "Sarei una gran bugiarda se dicessi che la bellezza conta poco. Conta, altro che se conta! Era la sola cosa che avevo. Ora non mi rimane altro che sentire la mancanza della mia giovinezza e di quel bastardo di Frank".

    AVA GARDNERAVA GARDNER

    Ava Gardner morì di polmonite nel gennaio del 1990 e in quei due anni Peter Evans raccolse le sue confessioni incontrandola molte volte nel suo appartamento londinese. Ava era rimasta parzialmente paralizzata, ma le sue facoltà intellettive erano intatte. Si raccontò con estrema franchezza e Peter Evans scrisse un libro che solo alla fine di luglio di quest'anno è stato finalmente pubblicato negli Stati Uniti con il titolo Ava Gardner: The Secret Conversations.

    Il libro è una miniera di indiscrezioni, confessioni, ammissioni. Ava era nata nel 1922 nella Carolina del Nord ed era stata scoperta da un talent scout nel 1941. La sua era una famiglia povera e Ava aveva a malapena imparato a leggere e a scrivere, ma sua madre sapeva che sarebbe diventata una diva del cinema. E lo sapeva anche Ava: "Non ero scema. Sapevo che il mio fisico mi avrebbe aperto le porte di Hollywood".

    AVA GARDNERAVA GARDNER

    NEL 1942 divenne la moglie di Mickey Rooney e qui arriva la prima rivelazione: "Quando lo sposai avevo 19 anni ed ero vergine. Be', debbo dire che mi sono rifatta abbondantemente in seguito. Mickey era un donnaiolo impenitente e mi tradì persino quando ero in ospedale per sottopormi ad una appendicectomia. Le donne dinanzi a lui si scioglievano come il burro attraversato da un coltello caldo. Lana Turner, che era stata a letto con lui, lo chiamava ‘Sempreduro' e non aveva tutti i torti".

    AVA GARDNERAVA GARDNER

    Lo aveva conosciuto a 18 anni ad un provino della MGM. Il piccoletto appena la vide, le si parò dinanzi dal basso del suo metro e mezzo di statura e le disse: "Appena ti ho visto ho avuto voglia di fare l'amore con te". Ava era una bambina e rimase scioccata: "Non sapevo ancora che era il maschio alfa del branco... uno che scopava tutto quello che si muoveva". Ben presto Ava Gardner divenne una delle "prede" più ambite dei dongiovanni di Hollywood.

    Dopo il divorzio da Mickey Rooney, ebbe una chiacchierata relazione con lo stravagante miliardario Howard Hughes: "Non l'ho mai amato. Ammetto che è stato molto generoso e gli sono grata per aver pagato le cure mediche a mia madre quando si ammalò. Ma era un maledetto razzista. Se un nero avesse preso fuoco non gli avrebbe nemmeno pisciato addosso per spegnere le fiamme".

    AVA GARDNERAVA GARDNER

    NEL 1945 altro matrimonio, stavolta con Artie Shaw che per lei aveva lasciato la moglie: "Un vero maschione; non faceva che sbattermi sul letto". Ma già allora il destino di Ava sembrava segnato: fumava tre pacchetti di sigarette al giorno, era quasi sempre ubriaca e si sentiva talmente insicura rispetto al marito da decidere di sottoporsi ad un test per misurare il quoziente di intelligenza: "Arty mi aveva convinto che ero completamente idiota.

    Certo non ero un genio, ma il mio QI era abbastanza alto". Artie Shaw la lasciò per un'altra donna dopo appena un anno di matrimonio. "Quel bastardo, mi spezzò il cuore. Certo nella mia vita sentimentale c'è stata una costante: ho sempre scelto l'uomo sbagliato nel momento sbagliato".

    FRANK SINATRAFRANK SINATRA

    Sapeva di non essere una grande attrice e nel libro non ne fa mistero: "In sala montaggio erano costretti a tagliare un bel po' di scene. Forse ne avrebbero dovute tagliare di più. Però bucavo lo schermo e gli uomini mi adoravano. Almeno era quello che mi dicevano". Nel 1951 sposò Frank Sinatra, da lei definito nel libro "l'unico vero amore della mia vita". Il loro rapporto fu tempestoso. L'amica Lana Turner, che aveva avuto una storia con Sinatra, cercò di dissuaderla, ma Ava non le dette ascolto: "Ci sono passata, tesoro - mi disse - lascia perdere. Avrei dovuto seguire il suo consiglio".

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    Il loro matrimonio fu una serie ininterrotta di sbronze, liti, insulti, percosse. Ma fu anche una straordinaria, leggendaria storia d'amore e di amicizia. Frank infatti le rimase amico, la protesse fino alla morte e la aiutò finanziariamente. Grazie all'aiuto di Frank - e forse per rispettare un suo desiderio - Ava Gardner non fece pubblicare il libro. Quando Ava parla di Frank Sinatra lo fa sempre con affetto e commozione: "Ci provai a fare la brava mogliettina, ma credo non fosse roba per me. Frank era un sentimentale. Non ha mai dimenticato un mio compleanno".

    Il loro primo anno fu tremendo. Frank Sinatra era in attesa del divorzio e "Nancy lo rivoltò come un calzino. Gli tolse fino all'ultimo centesimo. In fondo la capivo. Era furiosa come sarei stata anche io al suo posto".

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    In quel periodo Ava andò a girare un film in Spagna. Il suo partner era il torero Mario Cabré. "Ero ubriaca e ci finii a letto. Era carino, ma fu un terribile errore. E ancora più stupido fu raccontarlo a Frank. Non mi perdonò mai. Ad ogni lite ritirava fuori il fottuto torero. Lo voleva ammazzare. Mi faceva paura anche perché quando Frank si arrabbiava sul serio i suoi occhi da azzurri che erano diventavano neri come il carbone".

    NEL 1957 quando divorziò da Frank Sinatra ne era ancora innamorata. "Il fatto è che io e Frank ci somigliavamo troppo, nel bene e nel male. Una volta mia sorella mi disse: ‘Sei Frank in reggicalze'. Aveva ragione. Ma come si poteva resistere a Frank? Tra le lenzuola era impareggiabile! Mi ha dedicato tante di quelle canzoni che ancora oggi quando le ascolto non posso fare a meno di commuovermi. Le parole spesso le scriveva lui e solo io ne conoscevo davvero il significato".

     

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