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    30 ANNI FA MORIVA ANDY WARHOL E OGGI I MEDICI RIVEDONO IL CASO: NON UNA BANALE CISTIFELLEA MA UN INTERVENTO DIFFICILE SU UN PAZIENTE MOLTO MALATO - ERA DISIDRATATO, NON MANGIAVA E DA QUATTRO ANNI ASSUMEVA UNA DOSE DI 'SPEED' AL GIORNO - L'ASPORTAZIONE DELL'ORGANO ANDO' BENE, IL DECESSO AVVENNE PER FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE


     
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    Blake Gopnik per “New York Times

     

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    Trent’anni fa moriva Andy Warhol, secondo i giornali in seguito ad una operazione di routine alla cistifellea. L’icona pop aveva 58 anni e il dr. John Ryan, chirurgo in pensione, primario emerito al ‘Virginia Hospital‘ di Seattle, rivede la definizione del caso: secondo lui non era un intervento di routine ma un intervento importante su di una persona molto malata.

     

    Si è dedicato a questa ricerca per quattro anni, ha controllato la storia clinica di Warhol e ha capito che il chirurgo che gli fece l’ultima operazione, si trovò davanti una persona che da 15 anni era affetta da quella patologia, la stessa di suo padre. Per almeno un mese, prima del decesso, Warhol era stato malato ma aveva continuato a tenere il suo ritmo estenuante.

     

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    Era terrorizzato dagli ospedali quindi chiese un trattamento che lo lasciasse a casa e per le cure si rivolse al dottor Thorbjarnarson, che seguiva lo scià iraniano. Warhol gli disse: «Se non mi opera, la renderò un uomo ricco». Il medico ignorò le suppliche e tre giorni dopo Andy si ritrovò sul tavolo operatorio del ‘New York Hospital’: la cistifellea era in cancrena, l’organo si spappolò appena rimosso.

     

    Warhol era disidratato ed emaciato perché nell’ultimo mese aveva mangiato poco. Per quattro anni, quotidianamente, aveva assunto una dose di ‘speed’ e soffriva ancora per gli effetti del tentato omicidio del 1968 (quando Valerie Solanas gli sparò). All’epoca era stato dichiarato morto e con 9 organi danneggiati, ebbe fortuna e un chirurgo eccellente.

     

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    L’incidente lo segnò a vita, aveva problemi ad ingoiare, l’addome compromesso, un’ernia. Thorbjarnarson non aveva alternativa, doveva operare. Andò bene. La sera, Warhol era nella sua stanza a fare telefonate, l’infermiera lo controllò alle 4 del mattino e non riscontrò problemi. Due ore dopo lo trovò blu, non rispondeva e fallirono i tentativi di rianimarlo.

     

    warhol sul balcone warhol sul balcone

    L’autopsia concluse che il decesso era avvenuto per ‘fibrillazione ventricolare’. Non è una sorpresa: quando una persona malata si sottopone ad una operazione importante, lo stress del sistema, cuore incluso, può essere fatale. Warhol, ha scoperto il Dr. Ryan, è stato sfortunato, aveva il 4.2% di possibilità di morire. La fortuna era stata battuta nel 1968, stavolta si prese la rivincita.

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