Salvatore Cernuzio per “la Stampa”
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«Prima i dirigenti dell' Asp ci hanno fatto ammalare perché sono andati in giro per ospedali vietandoci di usare le mascherine o mischiandoci loro stessi il coronavirus contratto nei viaggi al Nord, e poi si lamentano che ci siamo messi in malattia?». Lo sfogo è di un infermiere di Crotone che preferisce restare anonimo. È uno dei numerosi medici, infermieri, Oss ed amministrativi che hanno presentato, nei giorni della pandemia, un certificato di malattia, per questo bollati dalla popolazione della provincia della Calabria come «disertori», «Schettino», «bastardi».
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Trecento in totale i certificati in questione: il dato «anomalo» era stato denunciato dal direttore amministrativo dell' Azienda Sanitaria provinciale, Francesco Masciari, facente funzione del commissario straordinario Gilberto Gentili, positivo al test del coronavirus e da due settimane in isolamento domiciliare. Così presentata, la notizia lasciava intuire che, di fondo a questa «diserzione» di massa, ci fosse una sorta di vagabondaggine del personale sanitario crotonese o comunque la paura di finire come i colleghi di Bergamo, infettati e morti per il Covid-19.
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Il caso ha sollevato un putiferio nazionale oltre che un' ondata di accuse e minacce da gran parte dei 180 mila abitanti di Crotone, arrivati pure ad appendere due notti fa sul muro della sede dell' Asp uno striscione con la scritta «300 cani bastardi».
MEDICI SI PROTEGGONO CON I SACCHI DELLA SPAZZATURA IN LOMBARDIA
Incalzato dai sindacati di categoria, tra cui Anaao, Cisl, Fesmed, l' avvocato Masciari ha presto corretto il tiro spiegando che 150 dei 300 erano costituiti da personale non sanitario e che i dirigenti medici coinvolti nel presunto «ammutinamento» sono 33 su un organico di 285. Non solo: dei 33, ci conferma personale dell' Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, più della metà erano già in malattia per patologie pregresse, alcuni sotto chemioterapia, due in gravidanza, in molti usufruiscono dei permessi 104.
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Insomma, ci sono o no questi disertori? «Sì e sono meno di una decina», spiegano dai sindacati, «di loro però non si conosce ancora la motivazione della malattia. Potrebbero essere in quarantena per il Covid-19 e magari mantengono la privacy per non finire nelle black list degli "appestati", come quella che circolava giorni fa su WhatsApp con nomi e cognomi».
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Certo, che su 300 non ci sia un «furbetto» appare improbabile. Lunedì è intervenuta la Guardia di Finanza con un blitz negli uffici della Direzione generale Asp, per sequestrare tutti i certificati medici. «Come in ogni azienda c' è chi lavora e chi no. Ma la verità non è quella presentata da chi, mosso forse dal desiderio di apparire in tv, ha gettato quintali di fango su professionisti che lavorano con abnegazione», tuonano i rappresentanti sindacali. In città, intanto, non si placa l' ondata di indignazione.
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Si parla anche di volantini minacciosi fuori dalle abitazioni. L'onorevole Wanda Ferro annunciato un' interrogazione parlamentare. Medici e infermieri si appellano alle istituzioni perché intervengano per far cessare il «clima intimidatorio».
le foto di medici e infermieri che lottano con il coronavirus 1