Filippo Maria Ricci per la Gazzetta dello Sport
Caos istituzionale, quadro economico molto delicato, indecisione programmatica. Questa la complessa situazione nella quale versa ad oggi il Fútbol Club Barcelona.
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Che mercoledì notte ha confermato le dimissioni irrevocabili di Jordi Mestre, vicepresidente con delega all' area sportiva in carica dal 2010, quando arrivò con l' allora presidente Sandro Rosell, suo grande amico così come l' attuale numero uno blaugrana, Josep Maria Bartomeu. Il presidente perde il suo alleato più forte e prezioso, che se ne va, a sorpresa e senza preavviso, ufficialmente perché è diventato il responsabile degli albergatori di Barcellona ma in realtà per il grave conflitto interno alla dirigenza blaugrana.
Mestre è stanco dei continui attacchi che riceve la sua struttura, guidata da Pep Segura e con l' ex difensore francese Eric Abidal, 39 anni, come uomo di punta, da parte di altri dirigenti che criticano la sua gestione, propensa ai grandi acquisti e molto poco attenta alla cantera, storicamente uno dei valori primari del club catalano. Cantera che tra l' altro è sottoposta proprio in questi giorni a una profonda rivoluzione i cui contorni non sembrano granché chiari. Va ricordato anche che Mestre è il quarto vicepresidente, su sei, che lascia il Barça dal 2015, anno della rielezione di Bartomeu. Le acque blaugrana sono in costante agitazione.
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Si tratta di un brutto colpo per Bartomeu, che deve gestire una delicata situazione economica, con un monte salari esorbitante che si mangia più dell' 80 per cento del fatturato e che è destinato ad esplodere in caso di arrivo simultaneo di Antoine Griezmann e Neymar.
Due nomi intrecciati, per una situazione assai intricata. Andiamo con ordine. Il Barcellona ha raggiunto un accordo con il francese dell' Atletico Madrid nel marzo scorso promettendo, secondo quanto rivelato ieri da Marca, cinque anni di stipendio netto a queste cifre: 18, 18, 21, 23 e 25 milioni.
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Salvo poi scoprire che: 1) Griezmann è persona non grata per gran parte del pubblico per il no dato al Barça via documentario dello scorso anno e il suo arrivo non entusiasma i pezzi grossi dello spogliatoio, Messi in primis, che gli preferiscono l' amicone Neymar.
E 2) A Neymar è venuta una saudade di Barcellona e di Barça incontenibile, tanto da iniziare il movimento di mari e monti per tornare al club col quale si è reciprocamente denunciato (cause ancora aperte) solo due anni fa al momento del tumultuoso addio.
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Il Barcellona deve prendere Griezmann, in ballo ci sono penali pesanti, e così farà. La prossima settimana il francese sarà presentato. Ma non è detto che resti. Se davvero dovesse avanzare la complessa trattativa col Psg per Neymar il francese potrebbe diventare merce di scambio. Perché con Messi a 50 milioni netti all' anno di stipendio e Suarez a 16 è difficile poter pensare di versarne altri 18 a Griezmann e a Neymar qualcosa di simile ai 37 che percepisce al momento a Parigi.
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Tra l' altro per prendere il brasiliano per regolamento il Barça dovrà rinunciare a uno dei suoi 3 extracomunitari, Malcom, Vidal o Arthur. Il primo, anche per ruolo, dovrebbe essere il sacrificato. E non sarebbe l' unico ovviamente, perché i catalani hanno bisogno di far cassa e stanno provando a vendere il carissimo flop Coutinho o il talento fuori controllo Dembélé.
In tutto questo O Ney e Messi si sono incontrati al Mineirao dopo Brasile-Argentina, scatenando ogni tipo di illazione, per il quotidiano sportivo catalano Sport si è trattato addirittura di una vera e propria «riunione», mentre per altri è stato solo un caloroso abbraccio. Leo vuole Neymar, ma intanto avrà Griezmann. Il Barça invece non si sa bene cosa vuole.
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