Valentina Arcovio per il Messaggero
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L'influenza non ha mai colpito così tanti italiani come negli ultimi 14 anni. Con quasi 4 milioni di connazionali a letto, con febbre alta, tosse, mal di testa e dolori articolari, quest'anno si sono raggiunti contagi da record. Addirittura superiori a quelli della stagione influenzale 2009-2010, quella della «pandemia» della suina. E, anche se il picco probabilmente è stato già raggiunto, la stagione influenzale potrebbe prolungarsi più del previsto.
«La coda dell'influenza potrebbe essere lunga», conferma Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità (Iss). La buona notizia è che forse - il condizionale è d'obbligo - il peggio, almeno numericamente, potrebbe essere passato. Nell'ultima settimana, infatti, si è registrata già una lieve flessione della curva epidemica. Specialmente tra i bambini, notoriamente i principali «untori». Cosa che, secondo il rapporto settimanale Influnet dell'Istituto Superiore di Sanità, «ci fa ben sperare che le ultime due settimane rappresentino il picco epidemico stagionale».
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LIVELLO DI GUARDIAMa attenzione a non abbassare la guardia. Il livello di incidenza è ancora «molto alto», pari a 13,73 casi per mille assistiti. La fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un'incidenza pari a circa 30,8 casi per mille assistiti e quella tra 5 e 14 anni pari a 15,9. L'incidenza nei giovani adulti è pari a 13,8 e negli anziani a 7,8 casi per mille assistiti. In tutte le Regioni italiane il livello di incidenza è pari o superiore a dieci casi per mille assistiti. Inoltre, sembrano più frequenti anche le complicanze batteriche a livello broncopolmonare, quelle che ritardano la guarigione e che quindi possono allungare i tempi di recupero.
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Ma a rendere più «aggressiva», in termini di incidenza, l'influenza di quest'anno è stato il virus Yamagata di tipo B, che l'anno scorso è circolato poco e che di fatto ha sorpreso gli esperti. Anche perché il principale vaccino somministrato non offre protezione contro questo virus. «Circa il 60% dei vaccini somministrati era trivalente e copriva solo tre ceppi mentre il vaccino quadrivalente, che da copertura anche contro il quarto ceppo, è stato somministrato solo nel 40% dei casi», spiega Walter Ricciardi, presidente dell'Iss. «È quindi coperto solo chi ha fatto il quadrivalente e questo varia da regione a regione», precisa Antonino Bella del Dipartimento Malattie Infettive dell'Iss e curatore del bollettino Influnet. «Questa - aggiunge Ricciardi - è una lezione che deve servirci per il futuro: chi compra i vaccini, ovvero le Regioni, dovrebbe farlo comprando quelli a maggior copertura e non quelli più economici».
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L'alta incidenza dell'influenza potrebbe inoltre essere dovuta a un problema annoso per il nostro paese, ovvero alla scarsa copertura vaccinale, anche se sembra superiore allo scorso anno, almeno secondo alcune associazioni mediche. «Le coperture vaccinali sono state scarse negli anziani, nei sanitari e negli italiani in generale», conferma Ricciardi. Ecco perché sono stati numerosi anche i contagi dal virus AH1N1, altro virus influenzale in circolazione. Anche se quest'anno il virus AH1N1 è leggermente mutato, il vaccino somministrato offre una copertura anche contro questa variante. Infine, a complicare la situazione è stata anche la particolare situazione meteorologica. «Un inverno con temperature poco rigide e molta umidità favorisce la permanenza del virus in circolazione», dice Giovanni Maga del Cnr di Pavia.
mal d'inverno
influenza maschile