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    “IL MIO PEZZO FAVORITO E’ UN VIBRATORE CHE SI CHIAMA LA 'RAGAZZA INGORDA'" - E.L. JAMES, AUTRICE DI "50 SFUMATURE", PARLA DELLA LINEA DI SEX TOYS CHE HA LANCIATO: “IL SESSO? È IMPORTANTE. MA I SOLDI CAMBIANO I RAPPORTI DI POTERE. IO SNOBBATA DAI CRITICI LETTERARI? LA MIA AMBIZIONE ERA VENDERE 5 MILA LIBRI. NON SONO PROUST! LE DONNE VORREBBERO CHE GLI UOMINI CARICASSERO LA LAVASTOVIGLIE, METTESSERO I BAMBINI A LETTO E PREPARASSERO IL PRANZO MA DEVONO SAPERE ANCHE COME TRATTARE UNA DONNA A LETTO..." - VIDEO


     
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    Questa intervista di Luigi Ippolito alla scrittrice E.L. James è stata pubblicata nel numero 22 di «7», con il quale il magazine del Corriere della Sera si presenta in edicola — venerdì 28 maggio — in una veste grafica totalmente rinnovata e con nuove inchieste, servizi e rubriche (cliccando qui potete leggere l’editoriale di Barbara Stefanelli). La proponiamo ai lettori di Corriere.it, invitandoli a scoprire il nuovo 7 in edicola oggi. Buona lettura

     

    Luigi Ippolito per 7 – Sette - corriere.it

     

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    Dopo tante sculacciate, siamo arrivati alla fine: esce il volume conclusivo della saga cominciata dieci anni fa con Cinquanta Sfumature di Grigio. Un’epopea erotica che ha sdoganato le pratiche sado-maso e che ha reso la sua autrice, E.L. James, una delle scrittrici più celebri al mondo, dall’alto di 150 milioni di copie vendute. Un fenomeno globale che si è tradotto anche al cinema e che ha come improbabile ideatrice una simpaticissima signora inglese ultracinquantenne che vive alla periferia di Londra.

     

    E.L.JAMES E.L.JAMES

    Signora James, questo sesto e ultimo volume della saga si intitola «Free», Libero: ma chi è libero alla conclusione di una vicenda incentrata su dominio e sottomissione?

    «Trovo molto interessante che di solito i giornalisti maschi si concentrino su questa cosa di dominio e sottomissione: la storia non è affatto su questo».

     

    E allora ci dica su cos’è…

    «E’ fondamentalmente la redenzione di un uomo spezzato: e alla fine… (qui James tira un lungo sospiro) lui è libero da molti dei suoi demoni. Dentro c’è un po’ di sesso perverso, c’è ancora più sesso perverso, e c’è meno sesso perverso: dal momento in cui i protagonisti hanno imparato a comunicare fra di loro attraverso… che dire… il sesso. Mi piace la dicotomia di mettere qualcuno con un anello di matrimonio al dito e dire “liberato”: non è ciò con cui lo si associa normalmente” (e qui si fa una risata)».

     

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    Alla fine i due protagonisti, Anastasia e Christian, sono sposati: ma il matrimonio può coesistere con il desiderio o è la tomba dell’amore e della passione?

    (Ora ride di gusto) «Questo è… (riscoppia a ridere) Ok… (e ride incontrollata). (Si ricompone) Entrambe le cose possono essere vere: dipende dalle persone e dai matrimoni individuali, c’è una scintilla che devi provare a mantenere viva… (ride ancora) ma non voglio parlare troppo di me stessa…” (ancora risate) ».

     

    Ma era una domanda filosofica, non personale!

    «Alcuni matrimoni possono prosperare. Anastasia e Christian attraversano dei periodi orrendi, che si originano dai problemi di Christian: e alla fine spero che si veda che lui ne è uscito e che lei è rimasta con lui. Anche se non so perché lei resti con lui: Christian mi fa diventare matta, è una persona che ti sfianca, mentalmente e fisicamente».

     

    Si sente sfiancata e liberata anche lei, ora che ha completato la saga, o quei personaggi rimarranno con lei?

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    «Rimarranno con me a lungo. Trovo Christian stancante, ma non vuol dire che fossi stanca di lui. Non riesco a decidere se sia davvero la fine: perché potrei scrivere un altro libro. Ma voglio fare altre cose prima, semmai decidessi di farlo».

     

    Dunque potrebbe tornare a Christian e Anastasia?

    «Non lo escludo. Ma dovrebbe accadere qualcosa di terribile e drammatico per essere interessante da scrivere. A essere sincera, vorrei un po’ di riposo. Come ho detto, lui è stato stancante, ho bisogno di ricaricare le batterie»..... Ma non riesco a decidere se sia davvero la fine»

     

    La seconda parte della saga è narrata dal punto di vista di lui. Come ha fatto a entrare nella testa di un personaggio maschile, per di più così tormentato?

    «E’ stato più facile di quanto pensassi. Entrambi i personaggi, Ana e Christian, hanno elementi di me stessa in loro. Ana è curiosa: e io sono certamente così, ma lei è molto più coraggiosa di me e probabilmente molto più intelligente. Con Christian riconosco la sua rabbia - e non so se sarò mai pronta discutere di ciò - ma è anche un totale maniaco del controllo».

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    Anche lei lo è?

    «Oh, assolutamente sì! Se controlli le cose non le senti, questa è la maniera di vederle. Lui ha avuto inizi molto difficili, che lo hanno reso ciò che è: dunque entrare nella sua testa e pensare a come io sono stata educata… sì, ci sono delle somiglianze… è qualcosa di cui mi sono resa conto solo di recente. Mia madre è cilena, la mia educazione è stata insolita, non ho avuto una tipica educazione britannica, mia madre ha avuto una vita familiare tragica. Ci sono elementi di ciò che sono trapelati. E anche essere nel periodo post-menopausa, con tutta la rabbia che si accompagna!»

     

     

    Quindi questo era il modo di connettersi a una mente maschile: la menopausa… Insolito.

    (Ride di nuovo) «Non sono sicura che fosse una connessione, era piuttosto un incanalare la rabbia. Non credo che Christian si sentisse in post-menopausa! Un vero peccato se fosse così!».

     

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    Quando ha cominciato a scrivere Cinquanta sfumature di grigio, si aspettava che diventasse un simile fenomeno globale? Come se lo spiega?

    «La spiegazione la lascio ad altri, perché io non ne vedo il motivo. Sono stati scritti tanti libri sexy, tanti libri romantici: non so perché questi in particolare abbiano stabilito una connessione con la gente. Forse il modo in cui sono scritti, sempre in prima persona: ne fai esperienza con i protagonisti, sei lì con loro. Lo prevedevo? Neppure in un milione di anni! La mia ambizione era vendere 5 mila libri…».

     

    Forse in qualche modo i suoi libri hanno dato espressione ai desideri nascosti delle donne.

    «Forse: ho dato voce alle loro curiosità. Ma c’è anche un elemento di fuga, immergersi in un libro che ti consuma: è una delle cose più appaganti che puoi fare. Le donne vorrebbero che gli uomini caricassero la lavastoviglie, mettessero i bambini a letto e preparassero il pranzo: questo è davvero importante in un matrimonio. Ma anche come trattare una donna a letto, qualcuno che sappia cosa fare. Questo è tutto ciò che vogliamo, francamente» (e torna a ridere) Una scena tratta da «Cinquanta sfumature di grigio»

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    Lei ha contribuito anche con una linea di sex toys...

    «Sì, c’è un sacco di roba».

     

    Qual è il suo pezzo favorito?

    «Facciamo un vibratore che si chiama La Ragazza Ingorda…».

     

    La ragazza ingorda?

    «Sì, è fantastico da dire… Non volevo fare un vibratore, ma poi ho incontrato il designer di sex toys che mi ha detto: ho un’idea per un certo tipo di vibratore… me lo ha mostrato e mi ha detto il nome, La Ragazza Ingorda: ok, venduto! E da lì abbiamo sviluppato tutta una serie di sex toys divertenti e bellissimi. Ne ho una collezione qui dietro di me!».

     

    Lei ha due figli maschi ventenni. Hanno letto i libri? Ne ha parlato con loro?

    «Hanno visto i film, ma non letto i libri. Non leggono molto, eppure io e mio marito siamo scrittori…».

     

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    Christian non è molto più grande di loro…

    «Sì, è vero, questo un po’ mi turba. Ma quando l’ho cominciato era molto tempo fa…».

     

    Non aveva previsto questa situazione...

    «No, non ci avevo pensato… Ma sanno di cosa si tratta e sono incredibilmente orgogliosi di me. Il momento più bello è stato quando, alla prima del film, mio figlio mi ha presa per il braccio e mi ha detto: guarda mamma, tutta questa gente è qui per te. Mi viene da piangere… Il riconoscimento da parte dei tuoi figli teenager è il massimo che puoi ottenere. Anche se non è scritto per loro».

     

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    E’ stato detto che tutto gira attorno al sesso, tranne il sesso, che è una questione di potere. E’ d’accordo?

    «A livello superficiale la storia che racconto è un gioco di potere: ma è ovvio che lei è in controllo fin dall’inizio, solo che lei non lo sa e neppure lui. Ma non sono d’accordo, credo che tutto ruoti attorno al denaro, certamente nel nostro mondo occidentale capitalista e globalizzato: questo è molto più potente del sesso, tutti possono avere sesso, non tutti hanno il denaro. Il peccato originale è l’amore per il denaro».

     

    Avrebbe scritto le stesse cose dopo il #Metoo, oppure oggi cambierebbe qualcosa?

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    «Non credo che cambierei, l’ho scritto per me. E’ la storia che volevo leggere, è una fantasia: c’è una enorme differenza tra fantasia e realtà. Ci sono quelli che lo criticano senza averlo letto. Ma non sono quelli che ricevono le mail che dicono: grazie per avermi fatto superare la chemio grazie al tuo libro, grazie per avermi aiutato a superare la perdita di mio marito o mia moglie perché ho letto il tuo libro. Questo è ciò cui do ascolto, tutto il resto è solo rumore di fondo».

     

    Lei è stata snobbata dai critici letterari.

    «Ma non sono Proust! Lasciatemi in pace!».

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