Fabio Savelli per https://www.corriere.it
giorgia meloni giancarlo giorgetti
Cinquemila euro come ipotesi di compromesso. Una soglia ritenuta praticabile anche confrontando il tetto al contante in vigore in alcuni Paesi europei. Attualmente è fissata a 2 mila, ma dal 1 gennaio era previsto scendesse a mille: l’asticella sarebbe dunque ritoccata al rialzo ma trovando una mediazione rispetto alla proposta presentata da Alberto Bagnai, vicepresidente dei deputati leghisti, che si era intestato il limite dei diecimila per la tracciabilità, vincolo poi sostenuto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel discorso al Senato per la fiducia.
alberto bagnai
Un compromesso che sarebbe stato trovato ieri al termine di un vertice a cinque a Palazzo Chigi, il primo sui dossier economici, presieduto da Meloni, al quale hanno partecipato anche il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti, il responsabile economico di FdI Maurizio Leo, il ministro per gli Affari regionali, per le politiche di coesione e per il Pnrr Raffaele Fitto e la ministra del Lavoro Marina Calderone.
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Non sarebbero mancati i momenti di frizione su un tema simbolo per la Lega, un vessillo per l’ala più oltranzista che include Claudio Borghi, che definisce questa una «posizione storica» del partito. Lo stesso ministro Giorgetti, ricostruiscono fonti, sarebbe stato preso in contropiede dalla mossa. Anche dall’accelerazione con cui si è mosso il segretario e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, secondo il quale questa misura deve avere una corsia preferenziale nella legge di Bilancio, come uno dei primi atti del governo.
D’altronde nessuno nasconde l’urgenza di costruirla in tempi stretti in modo da presentarla entro il 30 novembre a Bruxelles: uno slittamento di un mese e mezzo rispetto alla consueta data del 15 ottobre, impossibile da rispettare quest’anno per il passaggio di testimone tra i due esecutivi.
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Ma la stessa premier, pur condividendo la necessità di invertire la rotta sul contante - ritenuta troppo restrittiva e non direttamente correlabile all’aumento del sommerso - non avrebbe nascosto le sue perplessità verso una soglia così alta, quei 10 mila euro, che sembrerebbe dare argomenti a chi ritiene sia un regalo agli evasori.
Non mancano neanche i distinguo tra le forze di maggioranza. Anche Forza Italia tende a rimarcare una posizione più defilata su un dossier che ritiene non così decisivo ora che ci sono da prorogare una serie di misure contro il caro bollette. Il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (FI), rivendica la tesi che non sia una «priorità del governo e lo dimostra il fatto che il presidente nel suo discorso programmatico non ne ha fatto menzione». L’ex ministra Mariastella Gelmini, vicepresidente del gruppo Azione Italia viva al Senato, la reputa irrealizzabile ritenendola «una di quelle cortine fumogene in cui la sinistra, che protesta, si perde sempre. Diecimila euro è esagerato».
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Debora Serracchiani lo ritiene «un duro colpo per tutti i cittadini onesti che rispettano le regole», ma il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, a Porta a Porta: «Il criminale che deve riciclare non si fa il problema del tetto del contante». Dal Tesoro filtra che con la Nadef, la nota di aggiornamento che dovrà avere un contenuto prospettico per il 2023, sarà presentato il Rapporto sull’evasione. I dati sono riferiti al 2020, ma daranno un’indicazione del sommerso. Nel 2019 l’evasione fiscale e contributiva è stata di 99 miliardi, il 15% in meno negli ultimi 5 anni. Con la soglia a 2 mila euro.
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